Scalpellini, a Madonna del Sasso la festa che fa rivivere la tradizione (fotogallery)

MADONNA DEL SASSO – Il Santuario mariano della Madonna del Sasso sulla sponda occidentale del Lago d’Orta venne costruito verso la metà del 1700 sulla sommità di una montagna di granito bianco che sovrasta l’abitato di Alzo, località del Comune di Pella diventata famosa dalla metà dell’800 per le cave di granito. Il giacimento granitico venne scoperto nel 1844 da Andrea Nobili De Toma e l’attività estrattiva iniziò nel 1847 dalla cosiddetta Cava Grande. Da Nobili De Toma la cava passò alla Società Anonima Cave Granito Bianco di proprietà di Oreste Bollati, Ernesto Vanini, Carlo Galland, Luigi Dupré, Angelo Moriondo, Giuseppe Peverelli. Nel 1870 la montagna venne divisa in tre grandi parti e proprietà: fratelli Peverelli, fratelli Simonetta, Defendente Vanini e Figli. Il granito estratto dopo le varie fasi di lavorazione veniva trasportato a Gozzano per mezzo della ferrovia privata Gozzano-Alzo ed immesso quindi nella Rete Ferroviaria Mediterranea. Dal 1980 non si estrae più nulla,
MADONNA DEL SASSO – Il Santuario mariano della Madonna del Sasso sulla sponda occidentale del Lago d’Orta venne costruito verso la metà del 1700 sulla sommità di una montagna di granito bianco che sovrasta l’abitato di Alzo, località del Comune di Pella diventata famosa dalla metà dell’800 per le cave di granito. Il giacimento granitico venne scoperto nel 1844 da Andrea Nobili De Toma e l’attività estrattiva iniziò nel 1847 dalla cosiddetta Cava Grande. Da Nobili De Toma la cava passò alla Società Anonima Cave Granito Bianco di proprietà di Oreste Bollati, Ernesto Vanini, Carlo Galland, Luigi Dupré, Angelo Moriondo, Giuseppe Peverelli. Nel 1870 la montagna venne divisa in tre grandi parti e proprietà: fratelli Peverelli, fratelli Simonetta, Defendente Vanini e Figli. Il granito estratto dopo le varie fasi di lavorazione veniva trasportato a Gozzano per mezzo della ferrovia privata Gozzano-Alzo ed immesso quindi nella Rete Ferroviaria Mediterranea. Dal 1980 non si estrae più nulla, complice la crisi del settore ma anche per effetto di un decreto della Regione Piemonte che pose fine all’attività estrattiva che per quasi un secolo e mezzo aveva dato da vivere a tante famiglie della zona, all’interno delle quali c’era almeno uno scalpellino, o meglio, come li chiamano da queste parti i “picasass”. Per ricordare il loro lavoro anni fa proprio alle spalle del Santuario della Madonna del Sasso è stato eretto un monumento ed è stato aperto anche un museo . Ogni anno il 16 agosto si celebra la festa dello scalpellino, istituita nel 1986 dall’amministrazione comunale. Festa che quest’anno si è tenuta martedì: alle 11 nel Santuario è stata celebrata una solenne messa culminata con la benedizione impartita dall’anziano parroco don Antonio Spezia. Poi la breve processione per l’omaggio floreale al monumento e per ascoltare il saluto del Sindaco Ezio Barbetta. Non c’era, ma ha voluto farsi rappresentare dalla figlia, l’ultimo “picasass” Cenisio Albertoni, 93 anni compiuti.
La festa è poi proseguita con il pranzo all’aperto nelle vie del paese, preparato con cura dal Circolo di Boleto che ha visto la partecipazione di oltre cento commensali provenienti anche dai centri vicini. Tra di loro, visibilmente commossi anche diversi discendenti dei “picasass”.
Servizio e foto fallery di Carlo Panizza