Paffoni retrocessa, ma non a caso

La Paffoni saluta la serie A2. Il ko contro Roma in gara tre al PalaAmico ha segnato la definitiva condanna della Fulgor. Una condanna che è stata scritta venerdì sera, ma che ha radici ben più lontane. Infortuni, una cronica dose di malasorte, ma anche errori a tutti i livelli: la retrocessione è stata l’epilogo, dolorosissimo, di una stagione nata male e finita come peggio non poteva. Affrontare la serie play-out contro Roma senza Smith e senza Zanelli, con Iannuzzi al 50% è stata una salita troppo impervia, oggettivamente impossibile da scalare. Omegna si deve invece interrogare sul perché si sia arrivati a giocarsi l’ultima chance: la salvezza poteva essere conquistata contro Jesi, avversaria alla portata della Paffoni, ma anche qui le assenze prima di Iannuzzi e poi di Smith hanno avuto un peso determinante. Galloway si è spento sul più bello: non è stato quel giocatore risolutore che ci si aspettava dopo il suo inserimento al pos
La Paffoni saluta la serie A2. Il ko contro Roma in gara tre al PalaAmico ha segnato la definitiva condanna della Fulgor. Una condanna che è stata scritta venerdì sera, ma che ha radici ben più lontane. Infortuni, una cronica dose di malasorte, ma anche errori a tutti i livelli: la retrocessione è stata l’epilogo, dolorosissimo, di una stagione nata male e finita come peggio non poteva. Affrontare la serie play-out contro Roma senza Smith e senza Zanelli, con Iannuzzi al 50% è stata una salita troppo impervia, oggettivamente impossibile da scalare. Omegna si deve invece interrogare sul perché si sia arrivati a giocarsi l’ultima chance: la salvezza poteva essere conquistata contro Jesi, avversaria alla portata della Paffoni, ma anche qui le assenze prima di Iannuzzi e poi di Smith hanno avuto un peso determinante. Galloway si è spento sul più bello: non è stato quel giocatore risolutore che ci si aspettava dopo il suo inserimento al posto di Moore. E’ mancato il gruppo, perché comportamenti ed atteggiamenti fuori e dentro dal campo sono stati spesso inaccettabili: la società avrebbe dovuto avere il pugno duro, invece ha preferito usare più la carota che il bastone. Inevitabile poi anche analizzare la situazione tecnica: qualcuno non sarà d’accordo, ma a nostro avviso se la Paffoni ha chiuso al penultimo posto grandi responsabilità le ha chi ha guidato questa squadra fino a marzo inoltrato. Il cambio in panchina è stato tardivo: quando è arrivato Faina, infatti, Omegna era già certa del suo poco nobile piazzamento. L’impatto del tecnico milanese è stato positivo: ko di misura all’esordio ad Agropoli senza Galloway, poi tre vittorie consecutive. La Paffoni al completo, non c’è la controprova ma ne siamo certi, avrebbe vinto contro Jesi. Ed ora cosa succederà? I prossimi giorni saranno utili per smaltire la rabbia e metabolizzare quello che è stato un fallimento sportivo. Poi si ripartirà e questa è l’unica, importantissima certezza. «Vado avanti, nessun dubbio e nessun tentennamento» ha ribadito con forza il presidente e patron Ugo Paffoni. Proprio il numero uno della Fulgor dovrà sciogliere le riserve sulla possibile domanda di ripescaggio: se la dovesse fare, Omegna avrebbe grandi possibilità di fare la serie A2 la prossima stagione viste le difficoltà economiche in cui versano diverse società. Ma il punto è questo: conviene farlo? E’ la domanda che un po’ tutti si stanno ponendo in queste ore. Perché la serie A2 andrebbe giocata al PalaAmico, che si è dimostrato decisamente freddo nell’accogliere gli ex nemici e che è mal digerito da tanti tifosi della Fulgor, che hanno preferito rimanere a casa piuttosto che trasferirsi in riva al Ticino per i play-out. Da una parte ci sono il fascino degli americani e di sfide alla nobiltà assoluta della pallacanestro italiana (Treviso, le due Bologna, Siena solo per citarne alcune), dall’altra invece una serie B di vertice che significherebbe rimanere al PalaBattisti e respirare economicamente per almeno una stagione. In attesa poi di potersi finalmente trasferire a Gravellona, perché i lavori per il palazzetto finalmente partiranno davvero, tanto che nelle scorse settimane il sindaco Gianni Morandi ha più volte fatto arrivare messaggi di incoraggiamento alla Fulgor. Qualunque sia la decisione che prenderà il presidente Ugo Paffoni, andrà rispettata e condivisa. E’giusto che sia lui, dopo un’attenta e ponderata analisi, a sciogliere le riserve
Daniele Piovera