Il Comune di Trecate taglia i fondi alla parrocchia

Il Comune di Trecate taglia i fondi alla parrocchia
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TRECATE - E’ un retaggio che risale al 1515 quello che obbligava il Comune di Trecate a versare ogni anno alla parrocchia un cospicuo contributo. Tuttavia, lo scorso 29 aprile, il Consiglio comunale, su proposta della Giunta e in accordo con la Diocesi, ha approvato una nuova convenzione che riduce sensibilmente la somma da versare, la quale d’ora in poi passa da 11.362 euro a 4.000 euro all’anno.
La convenzione fra Comune e parrocchia continua ad essere rinnovata in adempimento al cosiddetto “Istrumento del 17 settembre 1515 del nominato Zanino De Sassi”, ovvero ad un lascito di ingenti risorse (tra cui vari beni immobili) al Comune di Trecate cui era legata l’istituzione di una cappellania.
«Il cappellano, che aveva il compito di celebrare la messa “in aurora” e garantire conforto spirituale e le esequie ai più poveri – spiega il sindaco, Enrico Ruggerone – era stipendiato dal Comune e, in effetti, fino al 2002 risultava fra i dipendenti comunali».
La cappellania trecatese, istituita nel 1515, rimase in vita ininterrottamente fino al 1855, quando la Legge Rattazzi stabilì che tali istituzioni venissero assorbite dal demanio statale. Nel 1871 il Comune di Trecate ottenne di ritornare in possesso del lascito impegnandosi a stipulare una convenzione per il mantenimento di un cappellano a fronte di una spesa che allora ammontava a 1.000 lire all’anno. Del 1959 è un regolamento che definisce le funzioni del cappellano e del 1981 una delibera che aggiunge l’impegno a fornire assistenza spirituale agli ospiti della locale casa di riposo. Nel 2002 morì l’ultimo cappellano e nel 2004 la Giunta guidata dal sindaco Pier Paolo Almasio raggiunse un accordo con la Diocesi per la stipula di una nuova convenzione: il Comune non aveva più l’obbligo di mantenere un cappellano, ma si impegnava a versare un contributo in cambio dell’impegno della parrocchia ad occuparsi delle messe e dell’assistenza spirituale nella casa di riposo.
«La presenza del cappellano comunale – sottolinea Ruggerone – costava al nostro ente oltre 20.000 euro all’anno. Grazie alla Giunta Almasio, dal 2004 il cappellano non risulta più nell’organico dei dipendenti comunali e l’impegno economico del Comune si è ridotto di circa 9.000 euro».
La convenzione del 2004 è stata prorogata fino al 2014, quando l’Amministrazione ha chiesto alla Curia la revisione del contributo forfettario annuo.
«I fondi destinati alla parrocchia – precisa, infatti, il sindaco – ricadono nel capitolo delle spese per il personale. In un momento in cui le risorse economiche sono sempre meno e per il Comune è difficile fare nuove assunzioni, anche un risparmio di 7.000 euro offre la possibilità di aumentare le ore di servizio del personale».
La nuova convenzione approvata dal Consiglio comunale, che avrà durata quinquennale, prevede un contributo di 4.000 euro annui da versare alla parrocchia in cambio della celebrazione della messa settimanale nella casa riposo comunale e dell’assistenza spirituale agli ospiti che la richiedano.
«I soldi risparmiati – dichiara Ruggerone – saranno utilizzati per aumentare le ore di lavoro del personale a tempo determinato o dei lavoratori socialmente utili che prestano servizio presso il nostro Comune».
Daniela Uglietti

TRECATE - E’ un retaggio che risale al 1515 quello che obbligava il Comune di Trecate a versare ogni anno alla parrocchia un cospicuo contributo. Tuttavia, lo scorso 29 aprile, il Consiglio comunale, su proposta della Giunta e in accordo con la Diocesi, ha approvato una nuova convenzione che riduce sensibilmente la somma da versare, la quale d’ora in poi passa da 11.362 euro a 4.000 euro all’anno.
La convenzione fra Comune e parrocchia continua ad essere rinnovata in adempimento al cosiddetto “Istrumento del 17 settembre 1515 del nominato Zanino De Sassi”, ovvero ad un lascito di ingenti risorse (tra cui vari beni immobili) al Comune di Trecate cui era legata l’istituzione di una cappellania.
«Il cappellano, che aveva il compito di celebrare la messa “in aurora” e garantire conforto spirituale e le esequie ai più poveri – spiega il sindaco, Enrico Ruggerone – era stipendiato dal Comune e, in effetti, fino al 2002 risultava fra i dipendenti comunali».
La cappellania trecatese, istituita nel 1515, rimase in vita ininterrottamente fino al 1855, quando la Legge Rattazzi stabilì che tali istituzioni venissero assorbite dal demanio statale. Nel 1871 il Comune di Trecate ottenne di ritornare in possesso del lascito impegnandosi a stipulare una convenzione per il mantenimento di un cappellano a fronte di una spesa che allora ammontava a 1.000 lire all’anno. Del 1959 è un regolamento che definisce le funzioni del cappellano e del 1981 una delibera che aggiunge l’impegno a fornire assistenza spirituale agli ospiti della locale casa di riposo. Nel 2002 morì l’ultimo cappellano e nel 2004 la Giunta guidata dal sindaco Pier Paolo Almasio raggiunse un accordo con la Diocesi per la stipula di una nuova convenzione: il Comune non aveva più l’obbligo di mantenere un cappellano, ma si impegnava a versare un contributo in cambio dell’impegno della parrocchia ad occuparsi delle messe e dell’assistenza spirituale nella casa di riposo.
«La presenza del cappellano comunale – sottolinea Ruggerone – costava al nostro ente oltre 20.000 euro all’anno. Grazie alla Giunta Almasio, dal 2004 il cappellano non risulta più nell’organico dei dipendenti comunali e l’impegno economico del Comune si è ridotto di circa 9.000 euro».
La convenzione del 2004 è stata prorogata fino al 2014, quando l’Amministrazione ha chiesto alla Curia la revisione del contributo forfettario annuo.
«I fondi destinati alla parrocchia – precisa, infatti, il sindaco – ricadono nel capitolo delle spese per il personale. In un momento in cui le risorse economiche sono sempre meno e per il Comune è difficile fare nuove assunzioni, anche un risparmio di 7.000 euro offre la possibilità di aumentare le ore di servizio del personale».
La nuova convenzione approvata dal Consiglio comunale, che avrà durata quinquennale, prevede un contributo di 4.000 euro annui da versare alla parrocchia in cambio della celebrazione della messa settimanale nella casa riposo comunale e dell’assistenza spirituale agli ospiti che la richiedano.
«I soldi risparmiati – dichiara Ruggerone – saranno utilizzati per aumentare le ore di lavoro del personale a tempo determinato o dei lavoratori socialmente utili che prestano servizio presso il nostro Comune».
Daniela Uglietti

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