Sgominato dai Carabinieri imponente giro di spaccio nelle campagne di Suno

SUNO – Importante operazione antidroga da parte dei Carabinieri della Stazione di Momo, in sinergia con i reparti specializzati del Comando provinciale di Novara e il Nucleo cinofili di Volpiano. Un’operazione che ha condotto all’arresto di tre marocchini, alla denuncia di una quarta persona e all’individuazione di un imponente traffico di droga, in particolare cocaina ed eroina, che ha coinvolto un centinaio di assuntori in provincia di Novara.
Nome dell’operazione, “Costa Bella”. I tre spacciatori individuati trafficavano la sosta
SUNO – Importante operazione antidroga da parte dei Carabinieri della Stazione di Momo, in sinergia con i reparti specializzati del Comando provinciale di Novara e il Nucleo cinofili di Volpiano. Un’operazione che ha condotto all’arresto di tre marocchini, alla denuncia di una quarta persona e all’individuazione di un imponente traffico di droga, in particolare cocaina ed eroina, che ha coinvolto un centinaio di assuntori in provincia di Novara.
Nome dell’operazione, “Costa Bella”. I tre spacciatori individuati trafficavano la sostanza stupefacente nelle campagne di Suno. Sono stati identificati con video e foto anche, come anticipato, un centinaio di assuntori.
L’indagine è nata agli inizi del 2016, quando i Carabinieri della Stazione di Momo, avuta notizia di una possibile attività di spaccio in località "Costa Bella" a Suno, decidevano di fermare e perquisire alcuni ragazzi che si aggiravano in auto in quella zona. Alcuni di questi controlli sono risultati positivi e hanno permesso di sorprendere i conducenti e i passeggeri in possesso di piccole quantità di cocaina, eroina e hascisc. Le testimonianze delle persone fermate hanno permesso di chiarire la situazione e individuare un primo nucleo di soggetti responsabili dello spaccio. I Carabinieri si sono quindi appostati nella boscaglia per verificare l’identità degli spacciatori.
La zona era ormai conosciuta. Si doveva andare a “Preja da scalavè”, percorrere la strada sterrata fino al “bivio delle gomme” (ossia un incrocio contraddistinto dalla presenza di una pila di pneumatici posti quasi come un cartello stradale) e imboccare una mulattiera in salita per un centinaio di metri. Alla fine, c’è uno spiazzo con un grande albero caduto. Chi si fermava lì e spegneva il motore, veniva avvicinato da “Stefano”, un ragazzo di origine nord africana che gli proponeva la droga. 70 euro per un grammo di cocaina. 20 euro per uno di eroina. Ma si poteva contrattare. “Se prendi tre grammi ti faccio prezzo buono” era solito ripetere “Stefano”. Per quelli che avevano pochi soldi, invece , c’erano delle formule economiche: “Dammi venti euro e ti do una goccia”. La ‘goccia’ o ‘skizzo’ è la dose minima. Si tratta solitamente di una quantità approssimativa di 1/3 di grammo.
I Carabinieri si appostano, si nascondono e scoprono che - oltre a quello incaricato di spacciare le piccole dosi - ci sono altre due “vedette” nascoste nella boscaglia. I militari scattano le foto. Le indagini rivelano un giro d’affari imponente. 60 autovetture individuate e un centinaio di assuntori provenienti da diverse parti del Piemonte e della Lombardia.
Nell’area di spaccio, proporzionalmente al giro d’affari, crescono anche gli effetti della frequentazione. Oltre agli ombrelloni utilizzati dagli spacciatori, aumentano anche le buste di plastica, il pattume, anche qualche siringa usata. Il 13 aprile scatta il blitz. I carabinieri di Momo, con l’aiuto dei cani antidroga di Volpiano e i colleghi di Novara, fermano i tre ragazzi nordafricani e li arrestano.
Si tratta di E.M.N. marocchino del 1994, privo di documenti di identificazione, clandestino sul territorio e senza fissa dimora; D.S. detto “Stefano” nato in Marocco nel 1992, titolare di permesso di soggiorno scaduto di validità e senza fissa dimora; E. M. nato in Marocco nel ’93, privo di documenti dì identificazione, clandestino e senza fissa dimora.
Vengono arrestati con l’accusa di spaccio. Ora sono in Carcere. Durante l’interrogatorio di garanzia hanno reso piena confessione, riconoscendo gli addebiti. Del resto le immagini fotografiche lasciavano poco spazio di decisione.
mo.c.