Medici con l'Africa, l'impegno nell'ultimo miglio per i più deboli

Medici con l'Africa, l'impegno nell'ultimo miglio per i più deboli
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NOVARA - Sala piena mercoledì sera alla parrocchia di Santa Maria alla Bicocca a Novara per l’incontro organizzato da Medici con l’Africa Cuamm per parlare delle sua attività per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni di sette Paesi a sud del Sahara. La serata è stata organizzata in collaborazione con la Diocesi di Novara, il Sism (Segretariato italiano studenti di medicina) sede di Novara e Corriere di Novara. Il direttore di Cuamm (acronimo per Collegio universitario aspiranti medici missionari), don Dante Carraro, ha ripercorso la storia di quella che è oggi la prima ong italiana in campo sanitario: "Siamo nati nel 1950 - ha spiegato - e da allora il nostro impegno è offrire l'assistenza ai più deboli, in primis le mamme e i bambini. Per questo è per noi importante essere presenti nell'ultimo miglio, là dove altrimenti non ci sarebbero altre alternative di cura. Tutti i 19 ospedali e 45 distretti sanitari nei quali operiamo si trovano lontano dalle capitali. Tanto per fare un esempio, per arrivare a Yrol, nel Sud Sudan, dove si trova in questo momento il medico novarese Flavio Bobbio, bisogna prendere tre aerei e farsi dalle 8 alle 12 ore di auto a seconda delle condizioni atmosferiche". 

Ha parlato poi della sua esperienza Paolo Pescio, ingegnere biomedico, appena tornato da Chiulo in Angola dove ha prestato la sua opera per la parte amministrativa. E' rimasto in Africa per un anno insieme alla moglie Beatrice, ostetrica all'ospedale di Novara, e al loro figlio Giacomo che ora ha due anni. "A Chiulo non c'è veramente niente - ha raccontato - ogni giorno bisogna affrontare situazioni difficili ma è stata anche un'esperienza che ci ha dato moltissimo". 

Infine il collegamento via Skype con il dottor Flavio Bobbio, da un anno in Sud Sudan (erano presenti in sala i figli e la moglie): "Non sono qui perchè penso di poter cambiare il mondo - ha detto molto modestamente - Però cerco di dare il mio piccolo contributo per aiutare queste persone. Non c'è emozione più grande di vedere un bambino colpito dalla malaria che si risveglia dopo giorni di coma". 

L’evento è stato organizzato in vista dell’Annual Meeting di Cuamm che si svolgerà l’11 novembre al Teatro della Luna di Assago (Milano). Una giornata per fare il punto sulle attività svolte durante lo scorso anno e illustrare i progetti in corso e futuri: "Un evento importante non per farci belli - ha detto don Dante Carraro - ma per dire a tutti, dal primo ministro Gentiloni al cittadino comune, che qualcosa tutti insieme si può fare". Per maggiori informazioni www.mediciconlafrica.org. 

NOVARA - Sala piena mercoledì sera alla parrocchia di Santa Maria alla Bicocca a Novara per l’incontro organizzato da Medici con l’Africa Cuamm per parlare delle sua attività per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni di sette Paesi a sud del Sahara. La serata è stata organizzata in collaborazione con la Diocesi di Novara, il Sism (Segretariato italiano studenti di medicina) sede di Novara e Corriere di Novara. Il direttore di Cuamm (acronimo per Collegio universitario aspiranti medici missionari), don Dante Carraro, ha ripercorso la storia di quella che è oggi la prima ong italiana in campo sanitario: "Siamo nati nel 1950 - ha spiegato - e da allora il nostro impegno è offrire l'assistenza ai più deboli, in primis le mamme e i bambini. Per questo è per noi importante essere presenti nell'ultimo miglio, là dove altrimenti non ci sarebbero altre alternative di cura. Tutti i 19 ospedali e 45 distretti sanitari nei quali operiamo si trovano lontano dalle capitali. Tanto per fare un esempio, per arrivare a Yrol, nel Sud Sudan, dove si trova in questo momento il medico novarese Flavio Bobbio, bisogna prendere tre aerei e farsi dalle 8 alle 12 ore di auto a seconda delle condizioni atmosferiche". 

Ha parlato poi della sua esperienza Paolo Pescio, ingegnere biomedico, appena tornato da Chiulo in Angola dove ha prestato la sua opera per la parte amministrativa. E' rimasto in Africa per un anno insieme alla moglie Beatrice, ostetrica all'ospedale di Novara, e al loro figlio Giacomo che ora ha due anni. "A Chiulo non c'è veramente niente - ha raccontato - ogni giorno bisogna affrontare situazioni difficili ma è stata anche un'esperienza che ci ha dato moltissimo". 

Infine il collegamento via Skype con il dottor Flavio Bobbio, da un anno in Sud Sudan (erano presenti in sala i figli e la moglie): "Non sono qui perchè penso di poter cambiare il mondo - ha detto molto modestamente - Però cerco di dare il mio piccolo contributo per aiutare queste persone. Non c'è emozione più grande di vedere un bambino colpito dalla malaria che si risveglia dopo giorni di coma". 

L’evento è stato organizzato in vista dell’Annual Meeting di Cuamm che si svolgerà l’11 novembre al Teatro della Luna di Assago (Milano). Una giornata per fare il punto sulle attività svolte durante lo scorso anno e illustrare i progetti in corso e futuri: "Un evento importante non per farci belli - ha detto don Dante Carraro - ma per dire a tutti, dal primo ministro Gentiloni al cittadino comune, che qualcosa tutti insieme si può fare". Per maggiori informazioni www.mediciconlafrica.org. 

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