Il convegno sulla dolce morte per Dominique? “Lei non sarebbe stata soddisfatta”

Il convegno sulla dolce morte per Dominique? “Lei non sarebbe stata soddisfatta”
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A Novara sabato 16 gennaio si è discusso di fine vita e di eutanasia con un convegno (I limiti del vivere: le criticità del fine vita) promosso da Associazione Tutela dei Diritti del Malato. Un incontro che è stato dedicato anche a Dominique Velati, l’infermiera borgomanerese che ha scelto di farsi praticare la “dolce morte” in Svizzera riaprendo di fatto il dibattito in Italia su questo tema. “Una scelta in totale autodeterminazione che mi sento di rispettare” l’aveva definita Roberto Mari, presidente dell’Associazione Tutela dei Diritti del Malato.

Nel convegno, all’Auditorium della Bpn, dopo la testimonianza della moglie di Piergiorgio Welby, Min

A Novara sabato 16 gennaio si è discusso di fine vita e di eutanasia con un convegno (I limiti del vivere: le criticità del fine vita) promosso da Associazione Tutela dei Diritti del Malato. Un incontro che è stato dedicato anche a Dominique Velati, l’infermiera borgomanerese che ha scelto di farsi praticare la “dolce morte” in Svizzera riaprendo di fatto il dibattito in Italia su questo tema. “Una scelta in totale autodeterminazione che mi sento di rispettare” l’aveva definita Roberto Mari, presidente dell’Associazione Tutela dei Diritti del Malato.

Nel convegno, all’Auditorium della Bpn, dopo la testimonianza della moglie di Piergiorgio Welby, Mina, si sono succedute le relazioni di Carlo Pasetti (Medico Neurologo, Presidente del Comitato Etico Fondazione Salvatore Maugeri), Renato Balduzzi (Professore di diritto costituzionale, già Ministro della Sanità e membro del CSM) Vito Mancuso (Professore di Storia delle Dottrine Teologiche, editorialista de La Repubblica) e  Eugenio Mazzarella (Professore di Filosofia Teoretica, già Deputato al Parlamento). Un convegno che, però, a parere di Venerando Cardillo, il presidente della Onlus La Scintilla con cui Dominique Velati collaborava in aiuto ai malati terminali, non avrebbe soddisfatto “Domi”. “Molto pragmatica nella vita come nel pensiero, avrebbe giudicato stucchevole e disarmante il fiume di citazioni che hanno appesantito più che chiarito il tema del convegno - scrive sulla pagina Facebook della Onlus - E' tempo che si affrontino questi problemi non solo soffermandosi su dubbi ed affanni, ma anche prospettando soluzioni, almeno per quelle situazioni in cui il consenso potrebbe essere ampio. Occorre immedesimarsi, oltre che parlare di altri, nell'"altro". La palliazione, poi, è una delle risposte al problema, non la sua soluzione. Pochi sono i pazienti che lo chiedono ai quali non si può dare risposta: determinare tempo e luogo del morire, quando la prognosi è breve e la morte ineluttabile. E' a questa richiesta che dobbiamo dare risposta, ed una risposta non può, non deve essere affidata solo ad una pilatesca relazione di aiuto medico paziente. Se la Politica ha perso in questi anni credibilità, faccia un passo avanti e faccia percepire la sua vicinanza alla gente. Questo è uno dei casi in cui almeno il dibattito deve essere urgente, profondo e .... concreto”.

l.pa.