Non teme l’arresto perchè «già stato in carcere in Africa»

OMEGNA - Hanno rapinato del telefonino, di una cassa altoparlante con due cuffiette per ascoltare musica e di 5 euro due adolescenti aggrediti, domenica pomeriggio, vicino alla ludoteca di Omegna. Insoddisfatti del magro bottino in denaro, hanno trattenuto uno dei due intimando all’amico di prelevare dell’altro contante. In soccorso dei due ragazzi è arrivata una pattuglia del commissariato della Polizia di Stato di Omegna. Il giovane ha finto di sottostare al ricatto ma, appena s’è allontanato, ha dato l’allarme alla polizia del locale commissariato. Mentre stavano arrivando, gli agenti, hanno fatto in tempo a notare due giovani di colore che, intravista l’auto della Polizia, hanno tentato la fuga. Soltanto uno è riuscito a dileguarsi. L’altro, un 23eenne del Gambia, è stato raggiunto e fermato dai poliziotti. Addosso aveva, oltre ai cellulari dei due ragazzi, alla cassa e alle cuffiette banconote di diverso taglio tra le quali quella da 5 euro riconosciuta dalla vittima che ha identificato senza ombra di dubbio anche il giovane che l’aveva aggredito Ancora sotto choc, il ragazzo, ha raccontato agli agenti l’episodio di cui era stato vittima. Per intimorire lui e l’amico che avrebbe dovuto procurare i soldi, il 23enne, S. A. le iniziali, aveva detto ai due di non temere l’arresto «perché sono già stato in carcere in Africa». I due aggressori, ha aggiunto, li hanno minacciati brandendo un martelletto di quelli usati per infrangere le vetrine.
Il giovane africano è risultato avere dei precedenti: 24 ore prima dell’episodio di Omegna era stato fermato, poi rilasciato, dalla polizia di Domodossola per possesso di droga. Sempre per possesso di stupefacenti, S. A. era stato fermato il 20 aprile scorso all’esterno della chiesa di Santa Marta a Intra. Ha trascorso la notte tra domenica e lunedì in carcere prima d’essere rimesso in libertà dal giudice che ha convalidato l’arresto.
Dopo ulteriori verifiche, per il giovane del Gambia, il magistrato ha disposto la detenzione in carcere dove si trova in attesa delle decisioni del tribunale. Tra l’altro, il giovane africano, è risultato essere sotto la responsabilità della questura di Pesaro, registrato come ospite d’una struttura d’accoglienza di quella città. Non è stato ancora rintracciato, invece, il complice. Il sopralluogo della Polizia di Omegna al centro d’accoglienza di Crusinallo per verificare se fosse ospite di quella struttura, effettuato poco dopo la rapina e il sequestro di persona di domenica ha dato esito negativo
m.r.
OMEGNA - Hanno rapinato del telefonino, di una cassa altoparlante con due cuffiette per ascoltare musica e di 5 euro due adolescenti aggrediti, domenica pomeriggio, vicino alla ludoteca di Omegna. Insoddisfatti del magro bottino in denaro, hanno trattenuto uno dei due intimando all’amico di prelevare dell’altro contante. In soccorso dei due ragazzi è arrivata una pattuglia del commissariato della Polizia di Stato di Omegna. Il giovane ha finto di sottostare al ricatto ma, appena s’è allontanato, ha dato l’allarme alla polizia del locale commissariato. Mentre stavano arrivando, gli agenti, hanno fatto in tempo a notare due giovani di colore che, intravista l’auto della Polizia, hanno tentato la fuga. Soltanto uno è riuscito a dileguarsi. L’altro, un 23eenne del Gambia, è stato raggiunto e fermato dai poliziotti. Addosso aveva, oltre ai cellulari dei due ragazzi, alla cassa e alle cuffiette banconote di diverso taglio tra le quali quella da 5 euro riconosciuta dalla vittima che ha identificato senza ombra di dubbio anche il giovane che l’aveva aggredito Ancora sotto choc, il ragazzo, ha raccontato agli agenti l’episodio di cui era stato vittima. Per intimorire lui e l’amico che avrebbe dovuto procurare i soldi, il 23enne, S. A. le iniziali, aveva detto ai due di non temere l’arresto «perché sono già stato in carcere in Africa». I due aggressori, ha aggiunto, li hanno minacciati brandendo un martelletto di quelli usati per infrangere le vetrine.
Il giovane africano è risultato avere dei precedenti: 24 ore prima dell’episodio di Omegna era stato fermato, poi rilasciato, dalla polizia di Domodossola per possesso di droga. Sempre per possesso di stupefacenti, S. A. era stato fermato il 20 aprile scorso all’esterno della chiesa di Santa Marta a Intra. Ha trascorso la notte tra domenica e lunedì in carcere prima d’essere rimesso in libertà dal giudice che ha convalidato l’arresto.
Dopo ulteriori verifiche, per il giovane del Gambia, il magistrato ha disposto la detenzione in carcere dove si trova in attesa delle decisioni del tribunale. Tra l’altro, il giovane africano, è risultato essere sotto la responsabilità della questura di Pesaro, registrato come ospite d’una struttura d’accoglienza di quella città. Non è stato ancora rintracciato, invece, il complice. Il sopralluogo della Polizia di Omegna al centro d’accoglienza di Crusinallo per verificare se fosse ospite di quella struttura, effettuato poco dopo la rapina e il sequestro di persona di domenica ha dato esito negativo
m.r.