“Dalla convenzione monetaria latina all’euro”

BORGOMANERO - Non è storia di questi ultimi anni il tentativo di dare vita ad una moneta unica europea. Di unione monetaria “latina” se ne parlava già nel XIX secolo e fu un tentativo messo in atto con la finalità di permettere la libera circolazione di più valute europee all'interno degli stati membri, al tempo in cui il valore delle monete era dato dalla quantità di metallo prezioso in esse contenute. Con una convenzione datata 23 dicembre 1865 Francia, Belgio, Italia e Svizzera formarono l'unione e si accordarono a scambiare le loro monete nazionali su uno standard di 4,5 g di argento o 0,290322 grammi di oro (un rapporto di 15,5 ad 1) e di rendere queste monete intercambiabili liberamente. L'accordo entrò in vigore dal 1º agosto 1866. Questi paesi in seguito furono affiancati da Spagna e Grecia nel 1868 e da Romania, Austria-Ungheria, Bulgaria, Venezuela, Serbia, Montenegro e San Marino nel 1889. Altri stati tra cui lo Stato pontificio e nel 1904 le Indie occidentali danesi usarono questo standard ma non aderirono all'Unione. A causa delle fluttuazioni dell'argento e dell'oro a seguito della prima guerra mondiale, l'unione durò fino al 1927, anno in cui venne sciolta. “Dalla convenzione monetaria latina all’euro” è dedicata la mostra numismatica curata da Sandro Barbaglia, titolare ad Arona di “Arona numismatica” con sede in via Gramsci 5 che verrà inaugurata martedì 6 giugno e potrà essere visitata sino a sabato 10 giugno nei locali della Biblioteca Marazza di Borgomanero (ingresso gratuito, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18). L’evento è promosso dal Gruppo Filatelico Numismatico “Achille Marazza” in collaborazione con la Fondazione Achille Marazza e il patrocinio dell’assessorato comunale alla cultura.
Carlo Panizza
BORGOMANERO - Non è storia di questi ultimi anni il tentativo di dare vita ad una moneta unica europea. Di unione monetaria “latina” se ne parlava già nel XIX secolo e fu un tentativo messo in atto con la finalità di permettere la libera circolazione di più valute europee all'interno degli stati membri, al tempo in cui il valore delle monete era dato dalla quantità di metallo prezioso in esse contenute. Con una convenzione datata 23 dicembre 1865 Francia, Belgio, Italia e Svizzera formarono l'unione e si accordarono a scambiare le loro monete nazionali su uno standard di 4,5 g di argento o 0,290322 grammi di oro (un rapporto di 15,5 ad 1) e di rendere queste monete intercambiabili liberamente. L'accordo entrò in vigore dal 1º agosto 1866. Questi paesi in seguito furono affiancati da Spagna e Grecia nel 1868 e da Romania, Austria-Ungheria, Bulgaria, Venezuela, Serbia, Montenegro e San Marino nel 1889. Altri stati tra cui lo Stato pontificio e nel 1904 le Indie occidentali danesi usarono questo standard ma non aderirono all'Unione. A causa delle fluttuazioni dell'argento e dell'oro a seguito della prima guerra mondiale, l'unione durò fino al 1927, anno in cui venne sciolta. “Dalla convenzione monetaria latina all’euro” è dedicata la mostra numismatica curata da Sandro Barbaglia, titolare ad Arona di “Arona numismatica” con sede in via Gramsci 5 che verrà inaugurata martedì 6 giugno e potrà essere visitata sino a sabato 10 giugno nei locali della Biblioteca Marazza di Borgomanero (ingresso gratuito, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18). L’evento è promosso dal Gruppo Filatelico Numismatico “Achille Marazza” in collaborazione con la Fondazione Achille Marazza e il patrocinio dell’assessorato comunale alla cultura.
Carlo Panizza