Coprifuoco alle 20? Il ritrovo è alle 20.01

DOMODOSSOLA - «Anche noi siamo solo all’inizio». Con queste parole i giovani presenti in piazza venerdì sera a Domodossola hanno concluso, replicando al sindaco con le stesse parole da lui usate nei giorni scorsi, la manifestazione davanti a Palazzo di Città. Un sit-in, questo organizzato da un gruppo di ragazzi che in poche ore è riuscito a raccogliere l’adesione di circa trecento persone, nato per esprimere il disappunto verso la proposta del “coprifuoco” per i migranti lanciata dal primo cittadino domese, dalle 20 all’alba: il ritrovo era stato fissato, non a caso, alle 20.01. «La sicurezza viene garantita meglio con l’integrazione mentre la paura e l’indifferenza generano mostri – ha evidenziato nel suo discorso Gabriele Ricci, uno dei giovani promotori dell’incontro, parlando dal palco allestito vicino ad uno striscione con la scritta “Ieri come oggi Resistenza, Domodossola non ha paura” -. Dobbiamo creare ponti e tenere aperte le porte, noi oggi resistiamo e resisteremo sempre, anche noi siamo solo all’inizio»; una manifestazione durata un’ora abbondante, che ha richiamato giovani (e meno giovani) non solo di Domodossola, oltre a rappresentanti dei sindacati e ad esponenti del PD e Sinistra Italiana. Nutrita la presenza delle Forze dell’Ordine, con diverse decine di uomini tra poliziotti e carabinieri. La manifestazione si è comunque svolta in un clima di grande tranquillità e senza disordini anche perché non era stato organizzato un incontro dagli antagonisti: il sindaco Pizzi aveva chiesto espressamente che non vi fosse una contromanifestazione: «Da questo punto di vista lo ringraziamo» ha detto Ricci, che però poi nel suo discorso non ha risparmiato aspre critiche al primo cittadino. «Non siamo qui a chiedere la sua testa ma manifestiamo contro questo modo di agire medioevale, noi crediamo nei diritti umani, nei diritti per tutti. I profughi qui a Domodossola non hanno mai creato problemi». Ricci, che si è alternato sul palco con Marco Immovilli (un altro dei giovani promotori dell’iniziativa) ha anche fatto un paragone con i calabresi arrivati anni fa ad abitare a Domodossola, in numero significativo: «Mi si dice che è una cosa diversa, che i calabresi sono italiani, io dico che siamo tutti cittadini del mondo». Il sit-in si è concluso sulle note di “Bella Ciao” e “Imagine” di John Lennon. Intanto nelle ultime ore sul porfido in via Binda è comparsa la scritta, a vernice, “W il nostro sindaco” e altre scritte a favore di Pizzi sono apparse in altre parti della città: un uomo è stato identificato dalla Polizia di Stato e denunciato per danneggiamento.
Marco De Ambrosis
DOMODOSSOLA - «Anche noi siamo solo all’inizio». Con queste parole i giovani presenti in piazza venerdì sera a Domodossola hanno concluso, replicando al sindaco con le stesse parole da lui usate nei giorni scorsi, la manifestazione davanti a Palazzo di Città. Un sit-in, questo organizzato da un gruppo di ragazzi che in poche ore è riuscito a raccogliere l’adesione di circa trecento persone, nato per esprimere il disappunto verso la proposta del “coprifuoco” per i migranti lanciata dal primo cittadino domese, dalle 20 all’alba: il ritrovo era stato fissato, non a caso, alle 20.01. «La sicurezza viene garantita meglio con l’integrazione mentre la paura e l’indifferenza generano mostri – ha evidenziato nel suo discorso Gabriele Ricci, uno dei giovani promotori dell’incontro, parlando dal palco allestito vicino ad uno striscione con la scritta “Ieri come oggi Resistenza, Domodossola non ha paura” -. Dobbiamo creare ponti e tenere aperte le porte, noi oggi resistiamo e resisteremo sempre, anche noi siamo solo all’inizio»; una manifestazione durata un’ora abbondante, che ha richiamato giovani (e meno giovani) non solo di Domodossola, oltre a rappresentanti dei sindacati e ad esponenti del PD e Sinistra Italiana. Nutrita la presenza delle Forze dell’Ordine, con diverse decine di uomini tra poliziotti e carabinieri. La manifestazione si è comunque svolta in un clima di grande tranquillità e senza disordini anche perché non era stato organizzato un incontro dagli antagonisti: il sindaco Pizzi aveva chiesto espressamente che non vi fosse una contromanifestazione: «Da questo punto di vista lo ringraziamo» ha detto Ricci, che però poi nel suo discorso non ha risparmiato aspre critiche al primo cittadino. «Non siamo qui a chiedere la sua testa ma manifestiamo contro questo modo di agire medioevale, noi crediamo nei diritti umani, nei diritti per tutti. I profughi qui a Domodossola non hanno mai creato problemi». Ricci, che si è alternato sul palco con Marco Immovilli (un altro dei giovani promotori dell’iniziativa) ha anche fatto un paragone con i calabresi arrivati anni fa ad abitare a Domodossola, in numero significativo: «Mi si dice che è una cosa diversa, che i calabresi sono italiani, io dico che siamo tutti cittadini del mondo». Il sit-in si è concluso sulle note di “Bella Ciao” e “Imagine” di John Lennon. Intanto nelle ultime ore sul porfido in via Binda è comparsa la scritta, a vernice, “W il nostro sindaco” e altre scritte a favore di Pizzi sono apparse in altre parti della città: un uomo è stato identificato dalla Polizia di Stato e denunciato per danneggiamento.
Marco De Ambrosis