"State alla larga da questa pianta"

MAGGIORA - “Se quando andate in giro per boschi vi imbattete nella Panace di Mantegazza state alla larga, evitando di toccarla”: chi parla è Paolo Jean, responsabile del Gruppo Alpini di Maggiora. Uno che di boschi se ne intende e che tramite internet vuole mettere in guardia chiunque, complice la stagione estiva ormai alle porte, si inoltri per fare un escursione o una passeggiata in un bosco.
La pianta da evitare ha un nome scientifico, Heracleum mantegazzianum, ma – spiega Jean - è meglio conosciuta come Panace di Mantegazza. “Può crescere in altezza fino a 5 metri “ spiegano i botanici del Museo di Storia Naturale di Milano, Gabriele Galasso ed Enrico Banfi, che hanno lavorato alla classificazione delle specie invasive promossa dal ministero dell’ Ambiente a livello nazionale. «La Panace di Mantegazza fiorisce una sola volta nella sua vita e poi muore». La Lombardia è risultata essere la regione con il maggior numero di specie «aliene» e invasive. «Le prime sono 545 su un totale di 3.220 specie spontanee – aggiungono i due esperti, che hanno lavorato con la Regione per predisporre un database e un manuale botanico-applicativo -. A esse si sommano 84 specie invasive». Seppur la sua vita è breve, la sua crescita è molto veloce
MAGGIORA - “Se quando andate in giro per boschi vi imbattete nella Panace di Mantegazza state alla larga, evitando di toccarla”: chi parla è Paolo Jean, responsabile del Gruppo Alpini di Maggiora. Uno che di boschi se ne intende e che tramite internet vuole mettere in guardia chiunque, complice la stagione estiva ormai alle porte, si inoltri per fare un escursione o una passeggiata in un bosco.
La pianta da evitare ha un nome scientifico, Heracleum mantegazzianum, ma – spiega Jean - è meglio conosciuta come Panace di Mantegazza. “Può crescere in altezza fino a 5 metri “ spiegano i botanici del Museo di Storia Naturale di Milano, Gabriele Galasso ed Enrico Banfi, che hanno lavorato alla classificazione delle specie invasive promossa dal ministero dell’ Ambiente a livello nazionale. «La Panace di Mantegazza fiorisce una sola volta nella sua vita e poi muore». La Lombardia è risultata essere la regione con il maggior numero di specie «aliene» e invasive. «Le prime sono 545 su un totale di 3.220 specie spontanee – aggiungono i due esperti, che hanno lavorato con la Regione per predisporre un database e un manuale botanico-applicativo -. A esse si sommano 84 specie invasive». Seppur la sua vita è breve, la sua crescita è molto veloce visto che può arrivare a raggiungere i 5 metri di altezza. Il problema non è solo che si tratta di una pianta molto invasiva, la preoccupazione principale è che può arrecare seri danni alla nostra salute. Così temuta, per i danni che il contatto con il liquido interno può recare alla salute, che la Regione Lombardia ne ha fatto oggetto di un’allerta a tutte le Asl. I danni che questa pianta può causare sono vesciche, eruzioni cutanee e ustioni che possono richiedere fino a sette anni per raggiungere una completa guarigione. La sua linfa contiene sostanze chimiche tossiche che reagiscono con la luce, a contatto con la pelle umana, causando la formazione di vesciche. In pratica impedisce alla pelle di proteggersi dai raggi solari, e le conseguenze sono delle bruttissime scottature che lasciano evidenti cicatrici. Se la sua linfa entra in contatto con gli occhi, può causare cecità momentanea o permanente. Se per qualsiasi ragione si entrasse in contatto con questa pianta, la prima cosa da fare è lavarsi con acqua e sapone e poi recarsi all’ospedale. Gli esperti raccomandano di eradicarla nel caso la si dovesse vedere. Per farlo occorre però proteggere il corpo con abiti adatti, munirsi di guanti e occhiali, e coprirsi anche il viso. E’ una pianta molto pericolosa ed è fondamentale saperla riconoscere.
Carlo Panizza