Borgolon: l'intervento di Domenico Rossi
Il consigliere regionale è vicino ai lavoratori varalpombiesi
Il consigliere regionale è vicino ai lavoratori varalpombiesi
«Un'altra azienda che rischia di chiudere nel nostro territorio. Non perché sia in crisi, ma perché le regole del mercato hanno deciso che sia più conveniente per l'imprenditore produrre da un'altra parte (in questo caso in Slovenia). Con buona pace di chi crede che il mercato da solo possa portare equilibrio e benessere. Non è così: fa gli interessi dei pochi che hanno tanto. Certo la politica è fragile perché è costretta ad affrontare sfide globali con strumenti locali. Anche per questo è necessario rafforzare l'Europa politica. Seguirò con attenzione il caso specifico sperando che ci sia un passo indietro da parte dell'azienda e che si raggiunga un risultato che tuteli i lavoratori e le famiglie». Con queste parole il consigliere regionale del Partito democratico Domenico Rossi, esprime la sua vicinanza ai lavoratori della ditta Borgolon di Varallo Pombia, in sciopero da quando i vertici dell'azienda hanno deciso di chiudere lo stabilimento di Varallo Pombia per spostare la produzione di tessuti elastici all'estero. In questo momento i lavoratori attivi nella fabbrica sono 12, a rotazione, mentre si attende l'apertura di un tavolo di lavoro e confronto stabile negli uffici della Regione Piemonte. Il commento di Rossi arriva al margine di un incontro con le sigle sindacali a Torino: «Una situazione drammatica - ha spiegato il consigliere - che si aggiunge alle tante che negli ultimi anni hanno colpito il Piemonte: sono vicino ai lavoratori così come la Regione che ha espresso massimo interesse ed impegno su questa difficile vertenza. La situazione è resa ancora più grave dalle motivazioni di questa scelta, che, a quanto raccontato dai lavoratori, non risiedono in un momento di crisi dell’azienda, ma in una scelta legata alle sole logiche del mercato globalizzato. Mi auguro – ha concluso Rossi – che i tavoli di crisi siano il luogo dove si possano trovare le mediazioni necessarie a tutela dei 42 dipendenti e delle loro famiglie».