La vecchia Milano di Jannacci rivive con i Venerdì alla Marazza

La vecchia Milano di Jannacci rivive con i Venerdì alla Marazza
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La “Vecchia Milano” rivivrà per una sera domani venerdì 1 settembre alle 21 a Villa Marazza con le canzoni di Enzo Jannacci. Lo spettacolo, dal titolo “Roba minima s’intend!   concerto malincoMico” costituisce l’ultimo appuntamento con la rassegna musicale – teatrale “Venerdì alla Marazza” promosso dalla Fondazione Marazza e dal Comune di Borgomanero. Le canzoni di Jannacci verranno proposte da Stefano Orlandi (nella foto) con l’accompagnamento musicale di Massimo Betti (chitarra), Stefano Fascioli (contrabbasso) e Giulia Bertasi (fisarmonica).  “Lo spettacolo-concerto – si legge nelle note di regia -  è un percorso di music

La “Vecchia Milano” rivivrà per una sera domani venerdì 1 settembre alle 21 a Villa Marazza con le canzoni di Enzo Jannacci. Lo spettacolo, dal titolo “Roba minima s’intend!   concerto malincoMico” costituisce l’ultimo appuntamento con la rassegna musicale – teatrale “Venerdì alla Marazza” promosso dalla Fondazione Marazza e dal Comune di Borgomanero. Le canzoni di Jannacci verranno proposte da Stefano Orlandi (nella foto) con l’accompagnamento musicale di Massimo Betti (chitarra), Stefano Fascioli (contrabbasso) e Giulia Bertasi (fisarmonica).  “Lo spettacolo-concerto – si legge nelle note di regia -  è un percorso di musica, parole e immagini intorno alla figura del cantautore milanese e della Milano che egli ha raccontato nelle canzoni fin dagli anni ’60. La Milano dei quartieri con i suoi mille personaggi stravaganti e surreali: i “pali” dell’Ortica, quello che andava a Rogoredo a “cercare i sò danée”, le balere di periferia dove c’è sempre chi “per un basin” avrebbe dato la vita intera. I sogni e le miserie di chi sta ai margini di una società che corre troppo veloce, incurante degli ultimi. Il boom economico con le sue contraddizioni, con “Vincenzina” che vuol bene alla fabbrica, quello che “prendeva il treno per non essere da meno” e chi davanti a un documento di residenza “gli viene in mente tutta l’infanzia”. C’è chi insegue una storia d’amore: “roba minima, s’intend, roba de barbun”, e poi c’è chi nonostante tutto ride, e ride di gusto perché “sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, al ricco e al cardinale”. Jannacci è stato sempre dalla parte degli ultimi, dei balordi, li ha cantati con il cuore in gola, nei suoi versi c’è la speranza che non si arrende”. Ingresso gratuito.

c.p.

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