Il caso

Ossa di Liliana Agnani trovate in riva al Ticino: il figlio a processo per omicidio

Parla l'avvocato difensore del 62enne: "Il mio cliente non è un mostro"

Ossa di Liliana Agnani trovate in riva al Ticino: il figlio a processo per omicidio
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E' iniziato il 4 aprile 2025 a Novara il processo a Stefano Emilio Garini, 62 anni, accusato dell’omicidio della madre, le cui ossa furono rinvenute nel 2022 a Trecate.

Ossa di Liliana Agnani trovate in riva al Ticino: il figlio a processo

«Dal processo ci aspettiamo che emerga la vera essenza di Stefano Garini, senza fermarsi alle apparenze. Lui non ha mai accettato queste accuse e non è un mostro». Con queste parole, l’avvocato Claudio Strata ha difeso il suo assistito, accusato di aver ucciso la madre, Liliana Agnani, 89 anni, il cui corpo è stato ritrovato nel 2022 nei boschi del Ticino a San Martino di Trecate.

L’avvocato ha rilasciato questa dichiarazione al termine dell'udienza di venerdì in Corte d'Assise di Novara.

Le accuse

Garini, attualmente detenuto nel carcere di Ivrea, è sotto processo per omicidio premeditato, aggravato dal legame di parentela, distruzione di cadavere, truffa, auto-riciclaggio e falso in atto pubblico. Secondo le accuse, il 18 maggio 2022 Garini avrebbe ucciso la madre nei boschi di San Martino di Trecate, lasciandone il corpo.

Le indagini sono scattate dopo il ritrovamento di ossa umane nell'ottobre dello stesso anno. Tra i reperti, un frammento di mandibola e un femore sono stati identificati grazie a una protesi dentale, che ha permesso di confermare l'identità di Liliana Agnani.

Le indagini hanno rivelato che Garini continuava a incassare la pensione e l'assegno d'invalidità della madre dopo la sua morte.

Secondo quanto ricostruito, il 18 maggio 2022 Liliana Agnani era viva fino alle 20:00, quando è stata portata in carrozzina a fare una passeggiata nei boschi, per poi scomparire.

L'udienza

Durante l’udienza, l’avvocato Strata ha chiesto la sospensione del processo e l'invio degli atti alla Corte Costituzionale, contestando la norma che prevede l’ergastolo per l'omicidio aggravato dal vincolo familiare, senza la possibilità di accedere al rito abbreviato.

La Corte ha respinto la richiesta, giudicandola infondata. Il difensore ha commentato la decisione, affermando che fosse giusto sollevare le eccezioni, sottolineando che la riforma recente ha cambiato le regole, mentre in passato molti imputati in situazioni simili hanno potuto beneficiare di pene scontate.

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