Caso Veneto Banca, incontro affollato a Borgomanero

Caso Veneto Banca, incontro affollato a Borgomanero
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BORGOMANERO - “Il caso Veneto Banca nel novarese e nel Vco: 2007/2016 da Banca Popolare di Intra alla cronaca del risparmio tradito: stru- menti di tutela per privati e imprese”: questo il tema dell’incontro che si e? tenuto sabato mattina a Borgomanero organizzato dalla societa? di consulenza “Utilia.Org. srl” con sede a Novara, gia? promotrice del dibattito a livello nazionale sui temi del “rimborso dimezzato dei Buoni fruttiferi postali” e dell’attuazione della nuova direttiva sui mutui. Ironia della sorte l’incontro si e? svolto nella sala “Carlo Giustina” , gia? storico “salone delle feste” della Soms. Nessuno tra i presenti che gremivano la sala aveva pero? voglia di festeggiare: abbiamo incrociato solo volti tesi, cupi, preoccupati e anche molti rassegnati di fronte ad una situazione che nessuno solo qualche anno fa avrebbe potuto immaginare e che ora sta mettendo a rischio i risparmi di migliaia di risparmiatori, di correntisti e di tante imprese radicate sul territorio. E’ toccato a Fabio Barbieri di “Utilia Org srl” ripercorrere sinteticamente le tappe che hanno portato alla preoccupan

BORGOMANERO - “Il caso Veneto Banca nel novarese e nel Vco: 2007/2016 da Banca Popolare di Intra alla cronaca del risparmio tradito: stru- menti di tutela per privati e imprese”: questo il tema dell’incontro che si e? tenuto sabato mattina a Borgomanero organizzato dalla societa? di consulenza “Utilia.Org. srl” con sede a Novara, gia? promotrice del dibattito a livello nazionale sui temi del “rimborso dimezzato dei Buoni fruttiferi postali” e dell’attuazione della nuova direttiva sui mutui. Ironia della sorte l’incontro si e? svolto nella sala “Carlo Giustina” , gia? storico “salone delle feste” della Soms. Nessuno tra i presenti che gremivano la sala aveva pero? voglia di festeggiare: abbiamo incrociato solo volti tesi, cupi, preoccupati e anche molti rassegnati di fronte ad una situazione che nessuno solo qualche anno fa avrebbe potuto immaginare e che ora sta mettendo a rischio i risparmi di migliaia di risparmiatori, di correntisti e di tante imprese radicate sul territorio. E’ toccato a Fabio Barbieri di “Utilia Org srl” ripercorrere sinteticamente le tappe che hanno portato alla preoccupante attuale realta?. Partendo da lontano, da quando nel 1873 venne costituita la Banca Popolare di Intra, una societa? cooperativa che un secolo piu? tardi avrebbe deciso di uscire dalla “zona storica” per espandersi nella vicina Lombardia con l’acquisizione del controllo della Banca Popolare di Monza e Brianza e della Banca Popolare di Sesto San Giovanni, avvenuta tra il 2000 e il 2002. Risale al 2007 la decisione di entrare a far parte del Gruppo Veneto Banca.

«Nel 2013 - ha ricordato Barbieri – Banca d’Italia costrinse Veneto Banca ad effettuare pesanti rettifiche delle garanzie sui crediti e a chiudere per la prima volta il bilancio in rosso. Nel 2014 il valore delle azioni era pari a € 39,50 ma nel 2012 aveva toccato il valore piu? alto: € 40,75. Nel 2015 venne varato il piano industriale che prevedeva la chiusura entro il 2017 di 130 filiali. In quello stesso anno l'assemblea straordinaria dei soci approvo? la trasformazione in societa? per azioni, come richiesto dall’Ue e la conseguente quotazione in Borsa, con la necessita? di un aumento di capitale da 1 miliardo di euro per migliorare i deteriorati coefficienti patrimoniali (Core Tier). I soci dissenzienti avrebbero potuto recedere al prezzo di 7,30 € (perdita del valore dell'80% sul valore nominale), come determinato dal consiglio di amministrazione del 2 dicembre 2015. Ma all'aumento di capitale di fine giugno 2016 hanno aderito solamente il 2,2% dei vecchi azionisti, notevolmente meno della percentuale minima stabilita dalla Borsa per assicurare un flottante sufficiente, pari al 25%. Per cui il 27 giugno scorso e? stata revocata l'autorizzazione alla quotazione alla Borsa di Milano. Come conseguenza di cio? agli aderenti e? stato riconosciuto il diritto di revoca esercitato per un totale di 108.131.234 nuove azioni e tutto il resto dell'aumento di capitale da un miliardo di euro, con l'emissione di 10 miliardi di nuove azioni a 0,10 eu- ro, e? stato sottoscritto dal Fondo Atlante arrivato cosi? a controllare il 97,64% del capitale azionario dell'istituto». Ad essere penalizzati da tutte queste vicende sono stati soprattutto i possessori della azioni, i piccoli risparmiatori e le piccole e medie imprese, cioe? gli storici clienti della “Intra” che si sono "traditi" dalla loro "vecchia" banca.

«Mi hanno detto –ha raccontato Paolo, cliente residente a San Maurizio d’Opaglio – che l’investimento che mi era stato proposto sarebbe potuto tornare utile per la mia attivita? imprenditoriale. Lo faccia, mi avevano consigliato, e? una corsia preferenziale per poter avere maggior credito...». «Mi avevano detto che era un’azione con un buon dividendo – ha invece raccontato Maria Grazia di Novara - e un valore che nel corso degli anni e? sempre salito». «Avevo bisogno di fare cassa e rientrare nell’investimento – e? la testimonianza resa da Luca, borgomanerese – ho invece scoperto a mie spese che le azioni della Veneto Banca erano difficili da vendere».
Ma quali strumenti hanno a disposizione privati ed imprese per cercare di non vedere andare in fumo i risparmi di una vita e i loro investimenti? «Prima di tutto – ha detto l’avvocato Marta Buffoni di Novara – e? necessario effettuare un’analisi della documentazione che e? in possesso del cliente. Se sussistono le condizioni documentali per provare un inadempimento della Banca rispetto ai suoi doveri di informazione, a questo punto e? possibile pensare di attuare un procedimento di tutela verosimilmente davanti ad un organismo di composizione alternativa al Tribunale come ad esempio il conciliatore o l’arbitro bancario che garantiscono una tutela piu? rapida con costi piu? contenuti. Nei casi piu? gravi come ad esempio quando si parla di posizioni riguardanti imprese esposte per milioni di euro, sarebbe piu? consigliabile rivolgersi al Tribunale». Alla domanda specifica se ci sia stato conflitto di interessi quando a fronte dell’erogazione di un prestito personale o di un mutuo la banca aveva messo in pegno come garanzia un controvalore rappresentato da azioni della banca stessa, l’avvocato Buffoni ha risposto: «Certo che c’e? un conflitto di interessi. Solleveremo il problema del mancato avviso sulla illiquidita? dei titoli che ha determinato un inadempimento dell’obbligo informativo della Banca e quindi determina la possibilita? per il cliente di ottenere un risarcimento almeno parziale del capitale investito». Della questione “Veneto Banca” se ne parlera? anche nella prossima seduta del Consiglio co munale a Borgomanero convocato per venerdi? 22 luglio alle 18. All’incontro di sabato alla Soms era presente il vicesindaco di Borgomanero Sergio Bossi.

Carlo Panizza