Cna Piemonte Nord ai politici: "Impegnatevi per lo sviluppo"

Il gruppo ha stilato un documento con alcune domande ai candidati a Roma.

Cna Piemonte Nord ai politici: "Impegnatevi per lo sviluppo"
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La CNA Piemonte Nord ha inviato un documento di proposte ai candidati che si presenteranno alle prossime elezioni.

Le domande di Cna Piemonte Nord ai candidati

“Questo documento è la risposta della CNA alle promesse irrealizzabili che si stanno sentendo in questa campagna elettorale spiega il direttore della CNA Piemonte Nord Elio Medina - promesse che non trovano alcun riscontro in termini di fattibilità e coperture economiche. Al contrario, il nostro documento è infatti frutto di un lavoro durato diverse settimane, durante le quali si è avviato un confronto costruttivo tra gli organismi dirigenti della nostra associazione. Sono così le proposte degli artigiani e dei piccoli imprenditori che hanno vissuto sulla loro pelle gli effetti di dieci anni di crisi”.

Le richieste di Cna dalla voce del presidente Telesca

“Ai candidati del nostro territorio chiediamo quindi di leggere il nostro documento di proposte. Edice il presidente della CNA Piemonte Nord Donato Telesca – di impegnarsi, se entreranno in Parlamento dopo il 4 marzo per creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo delle imprese e per la nascita di nuove attività imprenditoriali. Per creare nuova occupazione e per sostenere le piccole imprese costrette ad operare in un contesto che si sta trasformando molto velocemente. Le nostre proposte parlano di temi sui quali si dibatte da tempo ma sui quali è ancora necessario intervenire”.

Ecco in sintesi le proposte contenute nel documento consegnato ai candidati:

FISCO: La pressione fiscale ha raggiunto il 61,2% del reddito prodotto e deve essere ridotta. E’ necessario applicare la piena deducibilità dell’IMU dei capannoni dal reddito d’impresa. Applicare l’IRI. Introdurre insieme all’uso della fattura elettronica un sistema che elimini tutti gli attuali obblighi di comunicazione.

 

BUROCRAZIA: La burocrazia costa alle imprese 22 miliardi all’anno. Bisogna intervenire per ridurre il numero delle leggi e predisporre normative di settore più facilmente applicabili. Rinnovare le leggi per renderle più adatte al sistema delle piccole imprese attraverso una attenta analisi dell’impatto dei provvedimenti sulle stesse.

 

CREDITO: Dal 2011 ad oggi il credito bancario per le imprese è diminuito del 20%. Deve tornare ad essere conveniente per le banche investire nelle piccole imprese, attraverso la modifica delle regole europee sulla vigilanza bancaria. Si deve concentrare il ricorso al Fondo di Garanzia su operazioni di importo minore. Si deve rafforzare il ruolo dei Confidi.

 

LAVORO: Le imprese artigiane e le piccole imprese hanno apprezzato con un significativo incremento delle assunzioni il sistema di decontribuzione per i nuovi assunti. Gli elementi di flessibilità in entrata e in uscita che devono essere mantenuti e rafforzati. Le piccole imprese devono poter adattare tempi, orari e mansioni di lavoro in base ai carichi effettivi.

 

AMBIENTE ED ENERGIA: Negli ultimi anni le politiche della tutela dell’ambiente hanno prodotto il moltiplicarsi di adempimenti burocratici. E’ necessario definire obiettivi raggiungibili e misure concrete, che tengano in considerazione la realtà delle piccole imprese e le loro caratteristiche. E’ necessario rivedere il sistema degli oneri caricati in bolletta che gravano sulle imprese.

 

RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI: L’efficienza energetica è ormai un percorso obbligatorio verso la sempre maggiore diffusione delle fonti rinnovabili. Ma deve anche essere un’occasione di lavoro importante per il settore delle costruzioni e degli impiantisti. E’ necessario rendere strutturale l’ecobonus del 65% e trasformare le detrazioni relative alle spese per le ristrutturazioni edili in crediti d’imposta cedibili.