Parte con la crociata anti – rifugiati l’anno politico ad Omegna: «La città ha già dato»

Parte con la crociata anti – richiedenti l’asilo l’anno politico ad Omegna. Lega Nord e Fratelli d’Italia annunciano una raccolta di firme contro l’aumento di ospiti nei due centri di prima accoglienza cittadina. «La città ha già dato – spiega Luigi Songa (Fratelli d’Italia) - A Omegna ci sono un centinaio di immigrati, pensare di accoglierne altri, 40 o addirittura 50 a quanto si sente dire, sarebbe troppo. Ci sono altri comuni nel Verbano Cusio Ossola che possono ospitarli». La raccolta firme partirà tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. «Allestiremo i gazebo in centro città e nei quartieri – informa Stefano Strada (Lega Nord) - . Sarà soprattutto un momento di confronto con la gente che su questioni essenziali, come il progetto emblematico (Borgo della Cultura, ndr), non è mai stata consultata. Le firme raccolte verranno inviate al sindaco di Omegna, alla Prefettura e la presidente della Provincia. Non siamo razzisti, pensiamo sia giusto accogliere e aiutare chi fugge d
Parte con la crociata anti – richiedenti l’asilo l’anno politico ad Omegna. Lega Nord e Fratelli d’Italia annunciano una raccolta di firme contro l’aumento di ospiti nei due centri di prima accoglienza cittadina. «La città ha già dato – spiega Luigi Songa (Fratelli d’Italia) - A Omegna ci sono un centinaio di immigrati, pensare di accoglierne altri, 40 o addirittura 50 a quanto si sente dire, sarebbe troppo. Ci sono altri comuni nel Verbano Cusio Ossola che possono ospitarli». La raccolta firme partirà tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. «Allestiremo i gazebo in centro città e nei quartieri – informa Stefano Strada (Lega Nord) - . Sarà soprattutto un momento di confronto con la gente che su questioni essenziali, come il progetto emblematico (Borgo della Cultura, ndr), non è mai stata consultata. Le firme raccolte verranno inviate al sindaco di Omegna, alla Prefettura e la presidente della Provincia. Non siamo razzisti, pensiamo sia giusto accogliere e aiutare chi fugge da una guerra ma chi viene per cercare lavoro è bene che si arrangi da solo, non a spese della comunità». La replica del sindaco, Maria Adelaide Mellano: «Con tutto il rispetto per chi promuove questa raccolta di firme, dubito che possa servire a cambiare una legge nazionale». Si fa sentire anche il comitato multietnico. Alì Bounchbika, referente del dialogo interreligioso dalla comunità islamica del Vco parafrasando Carlo Levi (Cristo s’è fermato a Eboli) commenta: «Mentre la cristianità in questi giorni festeggia la nascita del profeta, messaggero di Dio, a Omegna si preparano comunicati anti rifugiati. E questo avviene dimenticando che Gesù, appena nato, è diventato profugo ed è dovuto fuggire con la famiglia. Proprio come avviene oggi per decine di migliaia di persone. Mi viene da dire: meno male che Gesù non si è fermato a Omegna».
A scatenare la polemica è l’utilizzo dell’ex albergo Vittoria come centro di prima accoglienza. L’edificio è stato acquistato dalla cooperativa Azzurra che gestisce i richiedenti l’asilo. «Vogliamo sapere se la nuova proprietà – dichiara Songa – è in regola con gli adempimenti di legge. Ci erano stati segnalati problemi relativi al rispetto della normativa sismica, della dotazione di parcheggi pubblici, sull’impiantistica e la stabilità del soffitto al pian terreno». Ribatte ancora il sindaco: «E’ una questione pretestuosa. La struttura è tenuta a rispettare quei criteri se adibita ad albergo, come centro di accoglienza i criteri sono diversi». Indifesa dei migranti si schiera il sindaco di Madonna del Sasso, Ezio Barbetta: «Come spesso accade, si parla di richiedenti l’asilo come di persone che creano problemi e, per questo, bisognerebbe distribuirli in modo centellinato. Mai che ci venga il dubbio che parliamo di persone (i regolari in Italia, ndr) che producono l’8,8% del nostro prodotto interno lordo, 123 miliardi di euro l’anno. E versano 3 miliardi di euro nelle casse dell’Inps per pagare le nostre pensioni che loro, probabilmente, non percepiranno mai». «Smettiamola – conclude Barbetta – di parlare di loro come fossero un problema quando il vero problema siamo noi, visto che la nostra società divora l’80% delle ricchezze mondiali per il 20% della popolazione del pianeta. Curano i nostri anziani, disabili e bambini evitandone il ricovero in strutture spesso inesistenti. Svolgono lavori più pesanti e dequalificanti, sono una risorsa».
Mauro Rampinini