Una classica dell'alpinismo per il Cai Borgomanero

Una classica dell'alpinismo per il Cai Borgomanero
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BORGOMANERO - “L’escursione effettuata il 2 e il 3 luglio dal Cai di Borgomanero è una “classica” che non dovrebbe mancare nel bagaglio e nel cuore di ogni appassionato di montagna della nostra zona” . Lo sostiene Gianni Fioramonti, consigliere del club con l’incarico di addetto stampa. “Si caratterizza infatti – sostiene Fioramonti - come riuscito connubio tra percorso escursionistico e alpinismo di grado facile, alla portata di chiunque sia sufficientemente allenato. I partecipanti hanno vissuto un’esperienza ricca di stimoli, con il passaggio dal centro mondano di Cervinia, alla fascia dei pascoli e delle malghe, alla zona delle nevi perenni, con gli impianti di risalita, le piste da sci, allo scenario dei rinomati 4000 valdostani. Passo dopo passo, accompagnati da una bizzosa ma leggera pioggerellina, il primo giorno dal Colle del Teodulo ci siamo portati al Rifugio Guide del Cervino, scelto per il pernottamento. L’indomani, sfiorando le propagg

BORGOMANERO - “L’escursione effettuata il 2 e il 3 luglio dal Cai di Borgomanero è una “classica” che non dovrebbe mancare nel bagaglio e nel cuore di ogni appassionato di montagna della nostra zona” . Lo sostiene Gianni Fioramonti, consigliere del club con l’incarico di addetto stampa. “Si caratterizza infatti – sostiene Fioramonti - come riuscito connubio tra percorso escursionistico e alpinismo di grado facile, alla portata di chiunque sia sufficientemente allenato. I partecipanti hanno vissuto un’esperienza ricca di stimoli, con il passaggio dal centro mondano di Cervinia, alla fascia dei pascoli e delle malghe, alla zona delle nevi perenni, con gli impianti di risalita, le piste da sci, allo scenario dei rinomati 4000 valdostani. Passo dopo passo, accompagnati da una bizzosa ma leggera pioggerellina, il primo giorno dal Colle del Teodulo ci siamo portati al Rifugio Guide del Cervino, scelto per il pernottamento. L’indomani, sfiorando le propaggini del Piccolo Cervino, ci siamo immessi sulla traccia che, dal Colle del Breithorn, passa alla base delle due omonime, l’Occidentale e l’Orientale, la Roccia Nera, il Castore e il Polluce, godendo di una vista sul Cervino, sul Monte bianco, sul Gran Combin, sul Monviso … nitidi nelle sporgenze, stagliati nei profili, scintillanti al riverbero del sole, svettanti nell’azzurro più terso. Quando la coltre glaciale ci ha introdotti nella parte della Val d’Ayas è incominciata la discesa, lunga ma varia ed affascinante: prima rasentando la morena da cui prede vita il torrente, poi imboccando un sentiero, serpeggiante tra i colori della esuberante fioritura estiva, con in sottofondo lo scrosciare dell’acqua tra i massi, tra gli aromi della pineta, del sottobosco e del fieno, fino alla meta, il pittoresco villaggio di St Jacques. Nei momenti di cammino silenzioso è stato possibile riscoprire le tracce di storia della montagna e di vita dei popoli che qui sono rimaste impresse. Abbiamo calcato le orme dei colonizzatori walser che, dopo aver scorto da questi valichi la ridente Vallata, ne sono stati attratti irrimediabilmente, vi si sono insediati e hanno lasciato nei villaggi i segni inconfondibili della loro cultura; abbiamo sostato in alcuni Rifugi dai nomi prestigiosi, Guide del Cervino, Guide di Ayas, Mezzalama, che hanno trasformato la scoperta e la conquista della montagna in una eroica, avventurosa epopea. Il ristretto numero di partecipanti ha favorito la nascita o il rafforzamento di relazioni amichevoli, in un clima di benessere e di familiarità. Chi ha effettuato la traversata – conclude Fioramonti - ha mille motivi di soddisfazione. A chi vi ha rinunciato propongo di annotarla sull’agenda dei sogni, affinché essi, adeguatamente coltivati, diventino progetti e infine pagine di vita vissuta”. Nella foto di Paolo Zanetta i partecipanti all’escursione organizzata dal Cai di Borgomanero.

Carlo Panizza

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