Futuro “Liolà”, ultima spiaggia

Futuro “Liolà”, ultima spiaggia
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BORGOMANERO - Anche se ufficialmente non figura tra gli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per oggi, giovedì alle 18, con ogni probabilità in apertura di seduta il sindaco Sergio Bossi parlerà della “Liolà”, importante azienda locale, da anni prestigioso marchio del mondo della moda e del made in Italy che qualche giorno fa ha chiuso i battenti.
Nello stabilimento di via Matteotti (nella foto di Panizza) lavoravano 65 persone, per lo più donne, per le quali è stata avviata la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego), cioè l’indennità mensile di disoccupazione avente la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori. La chiusura, annunciata da tempo, non è legata a crisi nel settore dell’abbigliamento, ma all’età dell’amministratore delegato, Vittorio Giulini, 76 anni di cui quasi sessanta trascorsi all’interno della “fabbrica”, che ha deciso di andare in pensione. Non prima però di aver cercato in tutti i modi di trovare un acquirente.
«Non  avendo eredi –aveva recentemente dichiarato lo stesso Giulini, che in passato e per una decina di anni aveva anche ricoperto la carica di presidente del Sistema Moda Italia – è arrivato per me il momento di lasciare. Il mio augurio è che vi sia qualche altro imprenditore disposto a continuare l’attività produttiva». La “Liolà”, che originariamente di chiamava “Texa”, venne fondata nel 1958 dal papà di Vittorio, Leopoldo e dal conte Araldo Sassone, ex amministratore delegato della “Contex” di via Piave, altra importante azienda operante nel settore dell’abbigliamento, poi trasformata in “Pep Rose” e da anni anch’essa chiusa. La famiglia Giulini da quattro generazioni svolge un importante ruolo nel settore dell’imprenditoria italiana. Il nonno di Vittorio, Giulio, sposò Maria Crespi, appartenente ad un’altra importante famiglia di imprenditori nel settore tessile. A Borgomanero la trasformazione da “Texa” a “Liolà” avvenne nel 1970. Risale al 1986 l’apertura dei primi negozi. Nel 2014 gli show room sparsi in diversi Paesi del mondo tra cui la Cina erano oltre cento.
L’amministrazione comunale di Borgomanero non nasconde la preoccupazione per un’altra azienda che chiude. «Nei prossimi giorni – dice il sindaco Bossi – dovremmo avere un incontro con i vertici aziendali per fare il punto della situazione e verificare se ci sono possibilità per una riapertura, anche se parziale, dello stabilimento così da salvaguardare i livelli occupazionali». La chiusura della “Liolà” è solo l’ultima di una lunga serie di cessazioni di attività produttive che hanno interessato il Borgomanerese e il Basso Cusio negli ultimi anni: nel settore tessile e dell’abbigliamento la “Torcitura”, il “Maglificio di Borgomanero”, la “Peretti”, a Gozzano la “Bemberg” e a Gattico il calzificio “Danzilar”; nel settore metalmeccanico la “Thun” di Briga Novarese acquistata da “Shimano” che ha successivamente chiuso lo stabilimento di via Cesare Battisti per trasferire la produzione in Paesi dell’est europeo e la “GOM” di Gattico. All’ordine del giorno del Consiglio comunale odierno si parlerà anche di assestamento di bilancio e dell’istituzione delle Commissioni comunali permanenti.
Carlo Panizza

BORGOMANERO - Anche se ufficialmente non figura tra gli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio comunale convocato per oggi, giovedì alle 18, con ogni probabilità in apertura di seduta il sindaco Sergio Bossi parlerà della “Liolà”, importante azienda locale, da anni prestigioso marchio del mondo della moda e del made in Italy che qualche giorno fa ha chiuso i battenti.
Nello stabilimento di via Matteotti (nella foto di Panizza) lavoravano 65 persone, per lo più donne, per le quali è stata avviata la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego), cioè l’indennità mensile di disoccupazione avente la funzione di fornire una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori. La chiusura, annunciata da tempo, non è legata a crisi nel settore dell’abbigliamento, ma all’età dell’amministratore delegato, Vittorio Giulini, 76 anni di cui quasi sessanta trascorsi all’interno della “fabbrica”, che ha deciso di andare in pensione. Non prima però di aver cercato in tutti i modi di trovare un acquirente.
«Non  avendo eredi –aveva recentemente dichiarato lo stesso Giulini, che in passato e per una decina di anni aveva anche ricoperto la carica di presidente del Sistema Moda Italia – è arrivato per me il momento di lasciare. Il mio augurio è che vi sia qualche altro imprenditore disposto a continuare l’attività produttiva». La “Liolà”, che originariamente di chiamava “Texa”, venne fondata nel 1958 dal papà di Vittorio, Leopoldo e dal conte Araldo Sassone, ex amministratore delegato della “Contex” di via Piave, altra importante azienda operante nel settore dell’abbigliamento, poi trasformata in “Pep Rose” e da anni anch’essa chiusa. La famiglia Giulini da quattro generazioni svolge un importante ruolo nel settore dell’imprenditoria italiana. Il nonno di Vittorio, Giulio, sposò Maria Crespi, appartenente ad un’altra importante famiglia di imprenditori nel settore tessile. A Borgomanero la trasformazione da “Texa” a “Liolà” avvenne nel 1970. Risale al 1986 l’apertura dei primi negozi. Nel 2014 gli show room sparsi in diversi Paesi del mondo tra cui la Cina erano oltre cento.
L’amministrazione comunale di Borgomanero non nasconde la preoccupazione per un’altra azienda che chiude. «Nei prossimi giorni – dice il sindaco Bossi – dovremmo avere un incontro con i vertici aziendali per fare il punto della situazione e verificare se ci sono possibilità per una riapertura, anche se parziale, dello stabilimento così da salvaguardare i livelli occupazionali». La chiusura della “Liolà” è solo l’ultima di una lunga serie di cessazioni di attività produttive che hanno interessato il Borgomanerese e il Basso Cusio negli ultimi anni: nel settore tessile e dell’abbigliamento la “Torcitura”, il “Maglificio di Borgomanero”, la “Peretti”, a Gozzano la “Bemberg” e a Gattico il calzificio “Danzilar”; nel settore metalmeccanico la “Thun” di Briga Novarese acquistata da “Shimano” che ha successivamente chiuso lo stabilimento di via Cesare Battisti per trasferire la produzione in Paesi dell’est europeo e la “GOM” di Gattico. All’ordine del giorno del Consiglio comunale odierno si parlerà anche di assestamento di bilancio e dell’istituzione delle Commissioni comunali permanenti.
Carlo Panizza

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