Colletta per rimpatriare la salma del giovane marocchino

GOZZANO - Farà ritorno in Marocco, dopo le necessarie verifiche medico-legali, il corpo di Sofiane Marouane, il giovane che tragicamente ha perso la vita venerdì pomeriggio nelle acque del Cusio, probabilmente a causa di un malore o della lunga permanenza nelle ancora fredde acque del lago dove era entrato, lui che sapeva nuotare, per un bagno rinfrescante vista la giornata calda e soleggiata.
GOZZANO - Farà ritorno in Marocco, dopo le necessarie verifiche medico-legali, il corpo di Sofiane Marouane, il giovane che tragicamente ha perso la vita venerdì pomeriggio nelle acque del Cusio, probabilmente a causa di un malore o della lunga permanenza nelle ancora fredde acque del lago dove era entrato, lui che sapeva nuotare, per un bagno rinfrescante vista la giornata calda e soleggiata. Era insieme ad un amico che, insieme ad altre persone presenti, ha immediatamente dato l’allarme.
Doloroso e traumatico l’evento, accaduto al Lido gozzanese ad una trentina di metri dalla riva: purtroppo inutili i soccorsi subito intervenuti. Colpita duramente negli affetti più cari la mamma, che da molti anni è in Italia, lavorando in una Casa di riposo e risiedendo a Gozzano. Non appena appresa la notizia, la donna è giunta sul luogo dell’evento accompagnata dai Carabinieri, straziata per la perdita dell’unico figlio maschio.
Anche sabato mattina il sindaco Carla Biscuola, che già si era recata sul luogo dell’accaduto venerdì insieme al vicesindaco Libera Ricci, è tornata a casa dello scomparso per una visita e per sincerarsi delle condizioni della donna. «In sette anni - ha riferito - ho vissuto tante situazioni difficili ma non potrò mai dimenticare lo sguardo di questa mamma disperata. Molto solidale - ha poi commentato il primo cittadino - la comunità marocchina, che si è immediatamente attivata per dare conforto alla famiglia e per raccogliere fondi da destinare alle spese di trasporto della salma in Marocco, molto consistenti. Una grande solidarietà che induce ad una riflessione profonda».
Maria Antonietta Trupia
leggi il servizio sul Corriere di Novara di lunedì 23 maggio