L’eredità morale di Achille Marazza

Sono anni fondamentali quelli fra i due conflitti mondiali, anni in cui il suo pensiero si struttura, illuminato da alcuni fari che hanno sempre sostanziato il suo impegno politico e civile. Ricco di profondità e anche di saggezza il quaderno di Gianni Cerutti, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara”, dal titolo “Achille Marazza nelle due guerre mondiali” (76 pagine). La pubblicazione è stata promossa dalla Fondazione Marazza Onlus di Borgomanero per raccogliere gli atti del XVIII e XIX Premio di traduzione poetica e di poesia rispettivamente del 2014 e 2015 con i contributi di Giuliano Ladolfi (Atelier, storia di un sogno) e Antonella Anedda (Tradurre lontananze) e le motivazioni della giuria per l’assegnazione ai vincitori. L’iniziativa editoriale viene a cadere nel 2016 per celebrare il 45° anniversario di ap
Sono anni fondamentali quelli fra i due conflitti mondiali, anni in cui il suo pensiero si struttura, illuminato da alcuni fari che hanno sempre sostanziato il suo impegno politico e civile. Ricco di profondità e anche di saggezza il quaderno di Gianni Cerutti, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza “Piero Fornara”, dal titolo “Achille Marazza nelle due guerre mondiali” (76 pagine). La pubblicazione è stata promossa dalla Fondazione Marazza Onlus di Borgomanero per raccogliere gli atti del XVIII e XIX Premio di traduzione poetica e di poesia rispettivamente del 2014 e 2015 con i contributi di Giuliano Ladolfi (Atelier, storia di un sogno) e Antonella Anedda (Tradurre lontananze) e le motivazioni della giuria per l’assegnazione ai vincitori. L’iniziativa editoriale viene a cadere nel 2016 per celebrare il 45° anniversario di apertura della Biblioteca Achille Marazza,come ricorda il presidente della Fondazione, Gabriele Tacchini, nella prefazione: l’evento è stato ricordato lo scorso anno con la mostra “Achille Marazza – Difendere la libertà con generosità e spirito di servizio – 1915-1945”: la prolusione di Giovanni Cerutti è riportata nel volumetto che diventa così “un gesto di omaggio –scrive Tacchini – al benefattore della Comunità borgomanerese”. Antifascista, esponente del Ppi e poi della Dc, membro del C.L.N., costitutente e ministro, bibliofilo e mecenate: la partecipazione di Marazza (1894-1967) alle due guerre mondiali ha segnato in modo indelebile la sua biografia. Cerutti (che a lui aveva dedicato anche il quaderno del 2007) compie (pur in uno spazio ristretto) una lucida disamina del pensiero, delle decisioni, degli atteggiamenti di Marazza, sempre collocati nel grande quadro della Storia. Citazioni e discorsi per far capire anche la complessità che sta dietro alle sue prese di posizione: le discussioni intorno all’interventismo cattolico e al compimento del processo di integrazione interrotto dall’avvento del fascismo. Questi dibattiti, a cui era particolarmente sensibile e che lo portarono ad assumere un ruolo rilevante, vanno oltre l’aspetto immediato per caricarsi di un significato epocale, che parla di sfida per la tradizione cattolica sul piano culturale e scientifico oltre che politico. Capacità di guardare lontano, di affrontare le problematiche con una lente speciale fanno percepire a Marazza l’importanza della scelta. Il brusco contatto con la realtà della guerra al fronte, ben diversa da come tutti si erano immaginati, comportò anche la revisione delle scelte fatte. Con grande umiltà e schiettezza. Anche la Resistenza, in cui credeva fortemente, giocava un ruolo importante nel suo pensiero (e non solo). Aveva un doppio volto per lui: quello contingente, nel contesto della seconda guerra mondiale, e quello meno visibile, perché futuro, volto a ricostruire la nazione sulle macerie (non solo fisiche) della guerra. E qui sta la grande apertura di un uomo come Marazza, sempre guidato da un faro eccezionale, “il senso del dovere – scrive Cerutti – verso la propria comunità nazionale”. Fu uno dei protagonisti del processo di costituzione della Repubblica, forte della consapevolezza di “portare a termine – ancora Cerutti – l’integrazione nello stato democratico degli esclusi dello stato liberale”: e in quest’ottica dobbiamo leggere la decisione di donare la sua casa e i suoi libri alla città per dotarla di una biblioteca pubblica affinché tutti avesseroa disposizione “gli strumenti culturali per imparare a leggere se stessi e il mondo”. Una grande eredità morale quella che ci ha lasciato.
Eleonora Groppetti