A Vicolungo l’addio a Gian Carlo Baragioli

VICOLUNGO, “Sono parole difficili da dire quelle di oggi. Una vita non può finire così. Se tutto finisse in questo modo, il vivere sarebbe una cosa da ridere. Ma le stesse letture, il nostro essere credenti, il nostro credere, ci fa subito capire che non è così e che anzi ci sarà una vita eterna. Rivedremo Gian Carlo e rivedremo tutti i nostri cari. Mi rendo conto che, ora, queste parole possano sembrare vuote. Ma sappiate, Alessandra, Matteo e Chiara, che non vi lasceremo mai soli. Come amici e come comunità di Vicolungo vi saremo sempre accanto”.
Sono le parole di don Andrea Passera, parroco di Vicolungo, nel Novarese, che oggi pomeriggio, in una chiesa parrocchiale gremita di amici e famigliari, ha officiato i funerali di Gian Carlo Baragioli, il 59enne ucciso da un colpo di fucile da caccia alla schiena domenica 8 ottobre, mentre era a raccogliere castagne con la moglie Alessandra nei boschi tra Cavaglio e Ghemme (foto Martignoni). A celebrare con lui anche altri sacerdoti, tra cui don Zeno Prevosti, coadiutore alla Madonna Pellegrina ai tempi in cui Baragioli era un ragazzo che frequentava l’oratorio della parrocchia novarese (dove ha abitato per molti anni) e, in rappresentanza dell’attuale parrocchia, don Maurizio Gagliardini. Molti anche gli amici giunti da Novara per portare un ricordo del ‘Carlin’. Tra loro anche il sindaco di Novara, Alessandro Canelli. “Era il mio allenatore, aveva l’aria da duro, ma era simpatico. A noi ragazzini quell’aria affascinava”. La sua animatrice di allora, Lucia Giordano: “Ti ho visto crescere, io sono invecchiata. Lui ora s’è fermato, forse era stanco. In questi giorni, in parrocchia, abbiamo a lungo pregato, ricordando Gian Carlo”.
Mo.c.
VICOLUNGO, “Sono parole difficili da dire quelle di oggi. Una vita non può finire così. Se tutto finisse in questo modo, il vivere sarebbe una cosa da ridere. Ma le stesse letture, il nostro essere credenti, il nostro credere, ci fa subito capire che non è così e che anzi ci sarà una vita eterna. Rivedremo Gian Carlo e rivedremo tutti i nostri cari. Mi rendo conto che, ora, queste parole possano sembrare vuote. Ma sappiate, Alessandra, Matteo e Chiara, che non vi lasceremo mai soli. Come amici e come comunità di Vicolungo vi saremo sempre accanto”.
Sono le parole di don Andrea Passera, parroco di Vicolungo, nel Novarese, che oggi pomeriggio, in una chiesa parrocchiale gremita di amici e famigliari, ha officiato i funerali di Gian Carlo Baragioli, il 59enne ucciso da un colpo di fucile da caccia alla schiena domenica 8 ottobre, mentre era a raccogliere castagne con la moglie Alessandra nei boschi tra Cavaglio e Ghemme (foto Martignoni). A celebrare con lui anche altri sacerdoti, tra cui don Zeno Prevosti, coadiutore alla Madonna Pellegrina ai tempi in cui Baragioli era un ragazzo che frequentava l’oratorio della parrocchia novarese (dove ha abitato per molti anni) e, in rappresentanza dell’attuale parrocchia, don Maurizio Gagliardini. Molti anche gli amici giunti da Novara per portare un ricordo del ‘Carlin’. Tra loro anche il sindaco di Novara, Alessandro Canelli. “Era il mio allenatore, aveva l’aria da duro, ma era simpatico. A noi ragazzini quell’aria affascinava”. La sua animatrice di allora, Lucia Giordano: “Ti ho visto crescere, io sono invecchiata. Lui ora s’è fermato, forse era stanco. In questi giorni, in parrocchia, abbiamo a lungo pregato, ricordando Gian Carlo”.
Mo.c.