Faraggiana, Casa partecipata della Cultura

Faraggiana, Casa partecipata della Cultura
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NOVARA - Casa della Cultura, impresa cittadina, partecipazione dal basso. Sono le parole dell’ordine del nuovo Faraggiana. Che dopo 16 anni riapre le porte alla città per diventare incubatore di idee e progettualità. «Siamo qui – ha detto ieri mattina, mercoledì, il presidente della Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana Vanni Vallino – a presentare la nostra prima stagione. Il contributo, molto alto, assegnatoci a fine maggio dalla Compagnia di San Paolo, 70.000 euro, ci ha costretto ad accelerare i tempi, perché senza convenzione non ci sarebbero stati né cinema né scatola teatrale. La situazione si è risolta, il sindaco Alessandro Canelli ha posto la parola fine a problematiche che sembravano invalicabili rispetto alla firma e ora siamo pronti a partire. Vogliamo ringraziare la passata Amministrazione comunale se oggi abbiamo un contenitore da riempire, uno spazio in cui la città deve raccontarsi. Ci sono tante forze da valorizzare. La Dedalo e il Sistema Nazionale delle Orchestre Giovanili, i progetti in cantiere con il Miur, un progetto di musica sperimentale, gli Amici della Musica. Abbiamo riconsegnato un contenitore alla città. E come ha detto ieri la direttrice del Coccia Renata Rapetti i due teatri non sono in concorrenza. Lavoreremo insieme, integrando i percorsi. Il cinema partirà a settembre, il teatro a ottobre. Apriamo platea e prima galleria. Vogliamo creare nella seconda uno spazio per le mostre». Filo rosso della prima stagione teatrale la relazione “Città e Teatro”. «Una stagione pensata – ha detto l’attrice Lucilla Giagnoni che si occupa della direzione artistica e che aprirà il cartellone con “Canto alla città” – per fare in modo che il pubblico si allarghi. E il tema scelto ci appartiene. Abbiamo scelto una linea precisa, quella della drammaturgia contemporanea, con grandi artisti e giovani attori, lasciando spazio alle realtà del territorio. La stagione è come la tavola degli elementi, con tante caselle da riempire. Un piano di progettazione culturale un po' diverso dal solito, qui si fa sperimentazione di un nuovo concetto culturale, è cultura partecipata dal basso, vogliamo riempire le caselle e vedere se la città risponde. Cinema, poi musica negli ambiti classica, contemporanea e sperimentale, danza e tanto altro. Abbiamo avviato contatti con gli insegnanti delle scuole per coinvolgerli nei nostri progetti e creare una casa partecipata della cultura. La città farà un volo culturale e costruttivo, su basi solide e concrete. Ha una potenzialità enorme. Dobbiamo lavorare in rete, in sinergia, in maniera integrata senza sprecare energie. Noi ci siamo mossi sul piano del volontariato per ora, ma vogliamo farne del Faraggiana una impresa che non è business. Una impresa cittadina». Paolo Viana e Sonia Turcato hanno illustrato gli eventi musicali, «caratterizzati dalla contaminazione che vuol dire fusione di diversi elementi in unica composizione artistica. Qualcosa che ha radici profonde e lontane, per avvicinare il pubblico al teatro e abbattere le barriere con momenti di serenità e svago».

Eleonora Groppetti

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 7 luglio 2016

NOVARA - Casa della Cultura, impresa cittadina, partecipazione dal basso. Sono le parole dell’ordine del nuovo Faraggiana. Che dopo 16 anni riapre le porte alla città per diventare incubatore di idee e progettualità. «Siamo qui – ha detto ieri mattina, mercoledì, il presidente della Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana Vanni Vallino – a presentare la nostra prima stagione. Il contributo, molto alto, assegnatoci a fine maggio dalla Compagnia di San Paolo, 70.000 euro, ci ha costretto ad accelerare i tempi, perché senza convenzione non ci sarebbero stati né cinema né scatola teatrale. La situazione si è risolta, il sindaco Alessandro Canelli ha posto la parola fine a problematiche che sembravano invalicabili rispetto alla firma e ora siamo pronti a partire. Vogliamo ringraziare la passata Amministrazione comunale se oggi abbiamo un contenitore da riempire, uno spazio in cui la città deve raccontarsi. Ci sono tante forze da valorizzare. La Dedalo e il Sistema Nazionale delle Orchestre Giovanili, i progetti in cantiere con il Miur, un progetto di musica sperimentale, gli Amici della Musica. Abbiamo riconsegnato un contenitore alla città. E come ha detto ieri la direttrice del Coccia Renata Rapetti i due teatri non sono in concorrenza. Lavoreremo insieme, integrando i percorsi. Il cinema partirà a settembre, il teatro a ottobre. Apriamo platea e prima galleria. Vogliamo creare nella seconda uno spazio per le mostre». Filo rosso della prima stagione teatrale la relazione “Città e Teatro”. «Una stagione pensata – ha detto l’attrice Lucilla Giagnoni che si occupa della direzione artistica e che aprirà il cartellone con “Canto alla città” – per fare in modo che il pubblico si allarghi. E il tema scelto ci appartiene. Abbiamo scelto una linea precisa, quella della drammaturgia contemporanea, con grandi artisti e giovani attori, lasciando spazio alle realtà del territorio. La stagione è come la tavola degli elementi, con tante caselle da riempire. Un piano di progettazione culturale un po' diverso dal solito, qui si fa sperimentazione di un nuovo concetto culturale, è cultura partecipata dal basso, vogliamo riempire le caselle e vedere se la città risponde. Cinema, poi musica negli ambiti classica, contemporanea e sperimentale, danza e tanto altro. Abbiamo avviato contatti con gli insegnanti delle scuole per coinvolgerli nei nostri progetti e creare una casa partecipata della cultura. La città farà un volo culturale e costruttivo, su basi solide e concrete. Ha una potenzialità enorme. Dobbiamo lavorare in rete, in sinergia, in maniera integrata senza sprecare energie. Noi ci siamo mossi sul piano del volontariato per ora, ma vogliamo farne del Faraggiana una impresa che non è business. Una impresa cittadina». Paolo Viana e Sonia Turcato hanno illustrato gli eventi musicali, «caratterizzati dalla contaminazione che vuol dire fusione di diversi elementi in unica composizione artistica. Qualcosa che ha radici profonde e lontane, per avvicinare il pubblico al teatro e abbattere le barriere con momenti di serenità e svago».

Eleonora Groppetti

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 7 luglio 2016

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