Anche Borgomanero piange il "vescovo anti-camorra"

BORGOMANERO - Grande cordoglio ha destato anche a Borgomanero la notizia della scomparsa avvenuta nella notte tra sabato e domenica presso l’Istituto “Antonio Rosmini” di Stresa dove era ospite da qualche tempo di monsignor Antonio Riboldi, morto all’età di 94 anni, balzato alla ribalta della cronaca per il suo straordinario impegno in campo sociale a favore degli “ultimi”. Era originario di Tregasio, frazione del Comune di Triuggio nell’attuale provincia di Monza e Brianza il1 6 gennaio 1923. Proveniente da un’umile famiglia era entrato giovanissimo a far parte della Congregazione rosminiana. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1951, nel 1958 era stato inviato in una parrocchia della Valle del Belice per fronteggiare la situazione di emergenza venuta a crearsi a seguito del terremoto che aveva sconvolto il trapanese. Con la popolazione locale si trovò ad affrontare anche la criminalità organizzata, partecipando anche a cortei e manifestazioni di piazza. Un impegno sociale il suo che non passò inosservato, tanto che il 25 gennaio 1978 Papa Paolo VI lonominò affidandogli una delle Diocesi più difficili, quella di Acerra in provincia di Napoli dov esubito si mise in luce per contrastare la camorra. Si dimise per raggiunti limiti di età nel 1999, continuando comunque sino a quando le forze glielo avevano consentito la sua attività dic onferenziere e di direttore responsabile del mensile “Amici di Follereau” dell'Associazioneitaliana amici di Follereau (AIFO) che dal 1961 realizza iniziative in favore
BORGOMANERO - Grande cordoglio ha destato anche a Borgomanero la notizia della scomparsa avvenuta nella notte tra sabato e domenica presso l’Istituto “Antonio Rosmini” di Stresa dove era ospite da qualche tempo di monsignor Antonio Riboldi, morto all’età di 94 anni, balzato alla ribalta della cronaca per il suo straordinario impegno in campo sociale a favore degli “ultimi”. Era originario di Tregasio, frazione del Comune di Triuggio nell’attuale provincia di Monza e Brianza il1 6 gennaio 1923. Proveniente da un’umile famiglia era entrato giovanissimo a far parte della Congregazione rosminiana. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1951, nel 1958 era stato inviato in una parrocchia della Valle del Belice per fronteggiare la situazione di emergenza venuta a crearsi a seguito del terremoto che aveva sconvolto il trapanese. Con la popolazione locale si trovò ad affrontare anche la criminalità organizzata, partecipando anche a cortei e manifestazioni di piazza. Un impegno sociale il suo che non passò inosservato, tanto che il 25 gennaio 1978 Papa Paolo VI lonominò affidandogli una delle Diocesi più difficili, quella di Acerra in provincia di Napoli dov esubito si mise in luce per contrastare la camorra. Si dimise per raggiunti limiti di età nel 1999, continuando comunque sino a quando le forze glielo avevano consentito la sua attività dic onferenziere e di direttore responsabile del mensile “Amici di Follereau” dell'Associazioneitaliana amici di Follereau (AIFO) che dal 1961 realizza iniziative in favore dei più poveri nei paesi del sud del terzo mondo. Cinque anni fa aveva collaborato a Borgomanero alla stesura del libro “Osare la speranza insieme” stampato con i caratteri dell’editore Ladolfi, ancora una volta per parlare dei più bisognosi. “Sono oltre otto milioni, pari al 13,8% della popolazione – scriveva - le persone povere in Italia. E’ una cifra astronomica se rapportata non solo al culto del benessere che sembra la religione da seguire imposta dai moderni messia, una cifra che le regole dell’economia o peggio ancora, della giustizia sociale addetta al servizio del bene di tutti, sembra debba crescere ancora di più. Fa sempre scandalo – continuava – anche solo sapere che l’80% dei beni della terra che Dio ha destinato per tutti gli uomini è destinata al consumo del 20% della popolazione. Nessuno– aveva aggiunto – alla luce del Vangelo, dovrebbe stare sul marciapiede della fame o della sete dove si può solo sopravvivere o morire. Tutti devono trovare posto alla nostra mensa: il posto del povero è il posto di Cristo”. Il libro, curato da Mario Metti, presidente dell’Associazione di volontariato sociale “Mamre” era stato presentato alla Soms di corso Roma il 14 dicembre 2012 ed era stato caratterizzato dal contributo di Madrea Anna Maria Cànopi, badessa dell’abbazia benedettina dell’Isola di San Giulio a Orta, intervenuta alla serata in video conferenza.
Carlo Panizza