Dove il Ticino non e? piu? fiume Azzurro
GALLIATE - Non sembrano esserci speranze, nell’immediato, per risolvere il problema del depuratore di Sant’Antonino, responsabile delle pessime condizioni in cui, anche in questi giorni, versa il fiume Ticino, nella zona di Galliate e sulla sponda lombarda. «Anche in questi giorni - conferma infatti Giancarlo Bertuzzi, appassionato barcaiolo e attento conoscitore del tratto galliatese del Fiume Azzurro - la qualita? delle acque e? pessima: la solita patina scura che si deposita sui sassi della riva e del fondale, mentre in altri punti e? possibile vedere chiaramente gli sversamenti schiumosi: l’acqua sembra un cappuccino... Uno schifo! Purtroppo sono anni che combattiamo con questo problema del depuratore, ma la fine della battaglia sembra ben lungi dal vedersi».
E l’ennesimo tavolo tecnico convocato mercoledi? dalla Regione Lombardia presso l’impianto di Sant’Antonino non e? certo servito a rinforzare le speranze di vedere un miglioramento in tempi brevi. «Il territorio e? stanco di questa situazione – spiegano Roberto Vellata (galliatese, coordinatore dell’associazione Amici del Ticino) e Claudio Spreafico del Coordinamento Salviamo il Ticino – di questo limbo che non sembra condurre ad alcuna soluzione. A fronte di tanti tavoli di confronto durati quasi tre anni, i miglioramenti sono scarsi e le lacune moltissime. Nel frattempo il Canale Industriale, a Nosate, continua a ricevere uno scarico ricco di schiume e da Turbigo questo carico inquinante si trasferisce nel Ticino e nel Naviglio Grande. L’acqua del fiume in questo tratto e? spesso scura e maleodorante mentre i sassi si riempiono di una viscida patina di alghe. Non possiamo abbassare la guardia, per questo chiediamo a Regione Lombardia di continuare a vigilare attraverso Arpa sia nella fase di valutazione del funzionamento degli interventi fatti che nel periodo di monitoraggio».
Laura Cavalli
Leggi tutto l'articolo sul Corriere di Novara di sabato 15 luglio 2017

GALLIATE - Non sembrano esserci speranze, nell’immediato, per risolvere il problema del depuratore di Sant’Antonino, responsabile delle pessime condizioni in cui, anche in questi giorni, versa il fiume Ticino, nella zona di Galliate e sulla sponda lombarda. «Anche in questi giorni - conferma infatti Giancarlo Bertuzzi, appassionato barcaiolo e attento conoscitore del tratto galliatese del Fiume Azzurro - la qualita? delle acque e? pessima: la solita patina scura che si deposita sui sassi della riva e del fondale, mentre in altri punti e? possibile vedere chiaramente gli sversamenti schiumosi: l’acqua sembra un cappuccino... Uno schifo! Purtroppo sono anni che combattiamo con questo problema del depuratore, ma la fine della battaglia sembra ben lungi dal vedersi».
E l’ennesimo tavolo tecnico convocato mercoledi? dalla Regione Lombardia presso l’impianto di Sant’Antonino non e? certo servito a rinforzare le speranze di vedere un miglioramento in tempi brevi. «Il territorio e? stanco di questa situazione – spiegano Roberto Vellata (galliatese, coordinatore dell’associazione Amici del Ticino) e Claudio Spreafico del Coordinamento Salviamo il Ticino – di questo limbo che non sembra condurre ad alcuna soluzione. A fronte di tanti tavoli di confronto durati quasi tre anni, i miglioramenti sono scarsi e le lacune moltissime. Nel frattempo il Canale Industriale, a Nosate, continua a ricevere uno scarico ricco di schiume e da Turbigo questo carico inquinante si trasferisce nel Ticino e nel Naviglio Grande. L’acqua del fiume in questo tratto e? spesso scura e maleodorante mentre i sassi si riempiono di una viscida patina di alghe. Non possiamo abbassare la guardia, per questo chiediamo a Regione Lombardia di continuare a vigilare attraverso Arpa sia nella fase di valutazione del funzionamento degli interventi fatti che nel periodo di monitoraggio».
Laura Cavalli
Leggi tutto l'articolo sul Corriere di Novara di sabato 15 luglio 2017
