Traffico pesante, albergatori in rivolta

Traffico pesante, albergatori in rivolta
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CUSIO - Albergatori sul “piede di guerra” nel Cusio contro il traffico pesante. Dopo le proteste per la frequenza e il rumore dei treni merci, ora scatta anche la protesta per «i tanti, troppi camion che percorrono la Provinciale 229 del Lago d’Orta». L’Unione Turistica Lago d’Orta da tempo segnala che “il litorale orientale è cinto d’assedio, in pratica la ‘fetta’ di territorio tra il lago, la strada regionale e la ferrovia. Un problema che non conosce orario e che di notte disturba il sonno di abitanti e turisti”. Pettenasco, secondo gli albergatori, è uno dei Comuni più toccati dal problema.

CUSIO - Albergatori sul “piede di guerra” nel Cusio contro il traffico pesante. Dopo le proteste per la frequenza e il rumore dei treni merci, ora scatta anche la protesta per «i tanti, troppi camion che percorrono la Provinciale 229 del Lago d’Orta». L’Unione Turistica Lago d’Orta da tempo segnala che “il litorale orientale è cinto d’assedio, in pratica la ‘fetta’ di territorio tra il lago, la strada regionale e la ferrovia. Un problema che non conosce orario e che di notte disturba il sonno di abitanti e turisti”. Pettenasco, secondo gli albergatori, è uno dei Comuni più toccati dal problema.
Oreste Primatesta, presidente dell’Unione, esprime tutta la sua preoccupazione: «Abbiamo già ricevuto e-mail di turisti che si lamentano del problema, e non possiamo dar loro torto. Problemi che perdurano da anni e che non hanno mai ricevuto risposta: altro brutto esempio della poca attenzione e sensibilità che, in Italia, si ha nei confronti di un turismo che vuol camminare insieme al territorio, valorizzarne le bellezze ambientali e naturali, costruire sinergie nel segno della sostenibilità… e tutto finisce con il rumore, assordante, di un treno in corsa o di un camion che percorre – spesso a gran velocità – la principale arteria viaria del nostro lago».
Per questo, Primatesta chiede «un’ampia collaborazione da parte degli enti territoriali, in particolare la condivisione e la sensibilità dei sindaci: ci aiutino a portare le istanze del turismo sul tavolo di chi si deve occupare di affrontare e risolvere questi problemi. Insomma, serve sensibilità. Di certo, promuovere nella sua interezza il Lago d’Orta diventa difficile se poi i turisti si trovano a dover fare i conti con rumore e mezzi pesanti».
Secondo gli albergatori, il problema si sarebbe acutizzato con l’apertura della nuova galleria di Gravellona Toce, che rende più appetibile e semplice l’accesso viario al Cusio e il collegamento con la vicina pianura novarese: in molti, per evitare il pedaggio alla barriera di Arona, scendono direttamente dall’Ossola ed entrano in autostrada a Borgomanero. 
«Il problema è molto sentito a Pettenasco - aggiunge Primatesta -, centro urbano che, di fatto, è tagliato in due da ferrovia e strada regionale: sulla stessa si affaccia anche la maggioranza delle strutture ricettive, compresi i campeggi. Le soluzioni? Ci sono: barriere antirumore a lato della ferrovia e limitazione del traffico dei mezzi pesanti sulla lacuale, magari studiando agevolazioni per la percorrenza dell’autostrada A26 da parte degli stessi».
C’è poi il paradosso: «Sì, perché se da un lato i camion hanno facile accesso sulla lacuale, molto spesso i bus dei turisti che debbono percorrere la via delle Due Riviere (per recarsi nelle strutture dei paesi in altura e, da questi, raggiungere il lago) sono impossibilitati ad attraversare la ferrovia a causa delle ristrette dimensioni del vecchio sottopasso di Legro. Già lo scorso anno avevamo sottolineato il problema, ma nessuno ha fatto nulla per poterlo risolvere». Peraltro, il rifacimento del sottopasso di Legro è un tema che si protrae ormai da trent’anni: «Se ne parlava già negli Anni Ottanta, si è persino steso un progetto ma non si è mai fatto nulla di concreto: adesso è tempo di ascoltare la voce del territorio e di chi crea economia in quello che è il settore trainante per un gran numero di microimprese, come appunto il turismo. Ed è una voce che non può restare inascoltata. I turisti vanno incoraggiati e il turismo sostenuto. Non il contrario. Non chiediamo soldi pubblici a nessuno (anzi, apportiamo risorse grazie alle tasse di soggiorno che riscuotiamo e versiamo senza nulla trattenere), e la nostra stessa Unione Turistica nasce e si autofinanzia grazie all’impegno di operatori e imprenditori che “ci credono” e vogliono far molto per il loro territorio, dove lavorano e che amano loro stessi per primi. Ma vogliamo rispetto e pretendiamo di non essere ostacolati: una corretta politica dei trasporti è necessaria e va integrata allo sviluppo di un territorio che vive soprattutto di turismo e che è un’immagine positiva e unica delle bellezze culturali, paesaggistiche e storiche in Italia e nel mondo come, appunto, è il Lago d’Orta».
m.d.

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