Incassava la pensione del padre defunto da sei anni: alla sbarra 50enne

NOVARA, Il padre dell’imputato muore il 28 marzo del 2006, ma il figlio, non denunciando al Comune - a quanto risulta – il decesso del genitore, arriva ad incassare per sei anni, sino al 31 maggio 2012, la pensione, l’accompagnamento e l’invalidità civile del padre, che arrivano direttamente in banca sul conto corrente intestato ad ambedue. La situazione viene però scoperta dall’Inps, che – a quel punto – chiede la restituzione di quanto percepito indebitamente. L’uomo, però, non può restituire nulla, perché sul conto non ci sono i soldi sufficienti.Così A.M.E.G., 50enne di Borgomanero, dopo la denuncia dell’Istituto di previdenza, finisce alla sbarra a Palazzo Fossati. Per lui l’accusa, che inizialmente era stata di truffa, è quella di ‘indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato’. Ritirando la pensione e l’accomp
NOVARA, Il padre dell’imputato muore il 28 marzo del 2006, ma il figlio, non denunciando al Comune - a quanto risulta – il decesso del genitore, arriva ad incassare per sei anni, sino al 31 maggio 2012, la pensione, l’accompagnamento e l’invalidità civile del padre, che arrivano direttamente in banca sul conto corrente intestato ad ambedue. La situazione viene però scoperta dall’Inps, che – a quel punto – chiede la restituzione di quanto percepito indebitamente. L’uomo, però, non può restituire nulla, perché sul conto non ci sono i soldi sufficienti.Così A.M.E.G., 50enne di Borgomanero, dopo la denuncia dell’Istituto di previdenza, finisce alla sbarra a Palazzo Fossati. Per lui l’accusa, che inizialmente era stata di truffa, è quella di ‘indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato’. Ritirando la pensione e l’accompagnamento del genitore, il 50enne portava a casa ogni anno una cifra di circa 16mila euro. Complessivamente si sarebbe appropriato, nei sei anni, di 97.274 euro. In aula, l’altro giorno, sono stati ascoltati alcuni funzionari dell’Inps. Stando a quanto da loro sostenuto l’imputato, assistito dall’avvocato Marco Milan, dopo il decesso del padre avvenuto per cause naturali, avrebbe approfittato di un errore sulla comunicazione della morte e proseguito a ricevere sul conto corrente tanto la pensione quanto l’invalidità civile quanto l’accompagnamento. Prossima udienza il 25 maggio.
mo.c.
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