«Il risarcimento dei danni è un diritto»

«Il risarcimento dei danni è un diritto»
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DIVIGNANO - Agricoltori sempre sul piede di guerra rinnovano il loro “basta” ai cinghiali. Restano agguerriti i coltivatori di Divignano e dintorni: non ne possono più di svegliarsi la mattina per controllare il proprio campo trovandolo brutalmente “arato” dai cinghiali. Ancora peggio quando poi arriva nella buca delle lettere l’avviso di pagamento per un accertamento dall’ufficio delle Entrate, che si raddoppia in quattro mesi. «E se noi raddoppiassimo ogni quattro mesi gli importi che lo Stato dovrebbe darci per risarcimento danni, a quanto ammonterebbe la cifra oggi?». A parlare in rappresentanza anche degli altri colle

DIVIGNANO - Agricoltori sempre sul piede di guerra rinnovano il loro “basta” ai cinghiali. Restano agguerriti i coltivatori di Divignano e dintorni: non ne possono più di svegliarsi la mattina per controllare il proprio campo trovandolo brutalmente “arato” dai cinghiali. Ancora peggio quando poi arriva nella buca delle lettere l’avviso di pagamento per un accertamento dall’ufficio delle Entrate, che si raddoppia in quattro mesi. «E se noi raddoppiassimo ogni quattro mesi gli importi che lo Stato dovrebbe darci per risarcimento danni, a quanto ammonterebbe la cifra oggi?». A parlare in rappresentanza anche degli altri colleghi sono gli agricoltori Visconti di Agrate Conturbia, Giuliano Botton di Divignano, Cristina Marinella e il marito Stefano Fagnoni. «I danni subiti dai cinghiali nessuno ce li paga – lamentano – Da anni si rimpallano la questione l’uno con l’altro e ci sentiamo presi in giro», ammette Botton. «Il risarcimento non è un aiuto – aggiunge Fagnoni – ma un diritto, non può arrivare dopo anni dal danno subito. Nel frattempo gli agricoltori devono pagare le tasse». Sono sempre di più i coltivatori che si trovano a fare i conti con i danni da ungulati (daini e cinghiali soprattutto); non si tratta di una richiesta di aiuto, piuttosto sono somme stabilite da periti di volta in volta per sopperire al mancato raccolto. Nella zona dei campi che collegano Divignano a Gattico non è difficile vedere campi distrutti: «Di un campo in quelle condizioni non si può più fare nulla – spiegano – E bisogna aggiungere poi la possibile rottura delle macchine agricole sotto ogni buca che provoca un colpo». «Nessuno fa qualcosa per limitare i danni – concludono – ogni anno sono sempre di più gli esemplari presenti tra campi e boschi e noi subiamo senza prendere un soldo». Chiedono quello che è loro dovuto, che qualcuno si assuma la responsabilità per i danni subiti e che, prima o poi, risponda alle loro istanze.

Silvia Biasio