Aviaria: è strage negli allevamenti del nord Italia
Negli allevamenti veneti e lombardi sono stati un milione gli uccelli morti per il virus H5N8

Negli allevamenti veneti e lombardi sono stati un milione gli uccelli morti per il virus H5N8
Galline ovaiole, tacchini e oche da carne sono le specie di animali che sono stati colpiti dal virus in una ventina di allevamenti tra Lombardia e Veneto. Un caso singolo si è registrato anche in Emilia. Questa volta il virus arriverebbe dai migratori del nord Europa, è la prima volta che succede che arrivi in maniera così potente dal nord Europa, così com'è la prima volta che il virus H5N8 colpisca fuori stagione.
E' un problema sanitario decisamente grave per gli allevatori: sono stati infatti centinaia di migliaia (nel giro di una settimana) i volatili che sono stati colpiti dal virus, e che, quindi, sono stati abbattuti. La situazione non è preoccupante per l'uomo, perché questo genere di virus non è in grado di essere trasmesso all'essere umano, ma tra volatili il virus, che è ad alta patogenicità, si diffonde molto rapidamente. Basta infatti che gli escrementi di un esemplare selvatico infetto caschino nelle vicinanze di un allevamento perché possa avvenire il contagio.
Sono ancora ben lontani i livelli dell'epidemia dell'inverno 1999/2000, che gettò nel panico l'Europa intera e compromise il commercio del pollame: a preoccupare gli esperti c'è il carattere particolarmente violento di questa ondata del virus, e il fatto che abbia colpito nei mesi caldi. Pare che ad averlo portato siano stati migratori contagiati dalla forma ad alta patogenicità del virus, e nello specifico germani, alzavole, fischioni che arrivano nelle valli venete per passare i mesi freddi dell'inverno dall'est Europa o dalla Siberia. Alcuni virus che i migratori dall'Est hanno portato con sé si è trasmesso ai selvatici stanziali in Italia, quali anatre e aironi. In primavera i piccoli nati erano a loro volta infettati, e hanno trasmesso in breve tempo l'H5N8, conducendolo anche agli allevamenti in questione.
A novembre torneranno i migratori, e ancora non è dato sapere se porteranno anche loro con sè i virus, e che tipo di virus saranno.