Caritas Romagnano, le storie a lieto fine di chi torna a farcela da solo

Caritas Romagnano, le storie a lieto fine di chi torna a farcela da solo
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ROMAGNANO SESIA – “Moltiplicare la solidarietà senza aspettare un miracolo”: amano presentarsi con questa frase i volontari della Caritas di Romagnano Sesia. Poco meno di una ventina, lavorano dal 2011 per aiutare i bisognosi del paese della Bassa Valsesia. “Un aiuto trasversale, non chiediamo nazionalità e religione sola la residenza in paese” dicono. Attualmente seguono una cinquantina di famiglie, poco più di metà italiane e per il resto straniere.

“In quattro anni è cambiato l’atteggiamento delle persone – raccontano - c’è più attenzione dalla società civile romagnanese in nostro supporto e, in qualche caso, anche più impegno dalle persone che aiutiamo”. Sì, perché pian piano aumentano i “casi” che terminano con un lieto fine, le storie di chi si fa aiutare ma poi torna a camminare con le sue gambe. Come il papà separato che ha ritirato la borsa della spesa per qualche mese e poi ha detto “ora basta, ce la faccio da solo”. E come lui, un'altra persona che aveva perso temporaneamente il lavoro e poi è tornato al vecchio impiego. Le famiglie che prima ritiravano la spesa ogni settimana e ora si presentano ogni 15 giorni. O il ragazzo che non voleva saperne della scuola e, invece, trovato il giusto percorso di studi e supportato dai tutor della Caritas, non solo ha conquistato il pezzo di

ROMAGNANO SESIA – “Moltiplicare la solidarietà senza aspettare un miracolo”: amano presentarsi con questa frase i volontari della Caritas di Romagnano Sesia. Poco meno di una ventina, lavorano dal 2011 per aiutare i bisognosi del paese della Bassa Valsesia. “Un aiuto trasversale, non chiediamo nazionalità e religione sola la residenza in paese” dicono. Attualmente seguono una cinquantina di famiglie, poco più di metà italiane e per il resto straniere.

“In quattro anni è cambiato l’atteggiamento delle persone – raccontano - c’è più attenzione dalla società civile romagnanese in nostro supporto e, in qualche caso, anche più impegno dalle persone che aiutiamo”. Sì, perché pian piano aumentano i “casi” che terminano con un lieto fine, le storie di chi si fa aiutare ma poi torna a camminare con le sue gambe. Come il papà separato che ha ritirato la borsa della spesa per qualche mese e poi ha detto “ora basta, ce la faccio da solo”. E come lui, un'altra persona che aveva perso temporaneamente il lavoro e poi è tornato al vecchio impiego. Le famiglie che prima ritiravano la spesa ogni settimana e ora si presentano ogni 15 giorni. O il ragazzo che non voleva saperne della scuola e, invece, trovato il giusto percorso di studi e supportato dai tutor della Caritas, non solo ha conquistato il pezzo di carta, ma anche stage e lavoro fisso. Epiloghi positivi che dipendono dalla buona volontà di chi bussa alla porta della Caritas ma anche da un “modus operandi” dei volontari, volto a premiare gli sforzi di chi si trova nel bisogno. L’esempio più lampante è il progetto di supporto allo studio: “Garantiamo l’acquisto dei libri e dell’abbonamento ai mezzi di trasporto ai ragazzi di famiglie fragili – spiegano - ma con i nostri tutor verifichiamo l’andamento scolastico, l’impegno e il comportamento dei ragazzi”.

Il necessario per sostenere le diverse attività (dalla classica borsa della spesa al pagamento delle bollette) arrivano tutti da contributi (privati, aziendali, comunali e fondazioni) o da eventi organizzati dai volontari. In primavera e autunno c’è la raccolta dei generi alimentari nei supermercati del paese. Mentre ad ottobre e a dicembre si raccolgono donazioni in denaro durante due eventi musicali “Gospel for Caritas” e il “Concerto di Natale”. Proprio quest’ultimo evento è alle porte: sarà il 13 dicembre alle 17.30 nella chiesa di San Silvano.

l.pa.

 

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