Assegnato il premio Pio La Torre-Piersanti Mattarella

NOVARA, «Paolo credeva fortemente che, per combattere le mafie, occorresse partire dalle piccole cose, dall’educazione, dalla limpidezza del cuore. Un uomo con grandi valori, che ha sempre perseguito anche nel suo lavoro. Allegro, meticoloso. Assieme abbiamo trascorso 30 anni di desk». Questo il ritratto di Paolo Viviani, giornalista per oltre 30 anni al Corriere di Novara, scomparso prematuramente a febbraio a 53 anni. A ricordarlo è Iole Montone, altra firma storica del Corriere, che ha condiviso con lui molte inchieste giudiziarie, lavorando fianco a fianco. Un ritratto di Paolo fatto alla consegna della prima edizione del premio speciale in sua memoria; un riconoscimento consegnato sabato all’Archivio di Stato, in occasione della terza edizione del premio Pio La Torre-Piersanti Mattarella. Un premio, quest’ultimo, istituito dall’omonima associazione, presieduta da Roberto Leggero, con il professor Nando Dalla Chiesa. Il riconoscimento in denaro premia la migliore tesi magistrale sui temi delle mafie. Premi anche alle altre tesi presentate.
La prima edizione del premio in memoria di Viviani è andata a Marzia Innocenti, di Ponte San Pietro, con la tesi “La rappresentazione del maxi-processo di Palermo sulla stampa italiana. Febbraio 1986-dicembre 1987”. Il premio La Torre-Mattarella è andato invece a Paolo Intoccia di Monza, 24 anni, per la tesi sul processo Andreotti e “Il confine labile fra partecipazione e concorso esterno nei delitti associativi”. Contributo in denaro per fare ricerca anche a Giovanni Balducci di Melfi per “Ndrangheta di un paese-mondo: il caso di San Luca” e Filippo Franceschi di Milano per “San Donato Milanese e criminalità organizzata. Uno studio di comunità”.
Monica Curino
NOVARA, «Paolo credeva fortemente che, per combattere le mafie, occorresse partire dalle piccole cose, dall’educazione, dalla limpidezza del cuore. Un uomo con grandi valori, che ha sempre perseguito anche nel suo lavoro. Allegro, meticoloso. Assieme abbiamo trascorso 30 anni di desk». Questo il ritratto di Paolo Viviani, giornalista per oltre 30 anni al Corriere di Novara, scomparso prematuramente a febbraio a 53 anni. A ricordarlo è Iole Montone, altra firma storica del Corriere, che ha condiviso con lui molte inchieste giudiziarie, lavorando fianco a fianco. Un ritratto di Paolo fatto alla consegna della prima edizione del premio speciale in sua memoria; un riconoscimento consegnato sabato all’Archivio di Stato, in occasione della terza edizione del premio Pio La Torre-Piersanti Mattarella. Un premio, quest’ultimo, istituito dall’omonima associazione, presieduta da Roberto Leggero, con il professor Nando Dalla Chiesa. Il riconoscimento in denaro premia la migliore tesi magistrale sui temi delle mafie. Premi anche alle altre tesi presentate.
La prima edizione del premio in memoria di Viviani è andata a Marzia Innocenti, di Ponte San Pietro, con la tesi “La rappresentazione del maxi-processo di Palermo sulla stampa italiana. Febbraio 1986-dicembre 1987”. Il premio La Torre-Mattarella è andato invece a Paolo Intoccia di Monza, 24 anni, per la tesi sul processo Andreotti e “Il confine labile fra partecipazione e concorso esterno nei delitti associativi”. Contributo in denaro per fare ricerca anche a Giovanni Balducci di Melfi per “Ndrangheta di un paese-mondo: il caso di San Luca” e Filippo Franceschi di Milano per “San Donato Milanese e criminalità organizzata. Uno studio di comunità”.
Monica Curino