NOVARA - «Quella di oggi (sabato, ndr) a Novara sara? un’assemblea di portata storica». Parola di Maurizio Comoli (nella foto), vicepresidente del Cda del nuovo Banco Bpm spa, oltre che componente del Comitato esecutivo. L’appuntamento nella tensostruttura allestita nell’area del Terdoppio con l’assemblea dei soci «sara? infatti il primo momento, dopo la fusione, per ricordare da dove veniamo e cominciare a parlare del futuro». Un futuro ancora tutto da scrivere, per quella che – ricorda Comoli - «e? la terza banca italiana, fortemente radicata nelle aree piu? ricche e sviluppate del Paese: Piemonte. Lombardia e Veneto. Nel solo Piemonte Orientale puo? contare su un’incidenza del 31% in provincia di Novara, del 27,5% ad Alessandria, 29% a Verbania e 25% a Vercelli». Un gruppo di grandi dimensioni, «che avra? la “taglia” per offrire ancora meglio i servizi a famiglie, imprese e territorio che sono gia? nella sua mission. Questa assemblea rappresentera? un punto di svolta e, ci auguriamo, l’inizio di un percorso di ulteriore crescita».
Questa mattina, per la prima volta, confluiranno a Novara, insieme ai soci dell’ex Banco Popolare, anche quelli di Bpm, chiamati ad approvare i due bilanci chiusi al 31 dicembre 2016 in rosso di 1,7 miliardi (risultato di una perdita di 1,7 miliardi per l’ex Banco e di un utile da 72,7 milioni per l’ex Bpm), le determinazioni sulle politiche di remunerazione e incentivazine, il via libera all'acquisto di azioni proprie fino a un massimo dell'1%.
Ma l’assemblea sara? anche l’occasione per cercare di capire quali saranno i futuri assetti della banca, trasformata in spa dopo la fusione. Una fusione che, lo scorso autunno, i soci del Banco avevano approvato pressoche? all’unanimita?, ma che aveva invece incontrato molte piu? resistenze sul fronte Bpm.
Ulteriore novita? sara? data dal fatto che - venuta meno la forma di “banche popolari” - i soci voteranno per la prima volta senza il principio capitario, il che significa che a contare non saranno piu? le teste (all’insegna della storica logica “una testa un voto”), ma i capitali. E, visto che la maggioranza del capitale di questi gruppi e? oggi in mano a investitori istituzionali italiani ed esteri, non e? facilmente intuibile l'esito delle votazioni.
Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte e dell’Associazione industriali di Novara, nonche? componente del Cda di Banco Bpm, e? convinto pero? che la trasformazione in spa «non modifichera? l’animo del Banco: sono certo che l’attenzione al territorio, alla sua gente e alle imprese che vi operano restera? immutata». Ravanelli concorda sull’im portanza dell’assemblea odierna, «che segna davvero una tappa storica, essendo anche la prima dopo la fusione. Siamo diventati la terza banca in Italia, con grosse potenzialita? di sviluppo soprattutto nelle aree piu? ricche del Paese. E questo, in un momento in cui una certa ripresa comincia a palesarsi, potra? rappresentare per noi tutti un buon vantaggio. Credo che il 2017 sara? un anno importante per Banco Bpm e per il suo sviluppo futuro».
In un clima che e? ancora di incertezza, intanto, le organizzazioni sindacali guardano con attenzione all'assemblea ma preferiscono rimanere "alla finestra": : «Al momento - commenta Daniela Ferruta, del direttivo Fisac Cgil Novara e Vco per il Banco - e? troppo presto per qualsiasi considerazione oggettiva. Come per tutte le fusioni, c’e? un po’ di confusione, del tutto normale. La “macchina” si sta azionando, ma per capire cosa accadra?, occorrera? attendere il fondamentale passaggio della “migrazione informatica”. Solo quando tutte le strutture, a Verona e Milano, parleranno lo stesso linguaggio potranno essere messe in pratica le parti fondanti del nuovo piano industriale». Da giugno e fino al dicembre 2018 andrà intanto a regime il piano di uscite volontarie dei lavoratori: 2.100 (di cui 400 già avvenute sul fronte Banco) con un contraltare di 400 nuove assunzioni. Sul fronte della presenza sul territorio invece ieri, venerdì, hanno chiuso i battenti 49 sportelli Bpm: un'operazione necessaria per "dirottare" il personale sull'operazione di migrazione informatica. Laura Cavalli
NOVARA - «Quella di oggi (sabato, ndr) a Novara sara? un’assemblea di portata storica». Parola di Maurizio Comoli (nella foto), vicepresidente del Cda del nuovo Banco Bpm spa, oltre che componente del Comitato esecutivo. L’appuntamento nella tensostruttura allestita nell’area del Terdoppio con l’assemblea dei soci «sara? infatti il primo momento, dopo la fusione, per ricordare da dove veniamo e cominciare a parlare del futuro». Un futuro ancora tutto da scrivere, per quella che – ricorda Comoli - «e? la terza banca italiana, fortemente radicata nelle aree piu? ricche e sviluppate del Paese: Piemonte. Lombardia e Veneto. Nel solo Piemonte Orientale puo? contare su un’incidenza del 31% in provincia di Novara, del 27,5% ad Alessandria, 29% a Verbania e 25% a Vercelli». Un gruppo di grandi dimensioni, «che avra? la “taglia” per offrire ancora meglio i servizi a famiglie, imprese e territorio che sono gia? nella sua mission. Questa assemblea rappresentera? un punto di svolta e, ci auguriamo, l’inizio di un percorso di ulteriore crescita».
Questa mattina, per la prima volta, confluiranno a Novara, insieme ai soci dell’ex Banco Popolare, anche quelli di Bpm, chiamati ad approvare i due bilanci chiusi al 31 dicembre 2016 in rosso di 1,7 miliardi (risultato di una perdita di 1,7 miliardi per l’ex Banco e di un utile da 72,7 milioni per l’ex Bpm), le determinazioni sulle politiche di remunerazione e incentivazine, il via libera all'acquisto di azioni proprie fino a un massimo dell'1%.
Ma l’assemblea sara? anche l’occasione per cercare di capire quali saranno i futuri assetti della banca, trasformata in spa dopo la fusione. Una fusione che, lo scorso autunno, i soci del Banco avevano approvato pressoche? all’unanimita?, ma che aveva invece incontrato molte piu? resistenze sul fronte Bpm.
Ulteriore novita? sara? data dal fatto che - venuta meno la forma di “banche popolari” - i soci voteranno per la prima volta senza il principio capitario, il che significa che a contare non saranno piu? le teste (all’insegna della storica logica “una testa un voto”), ma i capitali. E, visto che la maggioranza del capitale di questi gruppi e? oggi in mano a investitori istituzionali italiani ed esteri, non e? facilmente intuibile l'esito delle votazioni.
Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte e dell’Associazione industriali di Novara, nonche? componente del Cda di Banco Bpm, e? convinto pero? che la trasformazione in spa «non modifichera? l’animo del Banco: sono certo che l’attenzione al territorio, alla sua gente e alle imprese che vi operano restera? immutata». Ravanelli concorda sull’im portanza dell’assemblea odierna, «che segna davvero una tappa storica, essendo anche la prima dopo la fusione. Siamo diventati la terza banca in Italia, con grosse potenzialita? di sviluppo soprattutto nelle aree piu? ricche del Paese. E questo, in un momento in cui una certa ripresa comincia a palesarsi, potra? rappresentare per noi tutti un buon vantaggio. Credo che il 2017 sara? un anno importante per Banco Bpm e per il suo sviluppo futuro».
In un clima che e? ancora di incertezza, intanto, le organizzazioni sindacali guardano con attenzione all'assemblea ma preferiscono rimanere "alla finestra": : «Al momento - commenta Daniela Ferruta, del direttivo Fisac Cgil Novara e Vco per il Banco - e? troppo presto per qualsiasi considerazione oggettiva. Come per tutte le fusioni, c’e? un po’ di confusione, del tutto normale. La “macchina” si sta azionando, ma per capire cosa accadra?, occorrera? attendere il fondamentale passaggio della “migrazione informatica”. Solo quando tutte le strutture, a Verona e Milano, parleranno lo stesso linguaggio potranno essere messe in pratica le parti fondanti del nuovo piano industriale». Da giugno e fino al dicembre 2018 andrà intanto a regime il piano di uscite volontarie dei lavoratori: 2.100 (di cui 400 già avvenute sul fronte Banco) con un contraltare di 400 nuove assunzioni. Sul fronte della presenza sul territorio invece ieri, venerdì, hanno chiuso i battenti 49 sportelli Bpm: un'operazione necessaria per "dirottare" il personale sull'operazione di migrazione informatica. Laura Cavalli