Era del Borgomanerese una dei primi dirigenti del movimento operaio italiano

MAGGIORA - Giovedì 16 giugno alle 21presso la Biblioteca Comunale di Maggiora nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del 70° della Repubblica Italiana verrà presentato il libro “Abigaille Zanetta maestra a Milano tra guerra e fascismo – Una figura maggiorese nella storia del nove
MAGGIORA - Giovedì 16 giugno alle 21presso la Biblioteca Comunale di Maggiora nell’ambito delle iniziative promosse in occasione del 70° della Repubblica Italiana verrà presentato il libro “Abigaille Zanetta maestra a Milano tra guerra e fascismo – Una figura maggiorese nella storia del novecento”, edito da Pantarei e scritto da Angela Stevani Colantoni e Carlo Antonio Barberini. Interverranno oltre agli autori lo storico professor Angelo Vecchi e Achille Fasana del “Centro Filippo Buonarroti” che assieme al Gruppo Anpi di Maggiora e al Comune organizzano la serata. Il volume è stato presentato martedì 31 maggio nel salone della Camera del Lavoro di Novara da Giovanni Cerutti, direttore dell’Istituto storico della Resistenza di Novara e da Doriano Maglione.
“La storia del movimento operaio è in gran parte ancora da scrivere – hanno sottolineato i presentatori del testo – e questo vale in particolare per la vicenda della Sinistra socialista milanese e dei suoi maggiori esponenti: Bruno Fortichiari, Luigi Repossi e Abigaille Zanetta. Questo libro cerca di ricostruire nel quadro delle vicende del movimento operaio italiano dei difficili primi decenni del Novecento, la storia per molti versi esemplare del più sconosciuto tra i dirigenti del movimento operaio milanese: la maestra internazionalista Abigaille Zanetta. Nata a Suno nel 1875 (il papà era maggiorese) giunse a Milano nel 1900 dopo aver vinto il concorso per maestra elementare: l’impatto con la metropoli in rapida espansione non solo non la spaventò ma le permise di esprimere le sue straordinarie qualità umane, politiche e professionali in tutti gli ambiti e in tutte le difficili situazioni in cui si trovò ad operare, compreso il confino ed il carcere”.
Carlo Panizza