Rapinavano le rivendite di caffè con un taser: un colpo anche a Castelletto
I due criminali risultano residenti nell'Aronese

Rapinavano le rivendite di caffè minacciando i titolari con un taser da veterinario: in manette i due criminali.
Rapinavano i punti vendita Vero caffè
Sono stati identificati dai carabinieri del nucleo investigativo di Verbania i due autori delle sei rapine messe a segno nelle province di Novara e Vco e nel Milanese e Varesotto, tra febbraio e maggio scorsi. I due hanno infatti colpito in altrettanti negozi della catena "Vero caffè". Rapine che hanno fruttato ai due "specialisti", un bottino piuttosto ingente, di circa 10mila euro. Si tratta di Alessandro Bugini e William Davide Borghi, rispettivamente di 52 e 43 anni, entrambi residenti nella zona di Arona, volti già noti alle cronache giudiziarie. I due criminali sono in carcere a Busto Arsizio e per loro è stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare.
Incastrati dopo una serie di colpi
I carabinieri di Verbania li hanno arrestati in flagranza di reato mentre stavano effettuando una rapina a mano armata. In quel momento, durante il colpo a Samarate, avevano un taser per uso veterinario in grado di tramortire un toro. Le indagini coordinate dalla procuratrice Olimpia Bossi - che non sono ancora terminate e quindi non si escludono nuovi sviluppi - erano partite dopo il colpo mattutino compiuto lo scorso 30 aprile a Casale Corte Cerro. In un negozio "Vero caffè", catena di torrefazione artigianale che vende capsule e cialde. Per i carabinieri il collegamento con le rapine già effettuate a Castelletto Ticino, Tradate e Castellanza, era stato immediato.
Il modus operandi era sempre lo stesso
Bugini e Borghi giungevano separatamente in prossimità del negozio scelto dopo attenti sopralluoghi fatti nei giorni precedenti. Uno in sella a uno scooter Yamaha T-Max, l’altro alla guida di una Mini Cooper Clubman di colore verde. Parcheggiavano i mezzi, si cambiavano, indossavano un passamontagna, oscuravano la targa del motorino con un’altra rubata e quindi partivano in sella allo scooter per commettere il colpo. Al ritorno la scena, prima che la coppia si dileguasse, si ripeteva in maniera inversa. Per arrivare all’arresto la procura di Verbania si è avvalsa dei fotogrammi di tutte le telecamere di videosorveglianza collocate nei dintorni delle rivendite di caffè.