Anche Novarello ha la sua “cattedrale”

NOVARA - Adesso Novarello ha la sua “cattedrale”. Sabato pomeriggio, prima della tradizionale festa del Gruppo Policlinico di Monza, il parroco di Granozzo don Mauro Pozzi ha celebrato la prima messa nella chiesa costruita all’interno del Villaggio Azzurro.
Non un edificio di culto qualsiasi, ma il monastero siriano di Mar Elian (Sant’Elian), distrutto dall’Isis nel 2015 dopo 1.600 anni di storia, riproposto in mezzo alle risaie a tempo di record.
Un avvenimento che ha colpito emotivamente Michelangelo De Salvo, il quale ha deciso di ricostruirne una copia fedele e dotare il centro sportivo, all’interno del quale 250 ragazzi vivono la quotidianità tra allenamenti e momenti di socializzazione, di un luogo simbolo a dimostrazione della volontà della proprietà di perseguire l’aspetto educativo oltre a quello agonistico. Quando è nata l’idea si stava vivendo nel pieno del terrorismo: venivano abbattute chiese e luoghi di culto significativi per la cristianità. «Riproporli - aveva detto qualche tempo fa il direttore generale Paolo Morganti - dava un segnale importante, un segno di rinascita per non mollare. Un significato che cerchiamo di trasmettere anche ai nostri ragazzi».
In pochissimi mesi gli operai hanno lavorato senza sosta per ultimare i lavori, utilizzando anche il materiale originale, comprese le pietre che abbelliscono la facciata e l’interno.
E per quello che si è potuto vedere l’operazione è venuta davvero bene... La prima celebrazione, di fronte all’intero staff dirigenziale del Novara Calcio, ha chiuso il cerchio. Nella nebbia e accanto ai campi da calcio: alla stessa ora della celebrazione, infatti, a pochi metri di distanza si stavano sfidando le squadre della Primavera di Novara e Bologna. Insomma, una prova generale in vista della messa di Natale, che quest’anno si preannuncia suggestiva più che mai.
Paolo De Luca
NOVARA - Adesso Novarello ha la sua “cattedrale”. Sabato pomeriggio, prima della tradizionale festa del Gruppo Policlinico di Monza, il parroco di Granozzo don Mauro Pozzi ha celebrato la prima messa nella chiesa costruita all’interno del Villaggio Azzurro.
Non un edificio di culto qualsiasi, ma il monastero siriano di Mar Elian (Sant’Elian), distrutto dall’Isis nel 2015 dopo 1.600 anni di storia, riproposto in mezzo alle risaie a tempo di record.
Un avvenimento che ha colpito emotivamente Michelangelo De Salvo, il quale ha deciso di ricostruirne una copia fedele e dotare il centro sportivo, all’interno del quale 250 ragazzi vivono la quotidianità tra allenamenti e momenti di socializzazione, di un luogo simbolo a dimostrazione della volontà della proprietà di perseguire l’aspetto educativo oltre a quello agonistico. Quando è nata l’idea si stava vivendo nel pieno del terrorismo: venivano abbattute chiese e luoghi di culto significativi per la cristianità. «Riproporli - aveva detto qualche tempo fa il direttore generale Paolo Morganti - dava un segnale importante, un segno di rinascita per non mollare. Un significato che cerchiamo di trasmettere anche ai nostri ragazzi».
In pochissimi mesi gli operai hanno lavorato senza sosta per ultimare i lavori, utilizzando anche il materiale originale, comprese le pietre che abbelliscono la facciata e l’interno.
E per quello che si è potuto vedere l’operazione è venuta davvero bene... La prima celebrazione, di fronte all’intero staff dirigenziale del Novara Calcio, ha chiuso il cerchio. Nella nebbia e accanto ai campi da calcio: alla stessa ora della celebrazione, infatti, a pochi metri di distanza si stavano sfidando le squadre della Primavera di Novara e Bologna. Insomma, una prova generale in vista della messa di Natale, che quest’anno si preannuncia suggestiva più che mai.
Paolo De Luca