Paolo, in Angola con la famiglia: «Una scelta di vita»

CARPIGNANO SESIA - Paolo Pescio, 37 anni, è partito a inizio agosto, per l’Angola con Medici con l’Africa Cuamm. Insieme a lui tutta la famiglia: la moglie Beatrice Buratti e il piccolo Giacomo, di un anno.
La famiglia di Paolo, originaria di Carpignano Sesia, si è da qualche anno trasferita a Robbio. Fino ad un paio di mesi fa Paolo Pescio faceva l’ingegnere biomedico a Novara, ma poi ha deciso di lasciare il lavoro, per andare a Chiulo, nel sud dell’Angola, a lavorare come amministrativo di area all’interno dei progetti del Cuamm. Si occupa principalmente di contabilità e rendicontazione, ma il lavoro è un “pretesto” per il suo vero progetto: vivere con la famiglia in Africa.
«Come famiglia – ha raccontato Paolo Pescio prima della partenza – avevamo un fortissimo desiderio di tornare in Africa, volevamo andarci con uno stile che è quello di Medici con l’Africa Cuamm, che conosciamo bene. Io e Beatrice infatti siamo già stati insieme in Angola, mentre lei lavorava come ostetrica a Damba con il Cuamm. Insieme abbiamo scoperto l’Africa, i bisogni che ci sono, il valore di lavorare e risolvere i problemi insieme alle persone del posto. Siamo arrivati a capire come spendersi per questi bisogni sia nelle nostre possibilità e diventi un dovere. Volevamo fare questa esperienza come famiglia, perché vorremmo che nostro figlio Giacomo crescesse con questi ideali di solidarietà e di presenza a fianco di chi è in difficoltà: il modo migliore per farlo è portarlo lì».
L’amore per l’Africa di Paolo Pescio inizia con un primo viaggio e un’esperienza di animazione e servizio nel 2002, in Mozambico. Da lì in poi è tornato quasi dieci volte nel continente, andando anche in Angola, appunto, Namibia e Madagascar.
«Prima il matrimonio, poi la nascita di Giacomo, adesso la partenza per l’Angola: “Ogni estate ci fate preoccupare!”, dicono scherzando i nostri genitori. Anche gli amici ci chiedono perché lo facciamo; noi rispondiamo che non possiamo farne a meno. L’Africa che io e Beatrice abbiamo conosciuto è un’Africa dove la gente riempie le strade, ti saluta e ti sorride anche se non ti conosce, è grata per le cose più semplici e trova nuove risorse nelle difficoltà. Io oggi spero di fare bene il mio lavoro, non credo che cambieremo il mondo, ma io e la mia famiglia vogliamo fare la nostra parte per eliminare queste difficoltà che ostacolano i diritti più semplici per le persone, le mamme e i bambini dell’Africa».
Tra le difficoltà a cui è più urgente rispondere a Chiulo, c’è il problema della prolungata siccità, che interessa tutta la regione del Cunene, a sud dell’Angola, che ha prosciugato le falde acquifere dell’ospedale e causato una carestia nella regione, con l’aumento nell’ultimo anno dei bambini malnutriti ricoverati nell’ospedale. Per l’ospedale di Chiulo e per le strutture connesse c’è bisogno ogni settimana di 20.000 litri d’acqua, trasportata con autobotti da Xangongo. Si è calcolato che trasportare 1 m3 d’acqua costi 7 euro: servono 140 euro per coprire il fabbisogno settimanale e 560 euro per quello mensile.
p.u.
CARPIGNANO SESIA - Paolo Pescio, 37 anni, è partito a inizio agosto, per l’Angola con Medici con l’Africa Cuamm. Insieme a lui tutta la famiglia: la moglie Beatrice Buratti e il piccolo Giacomo, di un anno.
La famiglia di Paolo, originaria di Carpignano Sesia, si è da qualche anno trasferita a Robbio. Fino ad un paio di mesi fa Paolo Pescio faceva l’ingegnere biomedico a Novara, ma poi ha deciso di lasciare il lavoro, per andare a Chiulo, nel sud dell’Angola, a lavorare come amministrativo di area all’interno dei progetti del Cuamm. Si occupa principalmente di contabilità e rendicontazione, ma il lavoro è un “pretesto” per il suo vero progetto: vivere con la famiglia in Africa.
«Come famiglia – ha raccontato Paolo Pescio prima della partenza – avevamo un fortissimo desiderio di tornare in Africa, volevamo andarci con uno stile che è quello di Medici con l’Africa Cuamm, che conosciamo bene. Io e Beatrice infatti siamo già stati insieme in Angola, mentre lei lavorava come ostetrica a Damba con il Cuamm. Insieme abbiamo scoperto l’Africa, i bisogni che ci sono, il valore di lavorare e risolvere i problemi insieme alle persone del posto. Siamo arrivati a capire come spendersi per questi bisogni sia nelle nostre possibilità e diventi un dovere. Volevamo fare questa esperienza come famiglia, perché vorremmo che nostro figlio Giacomo crescesse con questi ideali di solidarietà e di presenza a fianco di chi è in difficoltà: il modo migliore per farlo è portarlo lì».
L’amore per l’Africa di Paolo Pescio inizia con un primo viaggio e un’esperienza di animazione e servizio nel 2002, in Mozambico. Da lì in poi è tornato quasi dieci volte nel continente, andando anche in Angola, appunto, Namibia e Madagascar.
«Prima il matrimonio, poi la nascita di Giacomo, adesso la partenza per l’Angola: “Ogni estate ci fate preoccupare!”, dicono scherzando i nostri genitori. Anche gli amici ci chiedono perché lo facciamo; noi rispondiamo che non possiamo farne a meno. L’Africa che io e Beatrice abbiamo conosciuto è un’Africa dove la gente riempie le strade, ti saluta e ti sorride anche se non ti conosce, è grata per le cose più semplici e trova nuove risorse nelle difficoltà. Io oggi spero di fare bene il mio lavoro, non credo che cambieremo il mondo, ma io e la mia famiglia vogliamo fare la nostra parte per eliminare queste difficoltà che ostacolano i diritti più semplici per le persone, le mamme e i bambini dell’Africa».
Tra le difficoltà a cui è più urgente rispondere a Chiulo, c’è il problema della prolungata siccità, che interessa tutta la regione del Cunene, a sud dell’Angola, che ha prosciugato le falde acquifere dell’ospedale e causato una carestia nella regione, con l’aumento nell’ultimo anno dei bambini malnutriti ricoverati nell’ospedale. Per l’ospedale di Chiulo e per le strutture connesse c’è bisogno ogni settimana di 20.000 litri d’acqua, trasportata con autobotti da Xangongo. Si è calcolato che trasportare 1 m3 d’acqua costi 7 euro: servono 140 euro per coprire il fabbisogno settimanale e 560 euro per quello mensile.
p.u.