Beata Daniela Zanetta, a buon punto la causa

Beata Daniela Zanetta, a buon punto la causa
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E’ a buon punto la causa di beatificazione di Daniela Zanetta la giovane originaria di Borgomanero affetta fin dalla nascita da una rarissima malattia, l’epidermolisi bollosa distrofica, morta in odore di santità non ancora 24enne il 14 aprile 1986. Abitava con i genitori e i fratelli minori a Maggiora. A riferirlo è la professoressa Francesca Consolini “postulatrice” della causa. «Fra qualche mese – dice – la figura di Daniela, la sua vita e le sue virtù compendiate nella cosiddetta “Positio”, verranno sottoposte in Vaticano al giudizio dei teologi della Congregazione delle cause dei santi. Un passo molto importante verso il riconoscimento dell’eroicità con la quale Daniela ha vissuto e ha amato Dio al di sopra di ogni cosa. Se il giudizio dei teologi – aggiunge Consolini – sarà positivo toccherà ai Cardinali e ai Vescovi della Congregazione formulare il loro parere da sottoporre al Papa al quale spetta la decisione finale. E’ molto significativo quanto la diocesi di Novara, anche per impulso del Vescovo Franco Giulio Brambilla, e il Comitato hanno programmato per il 2016 in ricordo di Daniela come momenti di riflessione e di preghiera». Nonostante la grave malattia Daniela aveva tenuto un diario che dopo la sua scomparsa è stato in parte pubblicato e raccolto nel libro “I

E’ a buon punto la causa di beatificazione di Daniela Zanetta la giovane originaria di Borgomanero affetta fin dalla nascita da una rarissima malattia, l’epidermolisi bollosa distrofica, morta in odore di santità non ancora 24enne il 14 aprile 1986. Abitava con i genitori e i fratelli minori a Maggiora. A riferirlo è la professoressa Francesca Consolini “postulatrice” della causa. «Fra qualche mese – dice – la figura di Daniela, la sua vita e le sue virtù compendiate nella cosiddetta “Positio”, verranno sottoposte in Vaticano al giudizio dei teologi della Congregazione delle cause dei santi. Un passo molto importante verso il riconoscimento dell’eroicità con la quale Daniela ha vissuto e ha amato Dio al di sopra di ogni cosa. Se il giudizio dei teologi – aggiunge Consolini – sarà positivo toccherà ai Cardinali e ai Vescovi della Congregazione formulare il loro parere da sottoporre al Papa al quale spetta la decisione finale. E’ molto significativo quanto la diocesi di Novara, anche per impulso del Vescovo Franco Giulio Brambilla, e il Comitato hanno programmato per il 2016 in ricordo di Daniela come momenti di riflessione e di preghiera». Nonostante la grave malattia Daniela aveva tenuto un diario che dopo la sua scomparsa è stato in parte pubblicato e raccolto nel libro “I segreti del cuore” che termina con una lettera della stessa Daniela pubblicata il 4 novembre 1984 su “Famiglia Cristiana”. Commentava un articolo apparso qualche settimana prima sul settimanale cattolico dedicato al tema dell’eutanasia tornato recentemente alla ribalta anche in zona dopo la scomparsa dell’infermiera borgomanerese Dominique Velati (che sapendo di essere prossima alla fine dopo che le era stata diagnosticata una grave e inguaribile forma tumorale ha scelto la “dolce morte” in una clinica svizzera). “Vorrei urlare a tutti – scriveva Daniela Zanetta ­ che la vita di ogni creatura è sacra e bella. Sono una ragazza di 22 anni nata handicappata. Una malattia della pelle che mi procura piaghe su tutto il corpo, ho perso i capelli, le unghie di mani e piedi, le mie dita sono chiuse a pugno, ho dovuto farmi estrarre tutti i denti e da sei mesi mi sottopongo quattro volte al giorno a dialisi peritoneale. Dopo questa descrizione posso apparire un mostro ma non lo sono, almeno io non mi sento tale. Non è semplice trascorrere 22 anni sulla croce, ma credo in Dio, lo amo intensamente e lo ringrazio per avermi donato la vita perché ogni giorno che mi regala è un’occasione in più che ho per amarlo e servirlo. Ho voluto far conoscere la mia esperienza perché quei “luminari” che sostengono l’eutanasia capiscano che non hanno alcun diritto sulla vita altrui. Ogni vita, anche se segnata dal dolore è un dono divino”.

c.p.