Agognate: il sì (e protesta) dei “dem”

Agognate: il sì (e protesta) dei “dem”
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NOVARA - La Giunta di Alessandro Canelli ha incassato, nel tardo pomeriggio di ieri, il primo via libera al nuovo insediamento di Agognate con l’adozione della delibera riguardante il “Piano particolareggiato di iniziativa pubblica convenzionato in variante al Prg  (…) relativo all’attuazione delle aree produttive e logistiche del quadrante Nord - Ovest della città”. Agli scontati “sì” della maggioranza di centro - destra si sono aggiunti quelli («Coerenti») del Pd (i cui consiglieri al momento del voto hanno innalzato la fotocopia della prima pagina del nostro giornale dove veniva riportata la notizia che l’attuale sindaco, in occasione di una delle sue prime uscite da primo cittadino, annunciava invece la sua “bocciatura” al progetto). Seguendo e giustificando la stessa “coerenza” è invece arrivato il “no” da parte dei tre esponenti del “Movimento 5 Stelle”, così come l’astensione di Daniele Andretta (“Io, Novara”) e di Michele Contartese (“Forza Italia”). Del resto, il termine “coerenza” (con tutte le sue declinazioni) è risuonato più volte durante il lungo dibattito nell’aula di Palazzo Cabrino. E già in occasione dell’adozione dei due atti, riguardanti gli “Indirizzi per l’attivazione dell’iter di formazione delle varianti del Piano regolatore su istanza di soggetti privati” con “l’approvazione dello schema di accordo procedimentale” e poi ancora quello della “Variante strutturale al Prg vigente di adeguamento della disciplina Seveso III relativa agli stabilimenti soggetti a rischio di incidente”, precedentemente votati. Ognuno degli schieramenti politici, nella sostanza, si è mantenuto arroccato sulle sue posizioni riguardo un progetto che, per dirla con parole utilizzate da Andretta, «può essere visto come il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto». Un progetto di minore impatto rispetto a quello originario: ora non si parla più di un milione di metri quadrati e neppure di 600 mila, ma poco meno di 200 mila 198.880 per la precisione, di cui 71.643 “coperti”. Un progetto verso il quale gli esponenti “democratici” hanno in qualche modo rivendicato una sorta di “primogenitura” e hanno deciso di votare «coerentemente e compattamente» (anche se, nel suo intervento, Emanuela Allegra non ha voluto ancora una volta nascondere tutte le sue perplessità al riguardo, scegliendo in ogni caso di “allinearsi” con la posizione del suo gruppo): «Tuttavia - non ha mancato di rimarcare l’ex sindaco Andrea Ballaré - si tratta di un progetto più piccolo, più scarso, senza coraggio. Un progetto riduttivo e non strategico». Un progetto, ha aggiunto invece l’altra “dem” Sara Paladini, «che contiene delle debolezze» e che lo «svuota da quella che era stata l’idea originaria di Marco Bozzola (assessore con Ballarè, ndr)». Ancora dai banchi della minoranza per Andretta «non si tratta di un momento storico come sbandierato da qualcuno. Ci vuole più trasparenza e verità», mentre per il vicino di banco Cortartese «per tanti motivi che non sono stati esaminati permangono inoltre molti dubbi sull’urgenza intrapresa da questa Amministrazione».
E se inoltre i tre esponenti “grillini” (la capogruppo Cristina Macaro e poi Paola Vigotti e Mario Iacopino hanno voluto ribadire tra l’altro la loro contrarietà (passata e attuale) riguardo alla necessità di evitare consumo del suolo favorendo invece il “riuso”, nelle fila della maggioranza, a cominciare proprio dall’intervento di Alessandro Canelli, si è parlato «di momento importante che parte da lontano e che vedrà iniziare anche la riqualificazione di Sant’Agabio». Per Valter Mattiuz (“Forza Novara”) «abbiamo dato ascolto ai cittadini in materia di lavoro», cercando e trovando «delle risposte concrete» (Mauro Franzinelli, “Lega Nord”). La curiosità politica più evidente è quella che Canelli, anche con i voti del Pd, riesce a portare a casa quello che a Ballaré non era riuscito (anche) a causa delle posizioni assunte da alcuni consiglieri dell’ex maggioranza.
Luca Mattioli

NOVARA - La Giunta di Alessandro Canelli ha incassato, nel tardo pomeriggio di ieri, il primo via libera al nuovo insediamento di Agognate con l’adozione della delibera riguardante il “Piano particolareggiato di iniziativa pubblica convenzionato in variante al Prg  (…) relativo all’attuazione delle aree produttive e logistiche del quadrante Nord - Ovest della città”. Agli scontati “sì” della maggioranza di centro - destra si sono aggiunti quelli («Coerenti») del Pd (i cui consiglieri al momento del voto hanno innalzato la fotocopia della prima pagina del nostro giornale dove veniva riportata la notizia che l’attuale sindaco, in occasione di una delle sue prime uscite da primo cittadino, annunciava invece la sua “bocciatura” al progetto). Seguendo e giustificando la stessa “coerenza” è invece arrivato il “no” da parte dei tre esponenti del “Movimento 5 Stelle”, così come l’astensione di Daniele Andretta (“Io, Novara”) e di Michele Contartese (“Forza Italia”). Del resto, il termine “coerenza” (con tutte le sue declinazioni) è risuonato più volte durante il lungo dibattito nell’aula di Palazzo Cabrino. E già in occasione dell’adozione dei due atti, riguardanti gli “Indirizzi per l’attivazione dell’iter di formazione delle varianti del Piano regolatore su istanza di soggetti privati” con “l’approvazione dello schema di accordo procedimentale” e poi ancora quello della “Variante strutturale al Prg vigente di adeguamento della disciplina Seveso III relativa agli stabilimenti soggetti a rischio di incidente”, precedentemente votati. Ognuno degli schieramenti politici, nella sostanza, si è mantenuto arroccato sulle sue posizioni riguardo un progetto che, per dirla con parole utilizzate da Andretta, «può essere visto come il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto». Un progetto di minore impatto rispetto a quello originario: ora non si parla più di un milione di metri quadrati e neppure di 600 mila, ma poco meno di 200 mila 198.880 per la precisione, di cui 71.643 “coperti”. Un progetto verso il quale gli esponenti “democratici” hanno in qualche modo rivendicato una sorta di “primogenitura” e hanno deciso di votare «coerentemente e compattamente» (anche se, nel suo intervento, Emanuela Allegra non ha voluto ancora una volta nascondere tutte le sue perplessità al riguardo, scegliendo in ogni caso di “allinearsi” con la posizione del suo gruppo): «Tuttavia - non ha mancato di rimarcare l’ex sindaco Andrea Ballaré - si tratta di un progetto più piccolo, più scarso, senza coraggio. Un progetto riduttivo e non strategico». Un progetto, ha aggiunto invece l’altra “dem” Sara Paladini, «che contiene delle debolezze» e che lo «svuota da quella che era stata l’idea originaria di Marco Bozzola (assessore con Ballarè, ndr)». Ancora dai banchi della minoranza per Andretta «non si tratta di un momento storico come sbandierato da qualcuno. Ci vuole più trasparenza e verità», mentre per il vicino di banco Cortartese «per tanti motivi che non sono stati esaminati permangono inoltre molti dubbi sull’urgenza intrapresa da questa Amministrazione».
E se inoltre i tre esponenti “grillini” (la capogruppo Cristina Macaro e poi Paola Vigotti e Mario Iacopino hanno voluto ribadire tra l’altro la loro contrarietà (passata e attuale) riguardo alla necessità di evitare consumo del suolo favorendo invece il “riuso”, nelle fila della maggioranza, a cominciare proprio dall’intervento di Alessandro Canelli, si è parlato «di momento importante che parte da lontano e che vedrà iniziare anche la riqualificazione di Sant’Agabio». Per Valter Mattiuz (“Forza Novara”) «abbiamo dato ascolto ai cittadini in materia di lavoro», cercando e trovando «delle risposte concrete» (Mauro Franzinelli, “Lega Nord”). La curiosità politica più evidente è quella che Canelli, anche con i voti del Pd, riesce a portare a casa quello che a Ballaré non era riuscito (anche) a causa delle posizioni assunte da alcuni consiglieri dell’ex maggioranza.
Luca Mattioli

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