Accoglienza migranti: «Il Comune deve essere informato»

Accoglienza migranti: «Il Comune deve essere informato»
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GRIGNASCO - ROMAGNANO  E’ il primo caso in provincia di Novara ma è destinato ad essere un esempio di possibile provvedimento per altri comuni. Il sindaco di Grignasco, Roberto Beatrice, ha firmato un'ordinanza che obbliga i privati, le cooperative o varie organizzazioni che partecipano ai bandi della prefettura per dislocare sul territorio i richiedenti asilo ad informare preventivamente e tempestivamente l'Amministrazione comunale delle proprie intenzioni, pena una denuncia all'autorità giudiziaria e una sanzione pecuniaria. «Questa ordinanza – spiega - è stata fatta in via preventiva visto quello che sta succedendo anche nei territori novaresi e vercellesi, dove ci sono cooperative che stanno "rastrellando" appartamenti sfitti da proprietari attirati dal guadagno facile e li mettono a disposizione per la dislocazione dei richiedenti asilo. È chiaro che il sindaco non può vietare questa pratica ma può e deve chiedere regole a riguardo: non è tollerabile che le Amministrazioni comunali non siano a conoscenza di quello che potrebbe accadere sul proprio territorio anche perché quando finisce l'illusione del denaro facile i problemi di sicurezza, igiene, coesione sociale rimangono a carico del Comune. Non devono essere sicuramente le comunità, già fortemente penalizzate dalle manovre finanziarie degli ultimi governi, a farsi carico dell'incapacità di gestione nazionale ed europea dell'immigrazione clandestina». E Beatrice non perde tempo nel fare anche un invito: «Se qualcuno fosse fulminato sulla via dell'accoglienza a suon di quattrini, lo invito a contattarmi: ci sono persone in difficoltà magari anche sotto sfratto, certo non garantirebbero i 35 euro al giorno ma sarebbe un atto generoso vero».

Intanto, è  in attesa dell’arrivo dei suoi primi migranti la cittadina di Romagnano Sesia. Saranno sistemati in una villetta di via Pajetta, attualmente abitata al pian terreno da famiglie con anziani e bambini. Una collocazione, secondo l’Amministrazione comunale, del tutto inadeguata. Ma anche in questa occasione il sindaco, Cristina Baraggioni, si dice «non al corrente» della cosa ma desiderosa di interessarsi, tanto da voler chiedere al prefetto «se è possibile accogliere solo donne e bambini».

La notizia ha fatto discutere non poco il paese nei giorni scorsi. Otto le persone attese e, secondo quanto è dato sapere, sarebbero tutte di sesso maschile; il soggiorno sarebbe gestito dalla cooperativa Delta di Milano. Aggiunge il primo cittadino: «La Prefettura ha detto che si tratta di persone che sono in Italia da un paio di anni; hanno seguito il corso di lingua, quindi un po’ d’italiano lo parlano. Soprattutto ha assicurato che non hanno mai dato problemi». Gli abitanti della palazzina che ospiteranno le persone sono stati avvisati e nel contempo il primo cittadino ha anche chiesto che chi arriverà possa partecipare ad un progetto di lavori socialmente utili: «L’intenzione è di mettere a punto una convenzione con la cooperativa per occupare imigranti in lavori utili per il paese. Naturalmente il tutto a carico della cooperativa». Un esempio modello in zona è quanto sta accadendo da anni ormai a Maggiora, paese che ospita il maggior numero di migranti, una trentina di persone, in un edificio ristrutturato della parrocchia.

Paolo Usellini

GRIGNASCO - ROMAGNANO  E’ il primo caso in provincia di Novara ma è destinato ad essere un esempio di possibile provvedimento per altri comuni. Il sindaco di Grignasco, Roberto Beatrice, ha firmato un'ordinanza che obbliga i privati, le cooperative o varie organizzazioni che partecipano ai bandi della prefettura per dislocare sul territorio i richiedenti asilo ad informare preventivamente e tempestivamente l'Amministrazione comunale delle proprie intenzioni, pena una denuncia all'autorità giudiziaria e una sanzione pecuniaria. «Questa ordinanza – spiega - è stata fatta in via preventiva visto quello che sta succedendo anche nei territori novaresi e vercellesi, dove ci sono cooperative che stanno "rastrellando" appartamenti sfitti da proprietari attirati dal guadagno facile e li mettono a disposizione per la dislocazione dei richiedenti asilo. È chiaro che il sindaco non può vietare questa pratica ma può e deve chiedere regole a riguardo: non è tollerabile che le Amministrazioni comunali non siano a conoscenza di quello che potrebbe accadere sul proprio territorio anche perché quando finisce l'illusione del denaro facile i problemi di sicurezza, igiene, coesione sociale rimangono a carico del Comune. Non devono essere sicuramente le comunità, già fortemente penalizzate dalle manovre finanziarie degli ultimi governi, a farsi carico dell'incapacità di gestione nazionale ed europea dell'immigrazione clandestina». E Beatrice non perde tempo nel fare anche un invito: «Se qualcuno fosse fulminato sulla via dell'accoglienza a suon di quattrini, lo invito a contattarmi: ci sono persone in difficoltà magari anche sotto sfratto, certo non garantirebbero i 35 euro al giorno ma sarebbe un atto generoso vero».

Intanto, è  in attesa dell’arrivo dei suoi primi migranti la cittadina di Romagnano Sesia. Saranno sistemati in una villetta di via Pajetta, attualmente abitata al pian terreno da famiglie con anziani e bambini. Una collocazione, secondo l’Amministrazione comunale, del tutto inadeguata. Ma anche in questa occasione il sindaco, Cristina Baraggioni, si dice «non al corrente» della cosa ma desiderosa di interessarsi, tanto da voler chiedere al prefetto «se è possibile accogliere solo donne e bambini».

La notizia ha fatto discutere non poco il paese nei giorni scorsi. Otto le persone attese e, secondo quanto è dato sapere, sarebbero tutte di sesso maschile; il soggiorno sarebbe gestito dalla cooperativa Delta di Milano. Aggiunge il primo cittadino: «La Prefettura ha detto che si tratta di persone che sono in Italia da un paio di anni; hanno seguito il corso di lingua, quindi un po’ d’italiano lo parlano. Soprattutto ha assicurato che non hanno mai dato problemi». Gli abitanti della palazzina che ospiteranno le persone sono stati avvisati e nel contempo il primo cittadino ha anche chiesto che chi arriverà possa partecipare ad un progetto di lavori socialmente utili: «L’intenzione è di mettere a punto una convenzione con la cooperativa per occupare imigranti in lavori utili per il paese. Naturalmente il tutto a carico della cooperativa». Un esempio modello in zona è quanto sta accadendo da anni ormai a Maggiora, paese che ospita il maggior numero di migranti, una trentina di persone, in un edificio ristrutturato della parrocchia.

Paolo Usellini

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