«La passione di Sara esempio per tutti»

«La passione di Sara esempio per tutti»
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NOVARA - “Un giorno tra la gente del quartiere, un altro sulla strada per dovere (...). Sara ciao, così bella con la tua divisa blu, con la voglia di far bene e di far sempre di più, ti pensiamo tra le nuvole lassù”. E’ una delle strofe della canzone che, sulle note di una chitarra, ha chiuso - domenica mattina - la toccante cerimonia di intitolazione del Comando di Polizia municipale a Sara Gambaro. Ad un anno esatto dal tragico incidente in cui l’agente della Polizia locale novarese ha perso la vita in servizio, il ricordo di Sara è tutt’altro che sbiadito. E lo hanno dimostrato i tanti colleghi (provenienti da tutt’Italia) e gli altrettanti amici, conoscenti e semplici cittadini che hanno voluto “esserci” con la presenza e con il cuore, riempiendo il Duomo di Novara dove il vescovo Franco Giulio Brambilla ha officiato la messa di suffragio.
Quindi, al Comando di via Alberto da Giussano, il momento più commovente, quando il marito di Sara, Flavio, ha scoperto con i figli  la targa che - d’ora innanzi - legherà per sempre il nome della vigilessa scomparsa a quello del Comando in cui aveva prestato servizio, «anche quando - come ha sottolineato il sindaco Alessandro Canelli - sarà finalmente trasferito in una sede più dignitosa».
Una ferita, quella per l’improvvisa morte di Sara, ancora sanguinante. Non solo per la sua famiglia, i suoi figli che  hanno dovuto fare i conti con un dolore troppo grande per la loro giovane età, il marito, la sorella Luisa, i fratelli... Ma anche per tutti coloro che l’hanno conosciuta, perché lei - ancora il sindaco - «ha sempre dato voce e luce alla Polizia municipale novarese con il suo sorriso e il suo straordinario carattere». 
«Quando muore un bruco, nasce una farfalla - ha detto anche l’assessore alla Polizia municipale Mario Paganini, ringraziando tutti coloro che si sono spesi per l’intitolazione del Comando - E ognuno di noi, da quel giorno, ha la sua farfalla».
Sara Gambaro, ha ricordato monsignor Brambilla, «è morta nell’adempimento del suo dovere. Quel dovere che svolgeva con passione. Questa targa non ci restituirà Sara. Ma ogni volta che la guarderemo  e leggeremo il suo nome, saremo certi di avere una marcia in più e ci sentiremo spronati a mettere, anche noi, passione in tutto quello che facciamo».

Laura Cavalli

NOVARA - “Un giorno tra la gente del quartiere, un altro sulla strada per dovere (...). Sara ciao, così bella con la tua divisa blu, con la voglia di far bene e di far sempre di più, ti pensiamo tra le nuvole lassù”. E’ una delle strofe della canzone che, sulle note di una chitarra, ha chiuso - domenica mattina - la toccante cerimonia di intitolazione del Comando di Polizia municipale a Sara Gambaro. Ad un anno esatto dal tragico incidente in cui l’agente della Polizia locale novarese ha perso la vita in servizio, il ricordo di Sara è tutt’altro che sbiadito. E lo hanno dimostrato i tanti colleghi (provenienti da tutt’Italia) e gli altrettanti amici, conoscenti e semplici cittadini che hanno voluto “esserci” con la presenza e con il cuore, riempiendo il Duomo di Novara dove il vescovo Franco Giulio Brambilla ha officiato la messa di suffragio.
Quindi, al Comando di via Alberto da Giussano, il momento più commovente, quando il marito di Sara, Flavio, ha scoperto con i figli  la targa che - d’ora innanzi - legherà per sempre il nome della vigilessa scomparsa a quello del Comando in cui aveva prestato servizio, «anche quando - come ha sottolineato il sindaco Alessandro Canelli - sarà finalmente trasferito in una sede più dignitosa».
Una ferita, quella per l’improvvisa morte di Sara, ancora sanguinante. Non solo per la sua famiglia, i suoi figli che  hanno dovuto fare i conti con un dolore troppo grande per la loro giovane età, il marito, la sorella Luisa, i fratelli... Ma anche per tutti coloro che l’hanno conosciuta, perché lei - ancora il sindaco - «ha sempre dato voce e luce alla Polizia municipale novarese con il suo sorriso e il suo straordinario carattere». 
«Quando muore un bruco, nasce una farfalla - ha detto anche l’assessore alla Polizia municipale Mario Paganini, ringraziando tutti coloro che si sono spesi per l’intitolazione del Comando - E ognuno di noi, da quel giorno, ha la sua farfalla».
Sara Gambaro, ha ricordato monsignor Brambilla, «è morta nell’adempimento del suo dovere. Quel dovere che svolgeva con passione. Questa targa non ci restituirà Sara. Ma ogni volta che la guarderemo  e leggeremo il suo nome, saremo certi di avere una marcia in più e ci sentiremo spronati a mettere, anche noi, passione in tutto quello che facciamo».

Laura Cavalli

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