Marco Negri, fotoreporter "per dare voce a chi non ha voce”

Marco Negri, fotoreporter "per dare voce a chi non ha voce”
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BORGOMANERO - Marco Negri (nella foto) fotogiornalista da anni “in prima linea” nei conflitti di guerra in tutto il mondo è stato ospite del Lions Club Borgomanero Cusio. “Ho iniziato a lavorare – ha raccontato - come documentarista con Nikon, ma presto mi sono accorto che ciò che realmente mi coinvolgeva era documentare storie di vita vera, testimoniare le sofferenze dei popoli sopraffatti dalle ingiustizie, dalla violenza e dalla guerra per sostenere e dare voce a chi “non ha voce” e contribuire alla difesa dei diritti umani”. Dopo la collaborazione con alcune agenzie, oggi lavora come fotografo indipendente e collabora con “Gli occhi della Guerra” e con le più importanti testate giornalistiche internazionali. Nel corso della serata ha proiettato una serie di immagini, diverse delle quali, drammatiche, scattate “al fronte”. Primo tema della serata è stato il dramma dei siriani. Le tragiche immagini proiettate hanno documentato la terribile situazione dei campi profughi siriani in Siria e Libano e il genocidio di Aleppo. Ha raccontato poi l’esperienza del Brasile, a Rio a poca distanza dalle spiagge vip di Copacabana dove esiste una realtà parallela completamente diversa rappresentata dalle favelas: oltre 600  baraccopoli attorno a Rio che contano milioni di persone che vivono in modo precario, in assoluta povertà dove imperversa la violenza e il traffico di droga, attività svolta anche da bambini in tenera età. Un lavoro il suo estremamente rischioso che lo ha portato a realizzare reportage nelle aree più pericolose del pianeta: Somalia, Kenia, Angola, Libano, Siria, Palestina, Pakistan, Afghanistan ma anche in Kosovo, Serbia, Bosnia Erzegovina.  Ha pubblicato anche diversi libri tra cui i recenti: “Afghanistan Diary - Tre anni di lavoro nella Terra di nessuno” e “Un villaggio per Amico: la droga ed i giovani in Kenya.”

Carlo Panizza

BORGOMANERO - Marco Negri (nella foto) fotogiornalista da anni “in prima linea” nei conflitti di guerra in tutto il mondo è stato ospite del Lions Club Borgomanero Cusio. “Ho iniziato a lavorare – ha raccontato - come documentarista con Nikon, ma presto mi sono accorto che ciò che realmente mi coinvolgeva era documentare storie di vita vera, testimoniare le sofferenze dei popoli sopraffatti dalle ingiustizie, dalla violenza e dalla guerra per sostenere e dare voce a chi “non ha voce” e contribuire alla difesa dei diritti umani”. Dopo la collaborazione con alcune agenzie, oggi lavora come fotografo indipendente e collabora con “Gli occhi della Guerra” e con le più importanti testate giornalistiche internazionali. Nel corso della serata ha proiettato una serie di immagini, diverse delle quali, drammatiche, scattate “al fronte”. Primo tema della serata è stato il dramma dei siriani. Le tragiche immagini proiettate hanno documentato la terribile situazione dei campi profughi siriani in Siria e Libano e il genocidio di Aleppo. Ha raccontato poi l’esperienza del Brasile, a Rio a poca distanza dalle spiagge vip di Copacabana dove esiste una realtà parallela completamente diversa rappresentata dalle favelas: oltre 600  baraccopoli attorno a Rio che contano milioni di persone che vivono in modo precario, in assoluta povertà dove imperversa la violenza e il traffico di droga, attività svolta anche da bambini in tenera età. Un lavoro il suo estremamente rischioso che lo ha portato a realizzare reportage nelle aree più pericolose del pianeta: Somalia, Kenia, Angola, Libano, Siria, Palestina, Pakistan, Afghanistan ma anche in Kosovo, Serbia, Bosnia Erzegovina.  Ha pubblicato anche diversi libri tra cui i recenti: “Afghanistan Diary - Tre anni di lavoro nella Terra di nessuno” e “Un villaggio per Amico: la droga ed i giovani in Kenya.”

Carlo Panizza

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