L’Ospedale Maggiore diventa un centro di riferimento per l’oncologia pediatrica

L’Ospedale Maggiore diventa un centro di riferimento per l’oncologia pediatrica
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La struttura di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Maggiore di Novara si è trasformata in un centro spoke di secondo livello, diventando così riferimento nell’intero Piemonte Nord Orientale. Più servizi dunque per i piccoli pazienti e le loro famiglie, altrimenti costretti a spostarsi per molte tipologie di cure a Torino oppure fuori Regione. 

“La trasformazione – spiega il direttore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, Mario Minola – avviene grazie alla crescita delle competenze del nostro centro, nato grazie alla sinergia con l’hub di riferimento regionale del Regina Margherita di Torino, e alla collaborazione con la Fondazione Tempia, che ha avuto a questo scopo un finanziamento dalla Fondazione Boroli e un contributo personale da parte della famiglia di Pietro Boroli”. Un desiderio che si realizza per Silvia Fonio Boroli: “L’avvio di questo progetto è per me motivo di grande gioia, perché da tempo con la Fondazione Tempia avevamo intenzione di fare qualcosa in un ambito così drammatico e così presente sul nostro territorio”.

Cosa cambia nel concreto? Nella struttura di Novara da questo momento viene garantito il servizio di ambulatorio e terapie in regime di Day Hospital per cinque giorni alla settimana anziché due, con una riduzione dei tempi di attesa e minore affollamento del reparto di Pediatria, e saranno effettuati i ricoveri ordinari. Un aumento di servizi che è stato possibile implementando l’organico esistente: una dottoressa è già stata messa sotto contratto e tra poche settimane arriverà anche un altro medico. Il centro della Rete di Oncologia e Oncoematologia Pediatria di Piemonte e Valle d’Aosta resta comunque l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. “Col tempo ci siamo accorti della necessità delle famiglie, già duramente provate dalla malattia, di avere cure più vicine possibili al domicilio – sottolinea la responsabile di Rete, Franca Fagioli – Per questo abbiamo creato un network di nove centri spoke nelle due regioni, due dei quali erano di secondo livello. Ora con Novara ci portiamo a tre”. All’Ospedale Maggiore dal 2014, anno della creazione della prima struttura, ad oggi i bambini seguiti sono passati da 12 a 80. “Non per un’esplosione di casi – tranquillizza il dottor Gianni Bona, direttore della Clinica Pediatria di Novara – Ma proprio perché tante famiglie erano costrette a muoversi per i trattamenti dal nostro territorio”.

L’incidenza delle patologie oncologiche in età pediatrica purtroppo è in aumento: ogni anno vengono diagnosticati 2300 nuovi casi in Italia, dei quali circa il 7% in Piemonte. Le probabilità di guarigione superano l’80% ma bambini e ragazzi sono costretti a restare in media in ospedale per uno o due anni. Per questo divengono sempre più importanti, non solo i centri di cura ma anche i servizi accessori. “Il nostro è un impegno in divenire – evidenzia al proposito Pietro Presti, direttore della Fondazione Tempia – L’obiettivo è riuscire a fornire il centro di Novara anche di formazione scolastica continua, riabilitazione fisica e motoria, accompagnamento educativo ludico e sostegno sociale alle famiglie. Chiediamo dunque alla popolazione, alle aziende e alle istituzioni di restarci vicino per i nostri futuri progetti”.

l.pa.

La struttura di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Maggiore di Novara si è trasformata in un centro spoke di secondo livello, diventando così riferimento nell’intero Piemonte Nord Orientale. Più servizi dunque per i piccoli pazienti e le loro famiglie, altrimenti costretti a spostarsi per molte tipologie di cure a Torino oppure fuori Regione. 

“La trasformazione – spiega il direttore dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, Mario Minola – avviene grazie alla crescita delle competenze del nostro centro, nato grazie alla sinergia con l’hub di riferimento regionale del Regina Margherita di Torino, e alla collaborazione con la Fondazione Tempia, che ha avuto a questo scopo un finanziamento dalla Fondazione Boroli e un contributo personale da parte della famiglia di Pietro Boroli”. Un desiderio che si realizza per Silvia Fonio Boroli: “L’avvio di questo progetto è per me motivo di grande gioia, perché da tempo con la Fondazione Tempia avevamo intenzione di fare qualcosa in un ambito così drammatico e così presente sul nostro territorio”.

Cosa cambia nel concreto? Nella struttura di Novara da questo momento viene garantito il servizio di ambulatorio e terapie in regime di Day Hospital per cinque giorni alla settimana anziché due, con una riduzione dei tempi di attesa e minore affollamento del reparto di Pediatria, e saranno effettuati i ricoveri ordinari. Un aumento di servizi che è stato possibile implementando l’organico esistente: una dottoressa è già stata messa sotto contratto e tra poche settimane arriverà anche un altro medico. Il centro della Rete di Oncologia e Oncoematologia Pediatria di Piemonte e Valle d’Aosta resta comunque l’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. “Col tempo ci siamo accorti della necessità delle famiglie, già duramente provate dalla malattia, di avere cure più vicine possibili al domicilio – sottolinea la responsabile di Rete, Franca Fagioli – Per questo abbiamo creato un network di nove centri spoke nelle due regioni, due dei quali erano di secondo livello. Ora con Novara ci portiamo a tre”. All’Ospedale Maggiore dal 2014, anno della creazione della prima struttura, ad oggi i bambini seguiti sono passati da 12 a 80. “Non per un’esplosione di casi – tranquillizza il dottor Gianni Bona, direttore della Clinica Pediatria di Novara – Ma proprio perché tante famiglie erano costrette a muoversi per i trattamenti dal nostro territorio”.

L’incidenza delle patologie oncologiche in età pediatrica purtroppo è in aumento: ogni anno vengono diagnosticati 2300 nuovi casi in Italia, dei quali circa il 7% in Piemonte. Le probabilità di guarigione superano l’80% ma bambini e ragazzi sono costretti a restare in media in ospedale per uno o due anni. Per questo divengono sempre più importanti, non solo i centri di cura ma anche i servizi accessori. “Il nostro è un impegno in divenire – evidenzia al proposito Pietro Presti, direttore della Fondazione Tempia – L’obiettivo è riuscire a fornire il centro di Novara anche di formazione scolastica continua, riabilitazione fisica e motoria, accompagnamento educativo ludico e sostegno sociale alle famiglie. Chiediamo dunque alla popolazione, alle aziende e alle istituzioni di restarci vicino per i nostri futuri progetti”.

l.pa.

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