Riso, la mobilitazione passa dall’Europa

Una mobilitazione generale per la tutela e valorizzazione del riso italiano. Le tappe che porteranno ad una protesta a Bruxelles, sede delle principali istituzioni dell’Ue, sono state illustrate venerdì scorso in un incontro all’Est Sesia di Novara organizzato dal consigliere regionale del Piemonte Diego Sozzani a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’ onorevole Gilberto Pichetto Fratin, il consigliere di Regione Lombardia Vittorio Pesato, il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà e l’europarlamentare Alberto Cirio che ha anticipato: «Gli obiettivi sono, tra il 3 e il 4 maggio, l’approvazione contemporanea da parte dei consigli regionali piemontese e lombardo rispettivamente di un ordine del giorno e di una mozione a tema presentate di recente - ha detto Cirio - Entro maggio chiederemo a tutti i Comuni del riso delle due Regioni di aderire con delibere ai documenti approvati a livello regionale. Il terzo step sarà una mobilitazione a Bruxelles con tutti i sindaci per la consegna della documentazione al commissario europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale Phil Hogan. Cercheremo anche di fare “lobby” con i rappresentanti degli altri 6 Paesi del G7 del riso (Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Ungheria e Bulgaria) per la tutela del riso a livello continentale, per essere pronti a bloccare al Parlamento Europeo gli accordi per le importazioni dal Vietnam». Cirio ha concluso: «Intendiamo spuntare qualcosa di utile, come le modifiche delle regole delle clausole di salvaguardia ed una nuova normativa sull’etichettatura. Mai finora, come sistema Paese, si era assunta una posizione unitaria a tutti i livelli. Il Governo deve farsi sentire forte in Europa». L’incontro si era aperto con i saluti del direttore generale del Consorzio Est Sesia, Roberto Isola, del sindaco di Recetto Enrico Bertone e l’intervento del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Piemonte, onorevole Gilberto Pichetto Fratin: «La partita si gioca a livello europeo - ha detto Pichetto Fratin - Partendo dalla Regione sosteniamo le richieste dei rappresentanti della filiera del riso».
Il consigliere regionale Diego Sozzani ha ribadito: «Anche al G7 del riso di Milano si è parlato della necessità di rivedere le regole di applicazione della clausola di salvaguardia. Chiediamo poi che sulle etichette venga riportata la dicitura “prodotto in Italia”». Il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, ha osservato: «La strada è in salita, il questionario europeo sulla revisione del regolamento che riguarda anche l'import agevolato dai Pma non è stato neppure tradotto in italiano. Bisogna giocare di squadra, il vero problema su cui fare leva è la “food security” sulla capacità di auto-approvvigionamento. Oggi, 3 aprile, a Milano avremo un incontro di filiera, il 13 maggio incontreremo il ministro Martina. Secondo dati della Ce dal 2016 al 2026 si presume un aumento dei consumi del 6% soddisfabile totalmente con le importazioni dai Paesi rientranti negli accordi “Eba”, mentre quelle dai Paesi Meno Avanzati raggiungeranno il 50% del totale. La filiera risicola italiana va ancora bene così com’è?». Secondo Vittorio Pesato, consigliere regionale della Lombardia, «bisogna difendere un comparto vittima di un attacco speculativo violento, affrontando anche il problema della salute». Tra il pubblico anche Giuseppe Ferraris, produttore risicolo e presidente del Gruppo Riso del Copa-Cogeca che ha detto: «Lombardia e Piemonte dovrebbero dichiarare lo stato di crisi della risicoltura italiana». Per il presidente di Confagricoltura No-Vco Paola Battioli «servono interventi chiari sulla richiesta della clausola di salvaguardia e sull’etichettatura obbligatoria europea e nazionale». Manrico Brustia, presidente della Cia No,Vc e Vco ha evidenziato: «La situazione di crisi è grave, rendiamocene conto».
Filippo Bezio
Una mobilitazione generale per la tutela e valorizzazione del riso italiano. Le tappe che porteranno ad una protesta a Bruxelles, sede delle principali istituzioni dell’Ue, sono state illustrate venerdì scorso in un incontro all’Est Sesia di Novara organizzato dal consigliere regionale del Piemonte Diego Sozzani a cui hanno partecipato, tra gli altri, l’ onorevole Gilberto Pichetto Fratin, il consigliere di Regione Lombardia Vittorio Pesato, il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà e l’europarlamentare Alberto Cirio che ha anticipato: «Gli obiettivi sono, tra il 3 e il 4 maggio, l’approvazione contemporanea da parte dei consigli regionali piemontese e lombardo rispettivamente di un ordine del giorno e di una mozione a tema presentate di recente - ha detto Cirio - Entro maggio chiederemo a tutti i Comuni del riso delle due Regioni di aderire con delibere ai documenti approvati a livello regionale. Il terzo step sarà una mobilitazione a Bruxelles con tutti i sindaci per la consegna della documentazione al commissario europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo rurale Phil Hogan. Cercheremo anche di fare “lobby” con i rappresentanti degli altri 6 Paesi del G7 del riso (Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Ungheria e Bulgaria) per la tutela del riso a livello continentale, per essere pronti a bloccare al Parlamento Europeo gli accordi per le importazioni dal Vietnam». Cirio ha concluso: «Intendiamo spuntare qualcosa di utile, come le modifiche delle regole delle clausole di salvaguardia ed una nuova normativa sull’etichettatura. Mai finora, come sistema Paese, si era assunta una posizione unitaria a tutti i livelli. Il Governo deve farsi sentire forte in Europa». L’incontro si era aperto con i saluti del direttore generale del Consorzio Est Sesia, Roberto Isola, del sindaco di Recetto Enrico Bertone e l’intervento del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale del Piemonte, onorevole Gilberto Pichetto Fratin: «La partita si gioca a livello europeo - ha detto Pichetto Fratin - Partendo dalla Regione sosteniamo le richieste dei rappresentanti della filiera del riso».
Il consigliere regionale Diego Sozzani ha ribadito: «Anche al G7 del riso di Milano si è parlato della necessità di rivedere le regole di applicazione della clausola di salvaguardia. Chiediamo poi che sulle etichette venga riportata la dicitura “prodotto in Italia”». Il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, ha osservato: «La strada è in salita, il questionario europeo sulla revisione del regolamento che riguarda anche l'import agevolato dai Pma non è stato neppure tradotto in italiano. Bisogna giocare di squadra, il vero problema su cui fare leva è la “food security” sulla capacità di auto-approvvigionamento. Oggi, 3 aprile, a Milano avremo un incontro di filiera, il 13 maggio incontreremo il ministro Martina. Secondo dati della Ce dal 2016 al 2026 si presume un aumento dei consumi del 6% soddisfabile totalmente con le importazioni dai Paesi rientranti negli accordi “Eba”, mentre quelle dai Paesi Meno Avanzati raggiungeranno il 50% del totale. La filiera risicola italiana va ancora bene così com’è?». Secondo Vittorio Pesato, consigliere regionale della Lombardia, «bisogna difendere un comparto vittima di un attacco speculativo violento, affrontando anche il problema della salute». Tra il pubblico anche Giuseppe Ferraris, produttore risicolo e presidente del Gruppo Riso del Copa-Cogeca che ha detto: «Lombardia e Piemonte dovrebbero dichiarare lo stato di crisi della risicoltura italiana». Per il presidente di Confagricoltura No-Vco Paola Battioli «servono interventi chiari sulla richiesta della clausola di salvaguardia e sull’etichettatura obbligatoria europea e nazionale». Manrico Brustia, presidente della Cia No,Vc e Vco ha evidenziato: «La situazione di crisi è grave, rendiamocene conto».
Filippo Bezio