Alla Base di Cameri una festa davvero “storica”
Una festa storica, nel vero senso della parola, quella celebrata martedì alla Base di Cameri in occasione del 92° di fondazione dell’Aeronautica militare, arricchita dall’inaugurazione della nuova area espositiva, un vero Museo dell’Aviazione che ha consacrato una secolare epopea e letteralmente affascinato tanta gente convenuta così come le massime autorità civili e militari guidate dal prefetto Castaldo. Raggiante, e ne aveva ben donde, il generale ispettore Lucio Bianchi, comandante del Presidio, che prima ha letto il messaggio del Capo di Stato maggiore dell’Am, e poi ha fatto gli onori di casa. Nelle sue parole il senso di una giornata che rimarrà nella memoria: sottolineato «impegno e straordinario entusiasmo sempre più rappresentando le tradizioni di lealtà, coraggio, sacrificio e senso del dovere tramandate nel tempo, con orgoglio, dai nostri predecessori». Il futuro della Base si chiama F35, un futuro «di polo di manutenzione, riparazione e revisione per la flotta non solo italiana ma anche e soprattutto di quella che opererà in Europa», riconoscimento di un luogo dove «sono state scritte importanti pagine di storia aeronautica». Anche per questo il nuovo Museo, «custode di cimeli che compongono la memoria della nostra preziosa storia aviatoria territoriale». Ci hanno lavorato, a costo zero, personale in congedo e anche famigliari, col supporto di sponsor come Maltauro, Agusta, Icorip. Parole commoventi quelle del comandante: «La nuova area espositiva vuole essere il nostro tributo verso coloro che ci hanno preceduto e, idealmente, la dote che consegneremo a coloro che ci seguiranno». Chicche e curiosità fra i vari cimeli: per tutti il casco di Mario Armano, olimpionico del bob e delegato provinciale del Coni, riconosciuto dallo stesso, e il motore “Budo” progettato per hobby negli anni ’20 dal (futuro) ingegnere Ambrogio Busetti, che così impiegava il tempo libero. Per visite contattare il Comando della Base.
Paolo Viviani
Una festa storica, nel vero senso della parola, quella celebrata martedì alla Base di Cameri in occasione del 92° di fondazione dell’Aeronautica militare, arricchita dall’inaugurazione della nuova area espositiva, un vero Museo dell’Aviazione che ha consacrato una secolare epopea e letteralmente affascinato tanta gente convenuta così come le massime autorità civili e militari guidate dal prefetto Castaldo. Raggiante, e ne aveva ben donde, il generale ispettore Lucio Bianchi, comandante del Presidio, che prima ha letto il messaggio del Capo di Stato maggiore dell’Am, e poi ha fatto gli onori di casa. Nelle sue parole il senso di una giornata che rimarrà nella memoria: sottolineato «impegno e straordinario entusiasmo sempre più rappresentando le tradizioni di lealtà, coraggio, sacrificio e senso del dovere tramandate nel tempo, con orgoglio, dai nostri predecessori». Il futuro della Base si chiama F35, un futuro «di polo di manutenzione, riparazione e revisione per la flotta non solo italiana ma anche e soprattutto di quella che opererà in Europa», riconoscimento di un luogo dove «sono state scritte importanti pagine di storia aeronautica». Anche per questo il nuovo Museo, «custode di cimeli che compongono la memoria della nostra preziosa storia aviatoria territoriale». Ci hanno lavorato, a costo zero, personale in congedo e anche famigliari, col supporto di sponsor come Maltauro, Agusta, Icorip. Parole commoventi quelle del comandante: «La nuova area espositiva vuole essere il nostro tributo verso coloro che ci hanno preceduto e, idealmente, la dote che consegneremo a coloro che ci seguiranno». Chicche e curiosità fra i vari cimeli: per tutti il casco di Mario Armano, olimpionico del bob e delegato provinciale del Coni, riconosciuto dallo stesso, e il motore “Budo” progettato per hobby negli anni ’20 dal (futuro) ingegnere Ambrogio Busetti, che così impiegava il tempo libero. Per visite contattare il Comando della Base.
Paolo Viviani