All’istituto Sacro Cuore la Madonna sarà una bimba musulmana

All’istituto Sacro Cuore la Madonna sarà una bimba musulmana
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NOVARA - Il caso dell’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano, nella cintura milanese, scoppiato in questi giorni è diventato occasione di confronto e riflessioni dentro e fuori le mura scolastiche.

Questi i fatti. Dopo la strage di Parigi l’Istituto di Rozzano ha deciso di rinviare il tradizionale Concerto di Natale a gennaio, dopo la pausa delle vacanze natalizie, trasformandolo in un saggio musicale e, bypassando così, le canzoni tipicamente legate al Santo Natale.

Una decisione voluta, si è poi capito nel prosieguo degli eventi, per affermare la laicità della scuola. Una scelta che però alcuni genitori non hanno ben accolto.

E, a proposito del Natale, anche Novara, pur senza arrivare ai toni del caso di Rozzano, ha fatto parlare di sè. Il fatto, salito alla ribalta delle cronache nazionali, è nato perchè una bambina di cinque anni - con papà musulmano e mamma cattolica - interpreterà il ruolo della Madonna nella recita di Natale. Protagonista del fatto è stata la scuola dell'infanzia Sacro Cuore, scuola cattolica, gestita dalle suore e il cui preside è Paolo Usellini. La scuola ha voluto lanciare un messaggio in grado di disarmare gli estremismi ideologici. E i panni di Maria saranno vestiti da una bimba di 5 anni, capelli riccissimi e pelle nera, musulmana come il padre senegalese e di madre italiana e cattolica, che per lei (d'intesa col marito) ha scelto un collegio cattolico.

A dire il vero, non a tutti i genitori la cosa è andata giù. “Non siamo razzisti, ma la decisione ci pare un po' azzardata”, hanno fatto sapere. Il preside Paolo Usellini ha però tirato dritto. Cercando di rispondere alle critiche una per una; smontandole. Chi lo conosce dice che ha usato molto dialogo “e come potrebbe essere diversamente”, spiega. Aggiungendo ai cronisti che da giorni lo rincorrono: “A Rozzano hanno abolito i canti di Natale per rispettare tutti? Qui facciamo l'opposto, perché cerchiamo di attuare un'integrazione vera”. “A noi non compete sapere se la bimba sia battezzata o meno, se sia musulmana o no - ha sottolineato Usellini – Più di ogni cosa, ci interessa che la sua famiglia abbia accettato la nostra proposta formativa, che si fonda sui valori cristiani. Ci sembra un bell'esempio per parlare di cultura e di popoli”. 

Clarissa Brusati

 

Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di sabato 5 dicembre 2015 

NOVARA - Il caso dell’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano, nella cintura milanese, scoppiato in questi giorni è diventato occasione di confronto e riflessioni dentro e fuori le mura scolastiche.

Questi i fatti. Dopo la strage di Parigi l’Istituto di Rozzano ha deciso di rinviare il tradizionale Concerto di Natale a gennaio, dopo la pausa delle vacanze natalizie, trasformandolo in un saggio musicale e, bypassando così, le canzoni tipicamente legate al Santo Natale.

Una decisione voluta, si è poi capito nel prosieguo degli eventi, per affermare la laicità della scuola. Una scelta che però alcuni genitori non hanno ben accolto.

E, a proposito del Natale, anche Novara, pur senza arrivare ai toni del caso di Rozzano, ha fatto parlare di sè. Il fatto, salito alla ribalta delle cronache nazionali, è nato perchè una bambina di cinque anni - con papà musulmano e mamma cattolica - interpreterà il ruolo della Madonna nella recita di Natale. Protagonista del fatto è stata la scuola dell'infanzia Sacro Cuore, scuola cattolica, gestita dalle suore e il cui preside è Paolo Usellini. La scuola ha voluto lanciare un messaggio in grado di disarmare gli estremismi ideologici. E i panni di Maria saranno vestiti da una bimba di 5 anni, capelli riccissimi e pelle nera, musulmana come il padre senegalese e di madre italiana e cattolica, che per lei (d'intesa col marito) ha scelto un collegio cattolico.

A dire il vero, non a tutti i genitori la cosa è andata giù. “Non siamo razzisti, ma la decisione ci pare un po' azzardata”, hanno fatto sapere. Il preside Paolo Usellini ha però tirato dritto. Cercando di rispondere alle critiche una per una; smontandole. Chi lo conosce dice che ha usato molto dialogo “e come potrebbe essere diversamente”, spiega. Aggiungendo ai cronisti che da giorni lo rincorrono: “A Rozzano hanno abolito i canti di Natale per rispettare tutti? Qui facciamo l'opposto, perché cerchiamo di attuare un'integrazione vera”. “A noi non compete sapere se la bimba sia battezzata o meno, se sia musulmana o no - ha sottolineato Usellini – Più di ogni cosa, ci interessa che la sua famiglia abbia accettato la nostra proposta formativa, che si fonda sui valori cristiani. Ci sembra un bell'esempio per parlare di cultura e di popoli”. 

Clarissa Brusati

 

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