Orlandi: «Testa solo allo Spezia»

Orlandi: «Testa solo allo Spezia»
Pubblicato:

NOVARA - A 32 anni è sbarcato per la prima volta da calciatore in Italia. A dispetto delle sue origini “italianissime”, come tiene a sottolineare. 
Andrea Orlandi è nato a Barcellona, ma sente il cuore diviso a metà: «Sono nato in Spagna, ho vissuto sempre lì e mia moglie è spagnola - rivela - Ma i miei genitori sono italiani e mi hanno trasmesso l’italianità. E’ un orgoglio giocare qui».
Un’opportunità che si è concretizzata un po’ a sorpresa.
«Appena ho saputo di questa opzione ho accettato immediatamente. E’ stato tutto molto veloce. Il Novara mi ha voluto fortemente, l’ho preferito ad altre soluzioni e non sono affatto pentito».
A Latina un debutto coi fiocchi
«Dal primo giorno i miei compagni mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Sono felice del mio esordio perchè è coinciso con la vittoria della squadra, che è la cosa più importante».
Come mai il calcio italiano si è accorto di Orlandi così tardi?
«Non c’è mai stata la possibilità. Ho giocato in Inghilterra per tanti anni e sarei voluto rimanere lì, ma non è stato possibile. Dopo la rescissione con l’Apoel ho colto al volo l’opportunità di venire a giocare in Italia. Come si dice non è mai troppo tardi. Ho 32 anni, ma ho voglia di continuare ancora per un po’».
Conoscevi già Novara?
«Sì, quando era stato in serie A e nel club c’era un direttore spagnolo. E avevo sentito parlare di Novarello».
A proposito di direttori, Teti ti seguiva da tempo...
«Non lo conoscevo, ma quando ho parlato con lui mi ha descritto perfettamente come calciatore. E da lì ho capito che era Novara la scelta giusta».
E poi c’è Macheda, vecchia conoscenza dal calcio inglese.
«Federico lo conoscono tutti ed è un ottimo calciatore. Inoltre è anche il mio compagno di stanza. Spero di aiutare a segnare tanti gol a lui e a Galabinov».
Ma dove può arrivare questo Novara?
«L’altro giorno abbiamo parlato col mister e ci siamo detti di pensare partita per partita. La serie B italiana mi ricorda la Championship, c’è molta fisicità ed è difficile vincere le partite contro avversari veramente duri. Ci stiamo allenando bene, con grande voglia. E soprattutto in casa dobbiamo cercare sempre la vittoria. Iniziamo, però, a pensare solo alla prossima partita contro lo Spezia».
A che punto è la tua condizione?
«Gli allenamenti sono duri e spero di essere al massimo prestissimo. Sono felice di questa nuova avventura».
E i tifosi azzurri già sognano un nuovo beniamino...
Paolo De Luca

NOVARA - A 32 anni è sbarcato per la prima volta da calciatore in Italia. A dispetto delle sue origini “italianissime”, come tiene a sottolineare. 
Andrea Orlandi è nato a Barcellona, ma sente il cuore diviso a metà: «Sono nato in Spagna, ho vissuto sempre lì e mia moglie è spagnola - rivela - Ma i miei genitori sono italiani e mi hanno trasmesso l’italianità. E’ un orgoglio giocare qui».
Un’opportunità che si è concretizzata un po’ a sorpresa.
«Appena ho saputo di questa opzione ho accettato immediatamente. E’ stato tutto molto veloce. Il Novara mi ha voluto fortemente, l’ho preferito ad altre soluzioni e non sono affatto pentito».
A Latina un debutto coi fiocchi
«Dal primo giorno i miei compagni mi hanno fatto sentire subito a mio agio. Sono felice del mio esordio perchè è coinciso con la vittoria della squadra, che è la cosa più importante».
Come mai il calcio italiano si è accorto di Orlandi così tardi?
«Non c’è mai stata la possibilità. Ho giocato in Inghilterra per tanti anni e sarei voluto rimanere lì, ma non è stato possibile. Dopo la rescissione con l’Apoel ho colto al volo l’opportunità di venire a giocare in Italia. Come si dice non è mai troppo tardi. Ho 32 anni, ma ho voglia di continuare ancora per un po’».
Conoscevi già Novara?
«Sì, quando era stato in serie A e nel club c’era un direttore spagnolo. E avevo sentito parlare di Novarello».
A proposito di direttori, Teti ti seguiva da tempo...
«Non lo conoscevo, ma quando ho parlato con lui mi ha descritto perfettamente come calciatore. E da lì ho capito che era Novara la scelta giusta».
E poi c’è Macheda, vecchia conoscenza dal calcio inglese.
«Federico lo conoscono tutti ed è un ottimo calciatore. Inoltre è anche il mio compagno di stanza. Spero di aiutare a segnare tanti gol a lui e a Galabinov».
Ma dove può arrivare questo Novara?
«L’altro giorno abbiamo parlato col mister e ci siamo detti di pensare partita per partita. La serie B italiana mi ricorda la Championship, c’è molta fisicità ed è difficile vincere le partite contro avversari veramente duri. Ci stiamo allenando bene, con grande voglia. E soprattutto in casa dobbiamo cercare sempre la vittoria. Iniziamo, però, a pensare solo alla prossima partita contro lo Spezia».
A che punto è la tua condizione?
«Gli allenamenti sono duri e spero di essere al massimo prestissimo. Sono felice di questa nuova avventura».
E i tifosi azzurri già sognano un nuovo beniamino...
Paolo De Luca

Seguici sui nostri canali