Sorpresa durante gli scavi per il metanodotto

ROMAGNANO SESIA / GATTINARA Un’estesa e finora sconosciuta necropoli a incinerazione del V – metà del IV secolo avanti Cristo, appartenente alla cosiddetta Cultura di Golasecca (dall’omonima località presso il Ticino, dove avvennero i primi ritrovamenti agli inizi del XIX secolo). E’ emersa durante i lavori per la costruzione del nuovo metanodotto, ai confini tra Romagnano e Gattinara, nelle vicinanze del fiume Sesia. «Davvero una notizia interessante – spiega lo storico Gianni Brugo, romagnanese e legato al campo culturale – e ne siamo venuti a conoscenza per caso quando ne abbiamo sentito parlare nell’ambito di una mostra a Torino. Nessuno ne sapeva nulla. I ritrovamenti sono avvenuti durante gli scavi della Snam per la costruzione del nuovo metanodotto. Si tratta di un ritrovamento molto importante perché estende il territorio abitato dalla civiltà di Golasecca ad ovest del fiume Sesia». La necropoli, di epoca precedente ai C
ROMAGNANO SESIA / GATTINARA Un’estesa e finora sconosciuta necropoli a incinerazione del V – metà del IV secolo avanti Cristo, appartenente alla cosiddetta Cultura di Golasecca (dall’omonima località presso il Ticino, dove avvennero i primi ritrovamenti agli inizi del XIX secolo). E’ emersa durante i lavori per la costruzione del nuovo metanodotto, ai confini tra Romagnano e Gattinara, nelle vicinanze del fiume Sesia. «Davvero una notizia interessante – spiega lo storico Gianni Brugo, romagnanese e legato al campo culturale – e ne siamo venuti a conoscenza per caso quando ne abbiamo sentito parlare nell’ambito di una mostra a Torino. Nessuno ne sapeva nulla. I ritrovamenti sono avvenuti durante gli scavi della Snam per la costruzione del nuovo metanodotto. Si tratta di un ritrovamento molto importante perché estende il territorio abitato dalla civiltà di Golasecca ad ovest del fiume Sesia». La necropoli, di epoca precedente ai Celti ed ai Romani, conta 76 sepolture entro fossa terragna con un ricco corredo metallico prevalentemente in bronzo ma non mancano materiali in argento, ferro, ceramica e addirittura in legno. Chi è interessato a saperne di più può visitare la mostra “Prima del bottone – Accessori e ornamenti del vestiario nell’antichità”, aperta nel Museo di antichità di Torino fino al 12 novembre. Brugo, unitamente ad altri componenti del direttivo dell’Associazione culturale Cardinale Mercurino, sono stati a Torino documentando la presentazione.
p.u.