Bufera a Legro sul murales dei liceali

ORTA SAN GIULIO - Fermo dissenso, in frazione Legro, circa l’avvio da parte di un gruppo di studenti del Liceo artistico “Gobetti” di Omegna della realizzazione di dodici murales sui muri in cemento armato che costeggiano la linea ferroviaria (un esempio nella foto). «Ci sono voluti quasi vent’anni – ha affermato Fabrizio Morea (già sindaco di Orta), che si fa portavoce della protesta - per costruire l’immagine di ‘Legro paese dipinto’. E’ bastato un pomeriggio per distruggere un vanto del Lago d’Orta». La località, situata in zona collinare, ha accolto, a partire da fine degli anni Novanta, oltre quaranta murales «unic
ORTA SAN GIULIO - Fermo dissenso, in frazione Legro, circa l’avvio da parte di un gruppo di studenti del Liceo artistico “Gobetti” di Omegna della realizzazione di dodici murales sui muri in cemento armato che costeggiano la linea ferroviaria (un esempio nella foto). «Ci sono voluti quasi vent’anni – ha affermato Fabrizio Morea (già sindaco di Orta), che si fa portavoce della protesta - per costruire l’immagine di ‘Legro paese dipinto’. E’ bastato un pomeriggio per distruggere un vanto del Lago d’Orta». La località, situata in zona collinare, ha accolto, a partire da fine degli anni Novanta, oltre quaranta murales «unica collezione in Italia a narrare la storia del cinema piemontese», dovendo ora «confrontarsi con nuovi murales imposti dal Comune di Orta senza alcun ascolto della popolazione, né di chi, dal 1998, ha fatto di Legro un luogo di visita da parte di tanti turisti, richiamando giornali e troupe televisive di tutta Europa. A quelli, firmati da artisti italiani e stranieri, da sabato si affiancano opere molto discutibili e assolutamente fuori luogo dal contesto della piccola frazione. Opere, si fa per dire – ribadisce Morea - estranee all’ambiente tutelato dalle leggi del paesaggio e per anni curato dai legresi». Morea (anche in quanto “inventore” del paese dipinto, nato nel 1998 sotto la guida di artisti che avevano messo al muro i fotogrammi di celebri pellicole) si dice amareggiato per la decisione di realizzare, ora, immagini che deturperebbero l’immagine del luogo.
L’iniziativa della Giunta comunale ortese sarebbe stata presa secondo Morea, «in sordina» ed è stata pochi giorni fa. «Di Legro paese dipinto – sostiene Morea - non rimarrà che il ricordo, come dicono in molti e la battaglia potrebbe anche diventare legale perché alcuni legresi starebbero pensando di incaricare un tecnico per valutare se siano stati concessi i permessi urbanistici, paesaggistici ed edilizi per compiere quell’operazione in una zona sottoposta a vincolo». Da noi interpellato, il sindaco Giorgio Angeleri ha spiegato l’origine del progetto, proposto da alcuni ragazzi del Liceo omegnese con la supervisione di un docente (a sua volta autore di uno dei dodici murales) che verteranno su temi di libera interpretazione, alcuni anche ispirati all’ambiente lacustre. Per il primo cittadino si tratta di un’iniziativa «interessante e nuova. Mi pare bello che i ragazzi si impegnino nel tempo estivo (l’intervento dovrà essere concluso entro luglio, ndr) per abbellire dei muri. Credo, invece, che ci sia una certa intolleranza degli adulti ancor prima che il lavoro sia finito». Quindi Angeleri continua: «La realizzazione di ‘Legro paese dipinto’ a cura di Fabrizio Morea è stata molto significativa, seguendo un preciso percorso». In questo caso si tratta, invece, di ‘street art’ che vedrà abbellire i dodici muri (di varia altezza) piuttosto grezzi, non lisci e lasciati così da una ventina d’anni, quando vennero eretti per delimitare la linea ferroviaria. I ragazzi lavorano gratuitamente per valorizzare il territorio; altri giovani sono impegnati in alcuni stage nei servizi comunali. Mi sembrava bello dare un’opportunità e i ragazzi hanno preso un impegno. L’intervento può non piacere e condivido la libertà di opinione, ma ritengo non si tratti di uno sfregio, ma di un intervento di collaborazione tra scuola e Comune». Circa la richiesta di verificare eventuali autorizzazioni, Angeleri replica che «verbalmente l’Amministrazione aveva manifestato l’intenzione di procedere all’intervento sia presso la Sovrintendenza che la Commissione paesaggistica» senza che fossero state espresse richieste specifiche.
Maria Antonietta Trupia