Pernate contro Cim, il Gip ha deciso: si deve indagare

Pernate contro Cim, il Gip ha deciso: si deve indagare
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NOVARA - Soddisfatto il Comitato per Pernate per la decisione del Gip della Procura della Repubblica di Novara che, nei giorni scorsi, ha rigettato l’archiviazione del procedimento avviato con l’Esposto presentato dal Movimento Cinque Stelle novarese. «L’accoglimento del ricorso permette di proseguire le indagini - dicono per il Comitato per Pernate Claudio Ferro, Carlo Ferro, Angelo Sesana, Paolo Manenti, Oscar Bernardinello, Renzo Pizzo, Massimo Zappa e Corrado Albertini - al fine di valutare se sussista un nesso di condizionamento tra i lavori eseguiti lungo il torrente Terdoppio dal Cim ed un rischio di esondazione per l’abitato di Pernate». E puntualizzano: «Ricordiamo che, in seguito a tali interventi, sono stati sottratti circa cinquanta ettari della “cassa di espansione”, che il torrente occupava nelle sue piene periodiche. Le stesse prescrizioni, contenute nella Valutazione d’Impatto Ambientale concessa al Cim nell’anno 2000, tenevano in dovuta considerazione tale rischio, subordinando gli interventi edificatori all’approvazione di un progetto complessivo di messa in sicurezza dell’area: da Cim mai realizzato».

Secondo il Comitato per Pernate «è necessario e doveroso, nei confronti di chi sente questa preoccupazione ogni giorno, approfondire la tematica e arrivare a una definizione chiara di eventuali inadempienze o responsabilità. Archiviare questa pratica, senza dare risposte esaustive, avrebbe portato ad un vuoto di diritto che i cittadini, attraverso le loro firme, hanno voluto impedire».

Un ringraziamento «va ai pernatesi, che in gran numero hanno sottoscritto l’esposto, portando alla luce quelle che sono le loro preoccupazioni in merito alla questione. Fin dal 2005, quando venne confermata la Variante Generale del Prg di Novara, il Comitato per Pernate, difatti, si è fatto portavoce della preoccupazione di molti pernatesi nei riguardi dell’espansione del Centro Intermodale Merci di Novara. L’insediamento logistico, un tempo doveva sorgere insieme a una serie di opere idrauliche di cui però si è persa ogni traccia: rinforzi spondali solo lungo il Cim e scolmatore studiato e mai progettato.

Mentre il centro logistico negli anni si espandeva, innalzandosi di due metri dal piano campagna, nei pernatesi cresceva la preoccupazione che le acque di esondazione del torrente (ricordiamo nelle piene del 2002 e del 2013) potessero riversarsi sull’abitato avendo sottratto aree del bacino di laminazione».  E aggiungono: «Si intende evidenziare come molte opere accessorie, quali ad esempio i ponti ferroviari di Cim, non risultano ad oggi soddisfare i più recenti studi regionali (portata minima 175 m3/sec) e potrebbero fare da innesco a un collo di bottiglia molto pericoloso». E in riferimento a commenti successivi alla notizia della decisione del Gip puntalizzano: «Ancora una volta assistiamo alla strenua difesa del Management di Cim, che si giustifica facendo riferimento a tempi molto distanti dagli attuali (“periodo alquanto discosto nel tempo”). Peccato che tali errori e tali mancanze siano evidenti e costituiscano un rischio gravante sull’abitato di Pernate. Pertanto, bisogna far fronte quanto prima ai problemi e risolverli. Agire attraverso consolidamenti ed opere idrauliche, ma anche tramite un ridimensionamento dell’area destinata all’espansione del Cim su Pernate, il cosidetto Ambito Intermodale T3b, di quasi un milione di metri quadrati». 

Il Comitato per Pernate, se quindi da una parte accoglie con favore questa iniziativa della Magistratura, tesa a cercare risposte alle stesse domande che esso va ponendo alle istituzioni da più di dieci anni, dall’altra, concludono, «non può che mettersi a disposizione degli inquirenti con la propria memoria storica, documentale e fotografica nel caso venga richiesto il suo contributo».

cl.br.

Nella foto d’archivio l’esondazione del 2013

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 27 aprile 2017

NOVARA - Soddisfatto il Comitato per Pernate per la decisione del Gip della Procura della Repubblica di Novara che, nei giorni scorsi, ha rigettato l’archiviazione del procedimento avviato con l’Esposto presentato dal Movimento Cinque Stelle novarese. «L’accoglimento del ricorso permette di proseguire le indagini - dicono per il Comitato per Pernate Claudio Ferro, Carlo Ferro, Angelo Sesana, Paolo Manenti, Oscar Bernardinello, Renzo Pizzo, Massimo Zappa e Corrado Albertini - al fine di valutare se sussista un nesso di condizionamento tra i lavori eseguiti lungo il torrente Terdoppio dal Cim ed un rischio di esondazione per l’abitato di Pernate». E puntualizzano: «Ricordiamo che, in seguito a tali interventi, sono stati sottratti circa cinquanta ettari della “cassa di espansione”, che il torrente occupava nelle sue piene periodiche. Le stesse prescrizioni, contenute nella Valutazione d’Impatto Ambientale concessa al Cim nell’anno 2000, tenevano in dovuta considerazione tale rischio, subordinando gli interventi edificatori all’approvazione di un progetto complessivo di messa in sicurezza dell’area: da Cim mai realizzato».

Secondo il Comitato per Pernate «è necessario e doveroso, nei confronti di chi sente questa preoccupazione ogni giorno, approfondire la tematica e arrivare a una definizione chiara di eventuali inadempienze o responsabilità. Archiviare questa pratica, senza dare risposte esaustive, avrebbe portato ad un vuoto di diritto che i cittadini, attraverso le loro firme, hanno voluto impedire».

Un ringraziamento «va ai pernatesi, che in gran numero hanno sottoscritto l’esposto, portando alla luce quelle che sono le loro preoccupazioni in merito alla questione. Fin dal 2005, quando venne confermata la Variante Generale del Prg di Novara, il Comitato per Pernate, difatti, si è fatto portavoce della preoccupazione di molti pernatesi nei riguardi dell’espansione del Centro Intermodale Merci di Novara. L’insediamento logistico, un tempo doveva sorgere insieme a una serie di opere idrauliche di cui però si è persa ogni traccia: rinforzi spondali solo lungo il Cim e scolmatore studiato e mai progettato.

Mentre il centro logistico negli anni si espandeva, innalzandosi di due metri dal piano campagna, nei pernatesi cresceva la preoccupazione che le acque di esondazione del torrente (ricordiamo nelle piene del 2002 e del 2013) potessero riversarsi sull’abitato avendo sottratto aree del bacino di laminazione».  E aggiungono: «Si intende evidenziare come molte opere accessorie, quali ad esempio i ponti ferroviari di Cim, non risultano ad oggi soddisfare i più recenti studi regionali (portata minima 175 m3/sec) e potrebbero fare da innesco a un collo di bottiglia molto pericoloso». E in riferimento a commenti successivi alla notizia della decisione del Gip puntalizzano: «Ancora una volta assistiamo alla strenua difesa del Management di Cim, che si giustifica facendo riferimento a tempi molto distanti dagli attuali (“periodo alquanto discosto nel tempo”). Peccato che tali errori e tali mancanze siano evidenti e costituiscano un rischio gravante sull’abitato di Pernate. Pertanto, bisogna far fronte quanto prima ai problemi e risolverli. Agire attraverso consolidamenti ed opere idrauliche, ma anche tramite un ridimensionamento dell’area destinata all’espansione del Cim su Pernate, il cosidetto Ambito Intermodale T3b, di quasi un milione di metri quadrati». 

Il Comitato per Pernate, se quindi da una parte accoglie con favore questa iniziativa della Magistratura, tesa a cercare risposte alle stesse domande che esso va ponendo alle istituzioni da più di dieci anni, dall’altra, concludono, «non può che mettersi a disposizione degli inquirenti con la propria memoria storica, documentale e fotografica nel caso venga richiesto il suo contributo».

cl.br.

Nella foto d’archivio l’esondazione del 2013

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 27 aprile 2017