Condannato a morte Djalali, il ricercatore iraniano di Novara
NOVARA, E’ stato condannato a morte Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano di 46 anni, arrestato nell’aprile dello scorso anno con l’accusa di spionaggio. L’uomo era un collaboratore dell’Università del Piemonte Orientale e lavorava al Centro di ricerca sulla medicina dei disastri di Novara. Da subito c’è stata una grande mobilitazione per lui da parte dei colleghi e degli amici dell’ateneo novarese e non solo.
Il giudice di Teheran ha pronunciato la sentenza contro l’uomo, sposato con Vida, biologa, e padre di due figli. La sentenza è stata letta sabato scorso. Un processo che si è concluso in solo due udienze. Sin dal giorno dell’arresto il mondo accademico e non solo si è mosso a favore di Djalali. Dai senatori Elena Ferrara e Luigi Manconi al consigliere regionale Domenico Rossi, a molti altri, sino ad Amnesty International. Come scrive lo stesso Rossi sul profilo ufficiale di Facebook: “resta ancora un barlume di speranza, in quanto ci sarà un processo di appello tra 20 giorni circa. Fino all’ultimo chiederemo giustizia!”.
Mo.c.
NOVARA, E’ stato condannato a morte Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano di 46 anni, arrestato nell’aprile dello scorso anno con l’accusa di spionaggio. L’uomo era un collaboratore dell’Università del Piemonte Orientale e lavorava al Centro di ricerca sulla medicina dei disastri di Novara. Da subito c’è stata una grande mobilitazione per lui da parte dei colleghi e degli amici dell’ateneo novarese e non solo.
Il giudice di Teheran ha pronunciato la sentenza contro l’uomo, sposato con Vida, biologa, e padre di due figli. La sentenza è stata letta sabato scorso. Un processo che si è concluso in solo due udienze. Sin dal giorno dell’arresto il mondo accademico e non solo si è mosso a favore di Djalali. Dai senatori Elena Ferrara e Luigi Manconi al consigliere regionale Domenico Rossi, a molti altri, sino ad Amnesty International. Come scrive lo stesso Rossi sul profilo ufficiale di Facebook: “resta ancora un barlume di speranza, in quanto ci sarà un processo di appello tra 20 giorni circa. Fino all’ultimo chiederemo giustizia!”.
Mo.c.