Derubato dalla badante anziano novarese

NOVARA, E’ stato aggiornato al primo giugno, quando parleranno gli imputati, in Tribunale a Novara, un processo per una vicenda di presunte minacce, violenze psicologiche e botte ai danni di un anziano, che, per l’accusa, sarebbe stato derubato dalla sua badante e da alcuni famigliari della donna. Una storia emersa grazie ai sospetti venuti al direttore della posta dove l’uomo aveva un conto corrente e dove, sempre più spesso, arrivavano richieste di prelievi anche significativi.
Alla sbarra, con l’accusa di estorsione, si trovano la 70enne badante dell’uomo (novarese di 79 anni), la figlia di 46 anni e il nipote. Tutto ha inizio nel 2008, quando l’anziano, su suggerimento di un amico, aveva deciso di affidare le faccende domestiche alla donna giunta dall’Ucraina. Il pensionato decide così di ospitare la donna nella sua casa. Poco tempo e la badante riesce a far giungere in Italia i parenti e, questo stando a quanto contestato dall’accusa, si farebbe cointestare il conto corrente dell’anziano, recandosi lei stessa a effettuare prelievi o obbligando l’uomo a farlo. Stando a quanto ricostruito dalla Polizia, a seguito delle segnalazioni del direttore delle poste, le richieste di soldi erano molto frequenti, pressoché continue. In aula è stato ascoltato un poliziotto che si occupò delle indagini: «Verificammo il conto corrente della persona offesa e trovammo frequenti prelievi per grosse cifre». Un giorno, in posta, era giunta una richiesta di prelievo di ben 6mila euro.
Fu proprio questa ulteriore richiesta che fece agire il direttore, che chiamò una cugina dell’uomo. La parente, ascoltata come teste: «era distrutto. Ossessionato – ha sostenuto – da quelle persone. Mi disse anche che gli avevano sequestrato il telefono e che gli facevano pagare ogni cosa». L’anziano aveva riferito di aver paura di loro. «Per telefonare ai miei parenti, affinché loro non mi sentissero, scendevo in auto». I tre imputati rigettano con forza tutte le contestazioni.
mo.c.
NOVARA, E’ stato aggiornato al primo giugno, quando parleranno gli imputati, in Tribunale a Novara, un processo per una vicenda di presunte minacce, violenze psicologiche e botte ai danni di un anziano, che, per l’accusa, sarebbe stato derubato dalla sua badante e da alcuni famigliari della donna. Una storia emersa grazie ai sospetti venuti al direttore della posta dove l’uomo aveva un conto corrente e dove, sempre più spesso, arrivavano richieste di prelievi anche significativi.
Alla sbarra, con l’accusa di estorsione, si trovano la 70enne badante dell’uomo (novarese di 79 anni), la figlia di 46 anni e il nipote. Tutto ha inizio nel 2008, quando l’anziano, su suggerimento di un amico, aveva deciso di affidare le faccende domestiche alla donna giunta dall’Ucraina. Il pensionato decide così di ospitare la donna nella sua casa. Poco tempo e la badante riesce a far giungere in Italia i parenti e, questo stando a quanto contestato dall’accusa, si farebbe cointestare il conto corrente dell’anziano, recandosi lei stessa a effettuare prelievi o obbligando l’uomo a farlo. Stando a quanto ricostruito dalla Polizia, a seguito delle segnalazioni del direttore delle poste, le richieste di soldi erano molto frequenti, pressoché continue. In aula è stato ascoltato un poliziotto che si occupò delle indagini: «Verificammo il conto corrente della persona offesa e trovammo frequenti prelievi per grosse cifre». Un giorno, in posta, era giunta una richiesta di prelievo di ben 6mila euro.
Fu proprio questa ulteriore richiesta che fece agire il direttore, che chiamò una cugina dell’uomo. La parente, ascoltata come teste: «era distrutto. Ossessionato – ha sostenuto – da quelle persone. Mi disse anche che gli avevano sequestrato il telefono e che gli facevano pagare ogni cosa». L’anziano aveva riferito di aver paura di loro. «Per telefonare ai miei parenti, affinché loro non mi sentissero, scendevo in auto». I tre imputati rigettano con forza tutte le contestazioni.
mo.c.